XXV

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Tommy se ne stava seduto comodo, con le spalle curve e la birra in mano. Mi sedetti accanto a lui e mi raccontò come stessero andando le cose con suo padre. La sua condizione non era variata; sempre prigioniero.

«Come lo hai convinto a lasciarti venire?» chiesi. «Tommy, dimmi che glielo hai detto. Se ti scoprisse...» lo pregai.

«Cosa potrebbe mai farmi? Mi ha già preso ogni cosa, e così anche a te.» Scosse la testa e Queenie lo prese per mano. «Mio padre ti odia. Be', non penso sia vero odio, però non vuole che parli di te. È convinto che ti stia assomigliando troppo e non gli piace.»

Non gli andava a genio che avessi insegnato ai miei cugini a camminare a testa alta, a non temere nessuno. Perfino Tommy, la vergogna peggiore dei Graves, l'unico umano della famiglia, non era più soggetto alle prese in giro. Imitandomi si era creato un solido scudo.

«Anche mia madre dice la stessa cosa» si intromise Queenie. «Quando ha scoperto che Cody e Gage sono venuti nella foresta ha dato di matto e li ha sgridati per un'ora intera. Non è odio, è...»

«Paura. I Graves hanno paura di te» terminò Tommy.

Trovai assurda l'idea. Ero una formica davanti a loro. «Perché? Cosa ho fatto di male?» borbottai incredula.

«Perché non hai paura delle ripercussioni, a differenza nostra. Non li temi e lo sanno. Tuo padre è lo sterminatore di maghi e tu... lo sfidi» spiegò. Scossi la testa. La mia era solo supponenza. «Pensano che potresti essere l'avversaria di Alex per il prossimo capoclan. Hanno visto i tuoi progressi, i tuoi poteri e abilità. Sei di gran lunga superiore a quell'idiota di tuo fratello!»

«Se fossi più potente mi avrebbero fermata. Non permetteranno mai a una Incant di diventare capo, tanto meno a una donna.»

Callum alzò gli occhi al cielo, esasperato. «Tu prendi il nome di Emily Graves, la più grande donna della famiglia e te lo ha dato tuo padre. Vuole dire qualcosa, no?»

Sapevo l'origine del mio nome. Emily Graves era stata l'Antimago più potente della famiglia fino all'arrivo di mio padre, si diceva che fosse la più piccola ed esile dei suoi otto fratelli maschi e che avesse spazzato via ogni suo pretendente. I suoi genitori volevano che si sposasse e continuasse la discendenza, ma lei era andata in guerra, aveva vinto ed era fuggita via da sola. Era un'eroina, un simbolo di forza e di fortuna. Non avevo idea del perché mio padre mi avesse dato un nome così importante.

«Un pessimo scherzo, di sicuro.» Feci spallucce.

Callum mi diede una leggera spinta, dicendomi di smettere di scherzare. Non sapevo come le cose stessero andando per i miei cugini in casa. Per loro era tutto okay, ma di sicuro non lo era per i genitori. Le acque stavano cominciando a muoversi, persino tra noi bastardi, e per colpa del sangue dei Graves che ci scorreva nelle vene, eravamo pericolosi.

«Ehi.» Queenie richiamò la mia attenzione quando Callum e Tommy si misero a parlare di baseball. «Lo sai che il tuo amico è venuto a cercarmi direttamente a casa per invitarmi qui, l'altro giorno? Oh, mia madre stava per esplodere! Bucky non le piace affatto!»

Ridacchiai. «È un indizio?»

«Emily, sei seria?» sillabò esterrefatta. «Lo ha fatto per te e solo per un tuo capriccio.»

Arrossii troppo in fretta e bevvi un po' di birra per mandare giù quei pensieri. «Anche Balthazar soddisfa ogni mio capriccio e non è mai successo niente tra noi» commentai.

La sola idea di fare sesso con Balthazar mi metteva i brividi. Era troppo strano.

«Lui ti vizia, ma quel soldato che vorrebbe da te?» si impicciò Callum guardingo.

The falloutWhere stories live. Discover now