Decisioni {anno II}

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Akaashi era solo a casa, seduto sul proprio letto con le mani a coprirgli il viso. 

Era tornato quel giorno dal ritiro, ma suo padre non era ancora arrivato. Così, il ragazzo aveva tempo per schiarirsi le idee da tutti i pensieri che affollavano la sua mente.

Quella mattina, lui e Bokuto si erano scambiati il loro primo bacio, mentre l'alba incombeva su di loro, in un attimo di transizione che solo pochi hanno il privilegio di osservare. Non aveva pensato quando aveva dato origine a quel gesto: aveva seguito il proprio istinto. Forse era stata l'atmosfera eterea del momento ad averlo fatto agire così sconsideratamente. Forse una parte di lui era convinta di stare ancora sognando. Lo schiacciatore si era confessato a lui, tempo prima, gli aveva detto tante frasi strappalacrime che erano riuscite a farlo sentire davvero amato. Avvertiva ancora la calda sensazione nel proprio petto che aveva sentito quel giorno nel cortile della scuola, nel parco durante la sua finta festa di compleanno e poi qualche ora prima.

Mi sembra di conoscerti da sempre, Agaashi, che fossimo destinati a stare insieme.

Anche se il corvino non credeva a quel genere di cose, non poteva negare che provava lo stesso. baciarlo era stato incredibile: un turbinio di emozioni che lo aveva trasportato fino alla consapevolezza di non poter più nascondersi. Non sarebbe stato giusto nei confronti di Kotaro. Come poteva risolvere il problema, però?

Ciò che lo frenava, che lo aveva sempre frenato era la paura: la paura di esprimere le proprie emozioni, la paura di perdere coloro che amava, la paura di non essere accettato. Poteva la paura impedirgli di vivere? E soprattutto, poteva permetterlo?

No.

Era sempre stato agli ordini, indifferente a tutto ciò che provava, imperturbabile ai rimproveri del padre, alle suppliche della madre, alla vita stessa. Kotaro, però, lo aveva cambiato. Gli aveva mostrato cosa fossero l'amore e la felicità senza rendersene conto. Per una volta si era fidato di qualcuno, con quella persone si era aperto come con nessun altro e non se ne pentiva.

Non poteva permettersi di perderlo.

Sapeva, quindi, che l'unico modo per stare insieme a lui senza nasconderlo era dire la verità.

Doveva fare coming out con suo padre.

Anche il solo pensiero lo fece rabbrividire. Rammentava la reazione dell'uomo quando aveva sorpreso lui e l'albino sul punto di baciarsi e, sebbene non lo avesse mai espresso apertamente, era certo che avesse capito che non era solo un "compagno di scuola". Non era ceco: erano due ragazzi a pochi millimetri dalle labbra l'uno dell'altro, che cosa doveva pensare? Che gli stesse facendo un controllo della dentatura? Bokuto aveva tutto tranne che l'aspetto di un aspirante dentista.

Teneva dentro di sé quel segreto da più di un anno, ormai, e non aveva dubbi sul suo orientamento. Ora però era il momento di tirarlo fuori, perché lo stava consumando l'incertezza su come avrebbe potuto reagire Kirai.

Non parlavano mai di diritti o di politica, in realtà, non parlavano proprio, quindi non aveva idea di come la pensasse al riguardo. Aveva la sensazione, però, che non avrebbe approvato. Era una persona all'antica, tradizionalista, ferma nelle sue convinzioni, perciò non pensava proprio che fosse a favore dell'omosessualità.  A dire il vero, poteva benissimo non sapere dell'esistenza di essa, visto che recensiva solo libri storici e non avevano né televisione né cellulare. Si chiese se avesse degli amici. Non lo aveva mai visto parlare con qualcuno o di qualcuno, non davanti a lui, almeno, quindi la sua vita poteva benissimo svolgersi tra casa e lavoro senza alcuno svago nel mezzo.

Si girò su un fianco e afferrò il telefono depositato sul comodino. 

Solo una persona poteva aiutarlo in quella situazione.

~❀ «Sempre lì per te» Bokuaka ❀~Where stories live. Discover now