VI

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(Percyval Graves)

Udii il baccano del party ancor prima di arrivarci. Non ero mai stata a una festa dato che non avessi alcun ruolo di rilievo nella famiglia, per quel motivo restai seduta sulle spalle del mago, il quale saltellò in giro per il prato canticchiando.

C'era la musica, gli strumenti volavano in aria e suonavano note incalzanti e perfette, controllate dalle maghe poco più distanti. Subito mi affascinarono i colori dei festoni, dei vestiti degli ospiti, unici per ogni clan e tradizionali. La famiglia Yamada indossava lunghi kimono scuri, le ampie maniche erano decorate con fili dorati e disegni floreali. Le donne della famiglia Demir portavano appariscenti abiti viola, inutilmente voluminosi, con un velo che copriva i loro capi. Avevano caldo, dal modo in cui si sventolavano i ventagli addosso.

Le prime divergenze legate all'esito della gara sembravano svanite e c'erano altre forme di violenza: i due capoclan di Russia e Germania si stavano sfidando a suon di botte e avevano persino degli ammiratori a incitarli. Quando videro arrivare il mago, e me, una ragazzina sporca di terra e simile a un cane abbandonato, smisero di agitarsi e ci guardarono spaesati. Sospettai che da un momento all'altro uno di loro ci corresse incontro e pregasse il ragazzo di mandarmi via.

Quando Catelyn ci vide fu in preda a una crisi di nervi molto silenziosa. Se non fosse stato per l'occasione mi avrebbe strappata dalle spalle del ragazzo e trascinata via senza aggiungere altro. Per poco ruppe il bicchiere che teneva in mano, ricolmo di champagne brillante, e la sua faccia si scurì.

Era insieme a mio padre, il quale non sembrò avere il minimo cambiamento.

«Signor Balthazar, la prego!» esclamò a denti stretti Catelyn, cercando di essere educata.

Il mago si fermò all'improvviso, lasciò la presa e mi fece volare all'indietro. Rimasi appesa a testa in giù e galleggiai nell'aria, fino a quando pensò che fosse opportuno ed educato riportarmi a terra. Scaricò le mele a me e scivolò accanto a mio padre.

Era in compagnia di altre persone e tenni gli occhi fissi sui miei piedi.

«Lei ha... incontrato una delle bambine della proprietà. Mi scuso se l'ha infastidita, la mando subito via!» disse lei, alzando velocemente una mano e facendo segno a una delle cameriere di portarmi lontano.

Mi presero per le spalle e il mago mi tirò a sé con un movimento veloce. «La bambina mi ha aiutato a trasportare questo sacco pesantissimo di mele, ero esausto per il viaggio e le mie braccia stavano per crollare! Mi ha salvato la vita» recitò con un tono finto e alto, di proposito per alterare Catelyn. «Signora Patience!»

Patience Graves si voltò spaventata e osservò il mago. Fece un largo sorriso gioioso, alzò la gonna dalle caviglie e ci raggiunse, insieme a Donovan e Waymond. Il figlio mi diede un'occhiata storta e si guardò intorno, notando l'assenza di Alex.

«Le sue adorate mele» disse lui, poi mi diede un calcetto leggero con la punta della scarpa sulle natiche, svegliandomi. «Le sue adorate mele» sottolineò più deciso e io alzai le braccia, porgendole la sacca.

Zia Patience le esaminò e capì che quei prodotti fossero perfetti, data la situazione generale ringraziò sia me sia il mago. «Sei tornato dal tuo viaggio?»

«Da poco» disse vago.

«Signor Balthazar, mi spiace interromperla, ma la bambina dovrebbe allontanarsi da qui. Sta mettendo gli ospiti a disagio e non è opportuno» si fece avanti Catelyn, sperando di avere un po' di man forte dal marito.

Il mago rimase in silenzio e inclinò il capo, confuso. «A disagio? Non ho udito alcun lamento in suo proposito. È a lei, signora Graves, che da fastidio? In tal caso il discorso è diverso. La bambina è una mia ospite e come tale deve essere trattata. O forse vuole andare contro l'usanza dei maghi?»

The falloutWhere stories live. Discover now