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Isaac osservò il tassista aiutare Maria, mentre caricavano le ultime cose nel cofano della macchina che l'avrebbe condotta nella sua nuova casa.

La donna aveva già fatto più volte avanti e indietro tra l'abitazione e il marciapiede, facilitando l'autista, rifiutando l'aiuto di Isaac con monosillabi rabbiosi, senza mai guardarlo negli occhi.

Quando fu tutto pronto, Maria tornò sui propri passi ancora una volta e consegnò ad Isaac un foglio.

-Cos'è?- le chiese lui con voce priva di sfumature.
-Il calendario degli orari- rispose lei e Isaac sollevò gli occhi, cercando il suo sguardo. Maria lo fissò con malcelata rabbia e incrociò le braccia sottili sul petto, sollevando il mento in segno di sfida.

-Non volevo finisse così-
-A me sta bene andarmene. Se mi dicevi che a Bryan dava fastidio, andavo via prima. Non mi sarei arrabbiata-
-Adesso lo sei-
-E sai perché- ribatté la donna.
-Mi ha tradito...- mormorò Isaac, ma lei imprecò e gli voltò le spalle, senza aggiungere altro.

Isaac vide il taxi sparire in fondo alla strada e sospirò. Fece per girarsi e tornare in casa, ma proprio in quel momento un clacson ruppe il caldo silenzio di quella domenica mattina.
Un'auto rossa fiammante – ma che aveva visto sicuramente tempi migliori – accostò, bloccando di colpo la sua corsa al fianco del marciapiede, facendo stridere le ruote. Dal lato del passeggero uscì un uomo che Isaac conosceva bene, inveendo contro l'autista.

-Ma tu sei tutto pazzo! Non chiedermi mai più di salire in macchina mentre tu sei alla guida!- urlò Jeffrey, mentre anche Claud scendeva dal mezzo, ostentando un sorriso soddisfatto. E Isaac gemette, comprendendo immediatamente che i due erano lì per lui.

Claud precedette l'amico, ostentando noncuranza, camminando come se stesse sfilando in passerella, probabilmente un'abitudine che si portava ancora addosso, nonostante non lavorasse più come modello da diverso tempo.

Jeffrey, invece, lo seguiva con passo concitato, borbottando come un treno a vapore, gli occhi bassi sul vialetto, gesticolando per enfatizzare i rimproveri che stava muovendo ancora nei confronti dell'amico.

-Oh, ma tu guarda! Devono avere avvisato Isaac che stavo discendendo dall'Olimpo!- esclamò Claud, notando l'uomo sulla soglia di casa. Isaac aggrottò la fronte e rimpianse di non avere qualche super potere che lo avrebbe potuto aiutare a sparire di colpo.

Jeffrey si fermò a un passo dall'amico e sollevò gli occhi da terra, fissandoli nei suoi. Non si vedevano da diverso tempo, si erano persino tenuti poco in contatto tramite telefono durante la sua assenza da L.A., ma Isaac non aveva dubbi sul perché i due si trovassero lì.

-Allora? E non dirmi ch'è una decisione irremovibile- sbottò Jeffrey.
-No... ma ciao anche a te! Bentornato, come stai?- esclamò Isaac con tono canzonatorio e Claud ridacchiò.
-Ma bene! Grazie! Vengo ora ora da una sessione di sesso extra. Solo per te!- esclamò il serafino, guadagnandosi un'occhiataccia simultanea da parte degli altri due.

-Ma smettila!- sbottò Jeffrey, ignorando Claud e rivolgendosi ad Isaac. -Se nemmeno Daniel mi ha dato un bacio al ritorno! Sono stato fuori due mesi, due mesi senza vederci e la prima cosa che mi ha detto è stata di te e Bryan! E io che, come minimo, mi aspettavo che mi saltasse addosso-
-Potevi venire da me, tesoro- disse Claud, accarezzandogli una spalla con gentilezza, mentre l'altro si malediva per averlo portato con sé.

Jeffrey era venuto a conoscenza di ciò che era accaduto tra i suoi amici da Daniel, appunto, il suo compagno e fido collaboratore sul lavoro. Tuttavia, il racconto del suo fidanzato gli aveva fatto storcere il naso diverse volte, soprattutto quando erano saltate fuori le parole "coppia aperta" e "tradimento": si scontravano tra di loro, ma si scontravano anche con le pulsioni naturali di Jeffrey, che era fermamente monogamo e aveva accettato il tipo di relazione che viveva Claud soltanto perché quest'ultimo era il suo migliore amico.

ATTRACTION Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz