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La mattinata passò lentamente e Claud, incuriosito, studiò le reazioni dei suoi ospiti, mentre abbandonavano la loro aria da zombie e cercavano di darsi delle spiegazioni soddisfacenti riguardo la notte che si erano lasciati alle spalle.

Claud sapeva di essere un uomo fortunato: amava i suoi compagni e, in un primo tempo della loro relazione, aveva persino tentato di essere fedele a entrambi anche sul piano sessuale. Era stato difficile ammettere le proprie inclinazioni anche a se stesso, rendersi conto che le donne gli piacevano più di quello che aveva ammesso in passato, così come il sesso con loro e con qualsiasi altro tipo di essere umano.

Per quanto gli ambienti che frequentava si professassero inclusivi e privi di pregiudizi, Claud sapeva, perché lo aveva sperimentato sulla propria pelle, che spesso si trattava soltanto di una facciata contro cui si rischiava di schiantarsi in malo modo.

Jeffrey ne era stato lo conferma.
Poco prima l'uomo lo aveva difeso con Evan, ma era vero che il suo migliore amico, nonostante fosse omosessuale, aveva dei pregiudizi nei confronti di tipologie di relazioni che non condivideva. Claud aveva dovuto lottare per fare comprendere all'amico quanto importante fosse per lui essere libero di poter amare sia Ryan che Jade e se Jeffrey, alla fine, aveva accettato il suo modo di amare, Claud aveva, però, preferito tenergli nascosto l'appartamento in cui si trovavano in quel momento e, soprattutto, non metterlo al corrente di quello che ci faceva lì dentro, né con chi.

Sì, Claud era proprio fortunato: Ryan e Jade lo amavano e rispettavano, anche se lui era diverso persino da loro. Tuttavia, proprio per via delle sue esperienze passate, comprendeva per quale motivo Evan e Bryan fossero tanto in ansia, in cerca di scusanti "accettabili".

Come avrebbe reagito, lui, se avesse scoperto uno qualsiasi dei suoi compagni a dormire nudo al fianco di qualcun altro?

"Probabilmente, mi sarei limitato a saltargli addosso. Mi basta vederli nudi per accedermi come un cazzo di fiammifero" si rispose con un sorriso, rigirandosi una ciocca di capelli tra due dita, mentre nell'altra mano teneva il cellulare. Mandò un messaggio di buongiorno ai suoi compagni, ricordando loro quanto li amava, aggiungendo persino che gli mancavano, anche se non li vedeva da poche ore, dato che la sera prima anche Jade si era presentato al Seraphim e aveva potuto stare in compagnia di entrambi tra un cliente e l'altro. Poi si armò di tutta la pazienza che fu in grado di richiamare a sé e tornò ad avvicinarsi ai suoi ospiti, intenti a parlare sottovoce, stravaccati su uno dei divani a due posti che si trovavano nel soggiorno.

-Vi siete ripresi?- chiese loro e i due si voltarono a fissarlo in contemporanea.
-Uhm- fece Bryan ed Evan sbuffò.
-Stiamo cercando di capire se dirlo o meno ad Isaac- disse il veterinario, passandosi una mano tra i capelli.
-Non mi piacciono i segreti, in famiglia- borbottò Claud con una smorfia disgustata.

-Ci sono tante cose di te che, fino a poco fa, nemmeno immaginavamo- ribatté Evan e l'altro si strinse nelle spalle.
-Non parlavo di famiglia in quel senso. Ryan e Jade sono la mia famiglia e per loro non ho segreti. Non... Forse per via del nostro passato, non so, però non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello di tenere cose nascoste a loro due-
-Con noi lo fai?-
-Scelgo di dire quello che voglio in base a chi ho davanti-
Evan annuì e tornò a fissare Bryan.

-Io non ho questo tipo di rapporto con Isaac- mormorò il giovane, ripensando a tutte le discussioni piccole e grandi che li avevano coinvolti nel passato anche più recente e che si erano sempre esaurite prima ancora che esplodessero. 
-Ma siete felici lo stesso- disse Evan, aggrottando la fronte.
-Sì?- fece Bryan con voce incerta.
-Ci sono cose che non ti rendono felice?- domandò Claud, sedendo sullo schienale del divano occupato dagli altri due.

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