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Il sole illuminava la radura con i suoi ultimi raggi di fuoco, mentre lentamente spariva oltre l'orizzonte, donando al paesaggio un aspetto sanguigno e mozzafiato.

Evan si schermò gli occhi con una mano, fissando quello spettacolo e rimpiangendo di non poterlo condividere con Keith, visto che il marito si trovava al lavoro e non aveva potuto accompagnarlo in quella che si preannunciava una folle serata.

Sentiva Titty inveire contro uno degli addetti del maneggio, che lamentava la loro mancata prenotazione anticipata, ma la donna era assolutamente intenzionata a non permettere a quella inerzia di demolire i suoi programmi, e stava sbraitando contro il povero malcapitato, mentre Amber, al suo fianco, cercava di calmarla e fare da tramite tra i due.

"Menomale che Amber è qui" pensò Evan, che vedeva nell'amica la personificazione della figura conciliante della loro famiglia. Amber e Keith erano senza ombra di dubbio quelli che, all'interno della loro comitiva di amici, mostravano con più facilità tendenze materne, ma tanto Keith era isterico e oppressivo, tanto Amber, nel corso del tempo, era riuscita a maturare una delicatezza e una gentilezza che la rendevano assolutamente unica e insostituibile. Indispensabile in situazioni come quella.

Evan era contento che Keith avesse assunto una seconda, e addirittura una terza, barista al Seraphim, tanto da permettere alla giovane di potersi prendere una serata libera ed essere lì presente con loro.

Bryan guardava a quella scena con imbarazzo, anche se Evan non riusciva a spiegarsi come l'amico potesse stupirsi ancora di certi atteggiamenti di Titty, dato che la conosceva bene, ormai, e lo osservò: gli occhi bassi, seduto su un tronco d'albero che fungeva da panchina, al fianco di Greg che tentava di distrarlo. Evan trasse un profondo respiro e si avvicinò alle ragazze. Spostò Titty di lato con poca grazia, interrompendo il suo sproloquio, e guadagnandosi un'imprecazione.

-Non possiamo neanche risolvere la cosa pagando un supplemento?- chiese all'uomo del maneggio e l'altro si tolse il berretto con il logo del posto, grattandosi la testa, accarezzandosi distrattamente la coda bassa in cui aveva legato i lunghi capelli bruni, per poi indossare di nuovo il cappellino, calando un po' di più la visiera su i suoi occhi scuri.

-Penso di sì- ammise l'uomo ed Evan trattenne un sorriso, mentre Amber correva a tappare la bocca di Titty, impedendole di ribattere.

Alla fine, riuscirono a unirsi al gruppo per la passeggiata serale tra le bellezze della riserva. Avrebbero cenato una volta giunti alla destinazione prevista, davanti a un falò, e poi sarebbero tornati indietro seguendo il sentiero illuminato e studiato apposta.

-Non sono mai stato a cavallo- borbottò Bryan, avvicinandosi a Evan, con espressione truce, e l'uomo annuì.
-Sali con me, ci stai?- gli propose lui, del tutto intenzionato a non sprecare gli sforzi che avevano dovuto fare per essere lì.
-Che figura ci faccio?-
-La stessa di Amber- ribatté l'uomo, indicando l'amica con un dito, mentre saliva in groppa a un destriero alle spalle del compagno, stringendosi alla vita di Greg come una tenaglia.

Titty sfilò davanti a loro a cavallo di uno spettacolare Appaloosa, vittoriosa e felice come una bambina.

-Non sarebbe meglio evitare? Non so nemmeno salire...- disse Bryan e mise il broncio. Evan sospirò e lo afferrò per i fianchi, sollevandolo da terra, e l'amico si lasciò sfuggire un urletto stupito. In un battito di ciglia fu in sella e contrasse la spalle, aggrappandosi alle briglie con tanta forza da farsi sbiancare le nocche. Evan salì dietro di lui e iniziarono a muoversi poco dopo, seguendo il resto del gruppo, con Titty in testa, intenta a dare parecchio filo da torcere alla loro guida che – impudentemente! – pretendeva che lei lo seguisse, anziché porsi ad aprifila della piccola carovana.

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