Sorriso {anno I}

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Bokuto era troppo presente nella vita di Akaashi.

Lo vedeva di mattina, prima di entrare a scuola, durante la giornata, quando lo incontrava "casualmente" nei corridoi, e soprattutto lo vedeva sempre agli allenamenti. Vivere costantemente a contatto con la persona con la quale non riusciva nemmeno a parlare, senza arrossire come un idiota, era a dir poco stressante. Quando erano insieme, si sforzava il più possibile a sopprimere quei sentimenti così nuovi per lui, li nascondeva dietro una maschera di apatia, sperando che lo schiacciatore non si accorgesse di niente.

Celava, celava a chiunque ogni piccolo indizio che potesse suggerire il suo orientamento. Nessuno lo doveva sapere, soprattutto la sua famiglia.

Trascorsi otto giorni dal momento in cui aveva realizzato la natura del suo interesse per Kotaro, Keiji si stava cambiando dopo un lungo allenamento.

Oh, giusto, ecco un altro aspetto non propriamente confortevole nell'avere quel club in comune con la sua cotta: lo vedeva senza maglietta. Akaashi, da parte sua, odiava anche solo l'idea di doversi togliere la divisa d'allenamento davanti ad altri esseri umani, mentre Bokuto sembrava essere del tutto a suo agio. A petto nudo, se ne andava in giro per la stanza chiacchierando amabilmente con tutti, ma proprio tutti, compreso il povero alzatore. Sarebbe stato anche accettabile se Keiji fosse stato solamente un amico, ma essere praticamente costretto a guardare gli addominali scolpiti del ragazzo che gli piaceva, rendeva alquanto arduo nascondere i suoi veri sentimenti.

Fortunatamente, almeno fino a quel momento, Kotaro sembrava non essersi accorto di nulla.

Ad ogni modo, quel giorno il corvino si stava infilando la maglietta pulita, tentando uno dei suoi stratagemmi per non far trapelare nemmeno un lembo di pelle. Bokuto, che come ogni giorno gironzolava per lo spogliatoio mezzo nudo, gli si accostò.

-Che fai oggi, Agaashi?- Gli chiese. Maledizione. Pensò il ragazzo. Ero riuscito a non guardarlo fino ad adesso.

Riluttante, girò la testa. Ciò che catturò per primo il suo sguardo fu la piccola voglia chiara sul fianco sinistro dello schiacciatore. Era un minuscolo dettaglio color panna sulla pelle chiara del giovane, accentuata dalla sporgenza delle ossa dei fianchi stretti. Guardalo in faccia. Si disse. Velocemente, i suoi occhi percorsero il fisico statuario dello schiacciatore, per poi fissarsi nello sguardo ambrato dell'altro.

-Non ho programmi.- Disse semplicemente, rimanendo fedele al suo programma quotidiano di impassibilità.

-Ti va di venire con me e gli altri a cena fuori??- Domandò a gran voce Kotaro, con un espressione che annullò completamente la sensualità di quella scena, dando a tutto un tono infantile.

Akaashi ci rifletté un po', valutando e rivalutando quanto una sua partecipazione avesse potuto influire sulla sua copertura. Però non saremo da soli... Pensò Ci saranno anche tutti gli altri quindi è difficile che qualcuno capisca qualcosa...

Grosso errore.

-Va bene.- Acconsentì, distogliendo lo sguardo dallo schiacciatore e dalla sua bella e apparentemente morbida pelle. Ordinò i suoi averi nel borsone di pallavolo e nello zaino di scuola e uscì dalla palestra.

Tirò fuori il suo cellulare, un modello piuttosto vecchio, e digitò il numero di suo padre.

Dopo alcuni squilli, la voce rigida e seria dell'uomo rispose:-Cosa c'è?

Non un "pronto", non un "come stai", solo la semplice e sbrigativa richiesta di sapere perché diavolo lo avesse distolto dai suoi impegni.

-Buonasera papà, ehm...mi chiedevo se- Iniziò a dire, prima di venire bruscamente interrotto dal signor Akaashi:-Arriva al punto Keiji, girare intorno all'argomento non ti farà guadagnare punti a tuo favore.

~❀ «Sempre lì per te» Bokuaka ❀~Where stories live. Discover now