Sorpresa {anno I}

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Trascorse un mese dal giorno della loro dichiarazione. Avevano deciso di rimanere amici come sempre, ma tra loro, qualcosa era comunque cambiato.

Purtroppo, a causa del padre di Akaashi, potevano vedersi solo durante gli allenamenti, a scuola, e nelle rare volte in cui il corvino decideva di mentire al genitore. Quando erano soli, ogni occasione era buona per tenersi per mano, camminare abbracciati, o semplicemente guardarsi negli occhi per un periodo che pareva interminabile. In presenza di altre persone, invece, tra loro sembrava non essere accaduto nulla e nessuno ebbe sospetti.

Nessuno, tranne Yukie, ovviamente, che scoprì subito tutto tramite l'alzatore. I due non si erano parlati durante gran parte del mese di dicembre, sebbene la manager avesse tentato più volte di riagganciare i rapporti. Subito dopo il primo giorno di rientro, però, Keiji si era recato da lei e si era scusato. Quando ebbe raccontato per filo e per segno ciò che gli era accaduto, per fortuna, Shirofuku lo perdonò immediatamente.

Per Akaashi era difficile comportarsi con disinvoltura quando stava vicino a Bokuto, soprattutto ora che sapeva di essere ricambiato. Adesso schiacciatore lo guardava con una nuova sfumatura, non più con quell'espressione da "sono felice per tutto e io e te siamo tanto amici!", ma come se volesse dirgli "ti vedo per quello che sei ed è perfetto". Non riusciva mai a ricacciare indietro l'imbarazzo, quindi, quando erano soli, il suo viso era perennemente rosso come un pomodoro.

Eppure, non stavano insieme, si atteggiavano come semplice amici, non si baciavano e non nominavano i loro sentimenti l'uno per l'altro, ma nonostante questo si piacevano l'un l'altro e ne erano consapevoli, perciò per ora bastava.

Un giorno, dopo l'allenamento, Akaashi aveva detto a Kirai che sarebbe ancora andato a trovare la madre, quindi ebbe tutto il tempo di fare un giro con Kotaro, che aveva deciso di controllare l'oroscopo.

Stavano camminando in città, o meglio, Keiji stava trascinando l'albino in modo da non farlo andare a sbattere contro qualcosa o qualcuno. Come ho già scritto, il corvino non credeva in assurdità simili: come poteva la data di nascita condizionare il carattere? Insomma, la personalità di qualcuno dipende da tanti fattori diversi no? Dalla genetica, dalle esperienze, ma soprattutto da come scegli di essere, giusto? Però, il fatto che Bokuto si fidasse così cecamente di qualcosa non faceva che renderlo ancora più adorabile ai suoi occhi.

Al suo fianco, udì il ragazzo trasalire:-Agaashi! Ma io non ti ho mai chiesto il tuo segno zodiacale!

L'alzatore sospirò: immaginava che quel momento sarebbe arrivato. -Bokuto-san, ti ho già detto che non so niente di queste cose...- Affermò, tirando lo schiacciatore verso destra per non farlo finire contro un lampione.

-ALLORA TE LO POSSO DIRE IO!- Urlò Kotaro, guardandolo con la sua espressione "da cucciolo".

Anche se non aveva voglia di venire aggiornato ogni settimana sul suo futuro dall'albino, sapeva di non essere in grado di resistere a quel faccino. -E va bene.- Sbuffò. -Devo dirti solo il mese e il numero del giorno in cui sono nato, giusto?

-Sì!- Esclamò l'altro emozionato.

-Il 5 dicembre.- Disse Akaashi, spostando il ragazzo per evitare che colpisse un'anziana che stava passando accanto a loro.

Di colpo, Bokuto si fermò. -Aspetta.- Disse. - MI STAI DICENDO CHE NON MI HAI INVITATO AL TUO COMPLEANNO?- Domandò sconvolto.

Keiji si girò a guardarlo, e quasi sorrise alla vista della sua espressione imbronciata. Seriamente pensa che io sono il tipo da dare una festa? E che soprattutto non avrei invitato la persona più importante della mia vita? Si chiese, divertito.

-Non c'era nessun compleanno a cui invitarti.- Rispose semplicemente, guardandolo fisso negli occhi. Era da quando era nato che non festeggiava la ricorrenza della sua nascita. Insomma, era un giorno come gli altri no? Perché entusiasmarsi per un fatto che capitava a tutti ogni singolo anno? In ogni caso, anche se avesse desiderato celebrarlo, primo, non aveva amici da invitare, secondo, suo padre non lo avrebbe mai permesso, definendolo "una futile perdita di tempo". Inoltre, sarebbe caduto nel periodo del suo isolamento forzato, perciò, perfino nella remota possibilità che le precedenti ragioni non fossero state un problema, sarebbe comunque stato troppo occupato a studiare per pensare a cose del genere.

~❀ «Sempre lì per te» Bokuaka ❀~Where stories live. Discover now