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"Ryan".

Qualcuno suonò al campanello del negozio, richiamando l'attenzione di Bryan e ponendo fine ai suoi pensieri. Titty, da un paio di minuti, si trovava in giardino, intenta in una conversazione telefonica da cui aveva voluto tagliarlo fuori. Non gli piaceva che l'amica lo mettesse da parte: lo conosceva bene, Titty sapeva che Bryan era abbastanza egocentrico e possessivo quando si trattava delle attenzioni delle persone a cui era profondamente legato. Se Isaac non aveva mai avuto motivo di lamentarsi della gelosia del marito era proprio perché Bryan viveva in sua funzione, adattandosi a tutto quello che l'uomo desiderava.

"E sei stato fortunato, perché ti sarebbe potuto capitare un dominante stronzo, bastardo e violento, che si approfittasse della situazione e invece... hai Isaac" si disse con un sospiro, mentre si avvicinava all'ingresso per ricevere il suo ospite. Vide oltre la porta a vetri un uomo che conosceva di vista, con la divisa da fattorino e un paio di pacchi depositati ai suoi piedi.

-Signor Williams, c'è una consegna per lei- disse quello, quando Bryan aprì la porta; sospirò, firmò i documenti e trascinò le scatole dentro il negozio. Proprio al termine delle sue fatiche, venne raggiunto in contemporanea da Titty e da Veronica e Thomas – i suoi dipendenti di ritorno dalla pausa pranzo.

-Perché tutti spariscono quando c'è da faticare?- domandò con fare retorico e Titty si guardò le unghie di una mano con aria snob.
-Figurati se ti aiutavo anche se stavo qui. La manicure mi costa un occhio della testa- disse e Bryan scosse la testa, mentre Thomas sollevava un pacco da terra per porlo sopra il bancone da lavoro.

-Ma aspettavamo consegne per oggi? Credevo che stessi compilando il modulo degli ordini- disse Veronica, affiancandosi a Titty con la – per nulla – velata intenzione di porsi fuori dalla possibilità di essere coinvolta per aiutare gli altri due.

Thomas le rivolse uno sguardo di sottecchi, come se i due stessero condividendo parte di una conversazione da cui avevano intenzione di tenere fuori gli altri, ma Titty se ne accorse e prese a osservarli con più attenzione, insospettita da quel loro atteggiamento.

-Anche questo sta su- disse Thomas, dopo avere posto il secondo pacco al fianco del primo. Bryan lo ringraziò e l'uomo scrollò la testa, e il lungo dread che aveva lasciato libero dalla morsa dell'elastico che gli stringeva tutti gli altri sulla nuca, in una coda, ondeggiò davanti ai suoi occhi scuri. Veronica lo afferrò con una mano, tirandolo un po' verso il basso, indispettendo il collega, accompagnando quel suo gesto a una risatina divertita. Poi i due si recarono nel giardino, lasciando Titty e Bryan da soli.

-Stanno insieme?- chiese Titty all'amico, osservando con sguardo critico le movenze di Veronica, che rideva a qualcosa che Thomas doveva averle detto, mentre si toccava ripetutamente i suoi lunghi capelli biondi e si accarezzava le labbra con un dito, in un modo soltanto in apparenza innocente. La giovane aggrottò la fronte, riconoscendo nell'altra un atteggiamento seduttivo, del tutto indirizzato al collega che, però, non sembrava molto impressionato dalle sue avances, anzi, la rigidità delle spalle di Thomas lasciava intendere che fosse persino un po' infastidito.

-Non lo so e non mi interessa particolarmente. Finché lavorano e non rompono le palle, non mi interessa- disse Bryan e mentre apriva uno dei due pacchi, la sua mente tornò a Ryan. Odiava la facilità con cui la sua amica aveva pronunciato quel nome, riportando a galla in lui pensieri e ricordi che aveva ormai accantonato in fondo al baule del proprio io, lì dove era solito cacciare dentro tutto quello che voleva dimenticare.

Era vero che lui e Ryan, un anno prima, avevano condiviso qualcosa di orribile e traumatico, ma Bryan era andato avanti abbastanza tranquillamente, a differenza del – ormai – ex amico che, invece, aveva preferito tagliare i ponti con lui e con tutto quello che avrebbe potuto fargli ricordare nei dettagli l'esperienza che avevano condiviso e che la sua mente – per fortuna – aveva rimosso.

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