Heather {anno I}

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Questo capitolo potrebbe sembrare deprimente all'inizio ma poi migliora, quindi non smettere di leggere.

Fortunatamente, il giorno seguente iniziarono le vacanze invernali, perciò Akaashi poté evitare Bokuto senza problemi. Non gli andava di vederlo, non gli andava di parlargli, non gli andava e basta.

Durante le feste, sua madre lo chiamò innumerevoli volte, domandandogli se, almeno per quell'anno, avrebbe potuto trascorrerle con lei e la sua nuova famiglia. Ovviamente, il corvino aveva sempre declinato, continuando però a mentire al padre. Nelle ore che, in teoria, passava a casa della mamma, in realtà semplicemente correva. Si allenava correndo per un parco praticamente deserto accanto al suo appartamento.

In quei periodi, aveva tempo per pensare, pensare alla sua vita, alla sua infanzia e, soprattutto, ai suoi sentimenti per Kotaro, che non avevano cessato di crescere durante ogni secondo di lontananza.

Ed era lì che si trovava in quel momento: correva sul sentiero che spesso seguiva, le gambe che ormai si muovevano involontariamente, la felpa che, nonostante il gelo di gennaio, lo scaldava, e le cuffiette nelle orecchie.

Quel giorno, dalla sua playlist, era iniziata subito una canzone piuttosto famosa: Heather di Conan Gray. Decise che il suo telefono ce l'aveva con lui: tra tutte le canzoni, proprio quella?

Fatto sta che non la tolse, anzi, continuò a correre ascoltando attentamente il testo e provando a non lasciarsi trasportare troppo dalle proprie emozioni, fallendo miseramente.

Ogni frase gli ricordava lo schiacciatore, ogni nota lo colpiva dritto al cuore, ma continuò a correre.

I still remember the third of December, me in your sweater

Sì rammentò di un fresco giorno di maggio, Bokuto che gli domandava di restare con lui ancora un po' e Keiji che acconsentiva. Loro due camminavano, l'uno accanto all'altro, finché non entrarono in quel negozio. Una volta usciti, l'albino, credendo che avesse freddo, gli aveva prestato la sua felpa nuova.

You said it looked better on me than it did you

Si sentiva al caldo tra quel tessuto, che, nonostante fosse appena uscito dal magazzino, profumava di Kotaro. Gli sembrava che fosse lui ad abbracciarlo, si sentiva protetto, al sicuro, ma quegli occhi ambrati su di lui gli provocavano il sentimento opposto. Lo aveva guardato, e poi, quando meno se lo aspettava, gli aveva detto che stava bene.

Quanto avrebbe dato in quel momento per udire la voce dello schiacciatore complimentarsi con lui!

Only if you knew how much I liked you

Tutte le volte che i loro occhi si erano incontrati, i sorrisi scambiati da lontano, le azioni perfettamente sincronizzate che eseguivano in partita...Tutto questo provocava in Akaashi sempre le stesse reazioni: sentiva le guance accaldarsi, arrossiva, avvertiva nel suo petto il cuore battere a un ritmo mostruoso, ma si sforzava di non darlo a vedere. Tentava di mantenere un'espressione impassibile, sperando che nessuno si accorgesse di nulla.

Forse, però, se avesse detto prima ciò che provava, in quel momento non si sarebbe ritrovato a correre da solo in un parco abbandonato, con le lacrime che minacciavano di scendere e un enorme peso sul petto.

But I watch your eyes as she
Walks by

Non era sicuro se quello fosse il modo in cui gli occhi di Bokuto guardavano il mondo, o se rivolgesse quello sguardo solo alla ragazza, ma quando lo vedeva, desiderava soltanto che quelle iridi ambrate osservassero lui e lui soltanto.

What a sight for sore eyes
Brighter than the blue sky

Gli occhi dello schiacciatore erano sempre meravigliosi: luminosi, gioiosi e perfetti, come ogni singola parte di quel ragazzo. Voleva rivederli, rivederlo, in quel momento, ora.

~❀ «Sempre lì per te» Bokuaka ❀~Donde viven las historias. Descúbrelo ahora