IV

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(Alexander Graves)

Quell'estate fu il turno di mio padre di ospitare i giochi.

I giochi erano un'usanza molto vecchia del mondo dei maghi, Patience, in uno dei suoi filosofici discorsi di storia, disse che risalivano alla civiltà greca, quando ancora umani e magia condividevano il mondo conosciuto. Raccontava che fossero anni d'oro per gli esseri magici, i quali venivano venerati e amati come veri dei, i più famosi combatterono per la loro patria, divennero consiglieri e combattenti rispettati.

Non si sa di preciso quando si smise di vivere in pace, di sicuro nel momento in cui la religione cattolica prese il monopolio dell'occidentale i maghi erano già scomparsi. Quando poi il grande regno di re Artù crollò per colpa di Morgana, la più leggendaria degli Antimaghi, allora fu un nostro problema scappare dalle persecuzioni.

I giochi si svolgevano ogni tre anni, sempre presso clan diversi. La precedente edizione si era svolta in Turchia, a Istanbul, dalla famiglia Demir. Ogni famiglia mandava un mago o un Antimago a combattere, prima di quell'edizione mio padre era sempre stato il nostro rappresentante e non aveva mai avuto rivali.

In quell'edizione però candidarono Alexander, dato che aveva compiuto quindici anni ed era pronto per fare parte della società. Fu davvero uno strazio doverlo assistere negli allenamenti, anche perché nella maggior parte ero il suo sacco da boxe e mi sconfiggeva senza sforzi. Randall mi rincuorava a suo modo, dicendo: «In questo modo gli fai alzare il morale».

A quindici anni Alex era già forte e promettente, aveva muscoli più grossi della mia faccia ed era molto più alto rispetto a Waymond. Il fatto che Catelyn non facesse altro che dirgli "sei così bello, troverai di sicuro una moglie perfetta" mi faceva un sacco arrabbiare. Secondo il mio parere lo faceva per non fargli pesare il fatto che i suoi voti in teoria magica e scientifica fossero aberranti.

Quell'estate arrivarono famiglie da ogni dove, dalle Filippine e dalla Scozia persino, e Catelyn fu impegnata a organizzare la migliore edizione di giochi della sua generazione. Un centinaio di lavoratori si occupò senza sosta per venti giorni di livellare i prati della proprietà, liberare le pietre dai canali, tagliare gli alberi e sistemare i cancelli.

I giochi erano facili, anche se a volte era possibile vedere mani mozzate o ossa rotte. In tal caso una schiera di infermieri e maghi era pronta ad assistere i primi eliminati; erano prove di forza, controllo, astuzia e velocità.

Tutti i purosangue Graves erano vestiti in modo elegante, sfoggiarono i loro migliori abiti da cerimonia, Grace e Ibbie con gonne pompose e vivaci, i ragazzi con camice linde e pantaloni scuri. Karen e Patience portavano tute gialle e verdi, intonate alla stagione estiva e richiamavano i colori del prato e dei denti di leone selvatici.

Solo Catelyn e mio padre vestirono di rosso, il colore del clan Graves; le dita coperte di gioielli, cavigliere scintillanti e le braccia ricoperte di tatuaggi all'henné di rune, come era di costume nei tempi d'oro.

I bastardi non vennero invitati. Queenie e Callum non volevano assolutamente avvicinarsi al giardino, ma io e Liam eravamo troppo curiosi di vedere i giochi e, in cuor nostro, speravamo di vedere Alex finire a terra.

Ci eravamo nascosti dietro una siepe e, a parte la folla di teste davanti al campo, avevamo una buona vista della competizione. I ragazzi cominciarono a mettersi comodi e a riscaldarsi, alcuni di loro saltarono, fecero acrobazie per ottenere applausi dalla gente o rimasero in disparte a confabulare con i maghi di famiglia per creare una buona strategia.

«Guarda, c'è Tommy!» notò Liam stupito, indicandolo.

William teneva stretto il figlio per il bavero della giacca, lo aveva agghindato con un completino grigio, molto simile al suo, ma Tommy non aveva né il carattere freddo del padre né il comportamento adeguato per una simile occasione. Tremava forte e aveva il volto così rosso che, se non fosse stato per le minacce del padre a tal proposito, sarebbe scoppiato a piangere.

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