XXI

113 14 0
                                    

(Queenie Incant)

Non si rese affatto conto di aver sganciato una bomba, né che se l'avesse detta davanti a un membro dei Graves ci sarebbero state delle conseguenze terribili per tutti, noi compresi. Mio padre odiava i Dominatori e non credetti affatto che non sapesse da dove arrivasse, faceva delle indagini scrupolose prima di ingaggiare qualcuno.

Allargai gli occhi meravigliata e così tutti gli altri presenti. L'aura di Bucky era diversa da quella umana, ma non avrei mai saputo accomunarla a quella di un Dominatore.

«Cosa?» strepitò Queenie. «Un membro dell'Esercito è qui e lo ha pagato tuo padre?»

«Non deve saperlo» ringhiò Callum sospettoso. «Altrimenti lo avrebbe già ucciso.»

«Non sono un Dominatore!» berciò Bucky nervoso. «Il Demone non ha mentito, vengo dall'Esercito, ma non ho mai posseduto un'arma o un Demone mio. Te lo può dire anche lui. I Dominatori che si legano a un Demone lasciano che parte dell'anima venga recisa per fare spazio al simbionte, fanno entrare un batterio, ma per via del Patto il rapporto diventa a doppio ponte e diviene un alleato.»

Sarebbe stato il mio pass per vederlo morto e dolente, a meno che mio padre già non lo sapesse. Nessuno di noi ragazzi aveva un vero ripugno per i Dominatori, nemmeno i figli della stirpe principale dei Graves, comprendevamo i loro metodi e non ci mischiavamo nelle loro guerre. Erano i nostri principi. Ma se Bucky, di sua volontà, era venuto a lavorare per i Graves o era coraggioso o solo pazzo.

Balthazar non si mosse, rigirò tra le mani la forchetta e mosse il mento. Rayk scivolò sotto il tavolo e comparì accanto al soldato, il quale gli porse la mano. Sembrava avesse fatto quel gesto molte volte perché fissò il Demone senza paura e aspettò.

Rayk annuì vago. «Ha ragione. La tua aura è evoluta, ma non sei un Dominatore. Ti hanno scartato, piccino?» ridacchiò in scherno. «Quando ero uno schiavo del Nido non se ne vedevano molti come te. Ti hanno cacciato perché non eri utile.»

«Me ne sono andato io» lo corresse acido il soldato, spingendolo via.

Queenie fece un passo indietro, a disagio. «Quindi vieni dall'Esercito, ma non hai mai combattuto per loro?» domandò.

«Sì. L'Esercito cataloga i bambini già da piccoli, fanno dei test ed esercizi fisici e psicologici molto accurati per stabilire il Rate di ogni persona all'interno. È una scala che va da uno a cinque ed è calcolata su vari fattori, come la velocità, tecnica ed equilibrio mentale. I miei geni non sono mai stati all'altezza per stringere un Patto, ero una nullità per loro» spiegò a denti stretti, ricordando qualcosa di brutto.

«Sei scappato da una vita di schiavitù per entrare come macellaio nella tratta di schiavi» commentò Balthazar, senza far capire se fosse una cosa buona o sbagliata. «Presumo quindi che tu te ne sia andato a quindici o sedici anni. Di norma è quella l'età in cui si stringono i Patti nell'Esercito.»

Il soldato sembrò sorpreso. «Ne sai parecchio. Conosci qualcuno dell'Esercito?»

«John Baskerville. Ci ho lavorato insieme una volta. So che ha un figlio. Conosco un sacco di gente, compresa il tuo capo, Lady D. Una bellissima donna, ma è senza cuore.»

Balthazar conosceva un sacco di gente e quel particolare lo aveva tenuto nascosto persino a me. Non era una persona innocua o immacolata, aveva sulla coscienza molte vite e non sempre per una buona causa. Se non me ne parlava era perché voleva tenermi lontano da quel mondo.

Bucky rilassò le spalle e tornò a sedersi. «Se conosci Lady D allora saprai bene che non è tipa da scherzi. Ha trattato lei con la famiglia Graves e mi ha mandato qui, sapeva che fossi il migliore. Dopo la mia fuga dall'Esercito mi ha accolto lei.»

The falloutWhere stories live. Discover now