𝑰𝒍 𝒎𝒊𝒐 𝒄𝒐𝒓𝒑𝒐♡︎

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Erano passate all'incirca due settimane dallo spiacevole evento con Lucius ma anche dal primo incontro con Remus.

Da quel momento, era filato tutto più o meno liscio, passavo le mattinate tra i banchi e i pomeriggi, invece, li passavo insieme alle mie compagne di stanza nonché mie amiche o anche con Michael un ragazzo molto perspicace e con molto da raccontare.

Passavamo interi pomeriggi a ridere insieme, a raccontarci. Mi divertivo con loro e per la prima volta nella mia vita potevo dire di avere degli amici.

A rompere la solita routine domenicale, oggi, c'era la tanto attesa gita ad Hogsmade, io ci sarei andata con Michael, Johanna e Julia.

Quindi dopo essermi svegliata, inizia la fase da ma rinominata "proviamo a non piangere" così chiamata poiché vestirmi era la cosa che più odiavo al mondo oltre all'ipocrisia e la falsità.

Per me era difficile guardarmi allo specchio e sentirmi bella. Infatti anche oggi come di mia consueta abitudine dopo essermi lavata mi piazzo davanti all'armadio dotato di specchio e inizio ad osservare i molteplici capi che lo riempiono.

Analizzo ogni capo cercando di capire come abbinarlo e soprattutto come sarebbe potuto starmi, fin quando il mio sguardo non incontra quel riflesso nello specchio, vedo quel corpo che tanto odio, ma che allo stesso tempo amo.

Sfioro quelle che preferisco definire "maniglie dell'amore", sfioro le mie cosce, i fianchi, il seno prosperoso ma  ricco di smagliature.

Tocco persino le mie braccia, grosse, che odio alla follia, motivo per il quale non indosso magliette a maniche corte.

Continuo ad osservare il  mio corpo così pieno, così disprezzato e odiato, così giudicato solo perché non conforme alle solite linee.

Passo lo sguardo dal mio fisico riflesso dello specchio al mio viso, noto che i miei occhi sono lucidi.

Non voglio rovinare un giorno come questo così indosso un maglioncino nero abbastanza largo in modo da non evidenziare nessuna curva e sotto un semplice jeans nero.

Quando ho meno autostima del solito mi vesto di nero e questo è uno di quei giorni.

Esco dalla mia stanza ancora un po' demoralizzata e raggiungo i miei amici all'ingresso, gli rivolgo un sorriso che di vero ha poco e nulla, e insieme ci incamminiamo verso le carrozze.

Saliamo su una di esse e iniziamo a conversare. Io sono seduta accanto a Michael che ha il. braccio intorno alle mie spalle e gioca con una mia ciocca di capelli.

Michael:Allora belle fanciulle cosa si fa oggi?

Dice assumendo un tono divertito.

Julia:Avevo pensato di andare ai tre manici di scopa per pranzo cosa ne dite?

Johanna: Jiulia é la cosa più intelligente che tu abbia mai detto

Dice scoppiando in una risata a cui ci aggiungemmo anche noi.

Michael:Caltha sei con noi?

Michael esordisce così poiché non avevo spiccato parola e l'unica cosa che era uscita dalle mie labbra era un leggero risolino.

Io Annuisco rivolgendogli un piccolo sorriso questa volta sincero

𝑬𝒈𝒐 𝒔𝒖𝒎 𝒒𝒖𝒊 𝒔𝒖𝒎| 𝑹𝒆𝒎𝒖𝒔 𝑳𝒖𝒑𝒊𝒏Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt