Finalmente liberi {anno II}

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perdonatemi, questa parte è davvero lunga.

-Kenma, ti prego, aiutami anche tu!- Supplicò Akaashi, sul punto di una crisi di nervi, al ragazzo apatico seduto sul suo letto. -Che cosa mi metto?- Domandò, per la milionesima volta quel pomeriggio, ai suoi amici, riprendendo a rovistare con ansia crescente nel proprio armadio.

Erano trascorsi due frenetici mesi da quando aveva parlato di nuovo a sua madre, da quando lui e Bokuto si erano confessati l'un l'altro, e ancora non riusciva a credere a quanto la sua vita fosse mutata in quelle settimane. 

Durante quella prima telefonata, la donna, una volta venuta a conoscenza della terribile situazione in cui il figlio si trovava, gli aveva timidamente proposto, indecisa se fosse una buona idea, di andare a vivere con lei. Il corvino era certo di volerla perdonare, ma ormai non la conosceva più, dopo tutto quel tempo! Non poteva andare ad abitare con degli estranei! D'altro canto, però, non poteva certo approfittare troppo dell'ospitalità dei genitori dello schiacciatore! Decise, così, di fare le cose con calma, agganciare gradualmente i rapporti con la sua nuova famiglia, senza forzare eccessivamente la mano.

A quel modo, a passi insicuri e titubanti, si era introdotto pian piano in quella che sarebbe stata la sua nuova normalità, dapprima con delle semplici visite per pranzo, poi rimase a dormire durante il fine settimana, e infine, si era trasferito del tutto.

Sua madre, di nome Bashira, si era sposata da un paio d'anni con Nakano Akio, un uomo semplice e affettuoso, dai modi gentili e compresivi, sebbene fosse spesso silenzioso a causa della sua riservatezza. Quando lo conobbe, egli gli aveva stretto calorosamente la mano, sfoggiando un dolce sorriso per poi dargli il benvenuto in quella casa. 

Aveva due figli: Haruto e Kazuko. Il primo aveva cinque anni ed era il più giovane. All'alzatore ricordava terribilmente il proprio ragazzo, siccome non mancava occasione per saltare, correre o urlare per l'abitazione. L'altra, invece, aveva tredici anni ed era l'esatto contrario del fratello: seria, diligente e studiosa, di una timidezza spiccata ed evidente. Durante uno dei primi pranzi, Keiji e lei avevano conversato a lungo sugli ultimi libri che avevano letto e, da allora, leggere l'uno accanto all'altra in rigoroso silenzio era diventata una specie di tradizione.

Bashira era stata molto comprensiva nei suoi confronti, non era stata troppo insistente, aveva lasciato che le si avvicinasse con i propri tempi e Akaashi le era grato per questo. Aveva passato gli ultimi anni convinto di avere solo Kirai nella famiglia, l'unico che, in fin dei conti, non lo aveva abbandonato, sebbene con lui non avesse mai potuto vivere veramente. Ora, per la prima volta, aveva l'occasione di costruirsi una vita normale, una in cui l'unica vera preoccupazione sono le interrogazioni a sorpresa del professore più odiato,  una in cui l'amore che provava per il proprio compagno di squadra non era che un'aggiunta di gioia ad essa, non una fonte di ulteriori preoccupazioni.

Era felice, questa volta per davvero e completamente.

Quel giorno, lui e l'albino sarebbero usciti in onore del loro mesiversario. Il corvino si chiedeva perché festeggiare il secondo mese e non il primo e lo aveva domandato all'altro. "Se festeggiassimo ogni mese sarebbe meno speciale, Agaashi!" gli aveva risposto allegro quello. Aveva evitato di interrogarsi sul perché celebrare la loro relazione una volta all'anno fosse così indicibile, ma sapeva che avrebbe perso in partenza.

In quel momento, si trovava nella propria camera, con Yukie che approvava o no le proposte di vestiario che le metteva davanti al naso, e Kozume che giochicchiava distrattamente con la ps, senza prestare particolare attenzione né all'amico né al videogame. 

-Porca vacca Keiji, siamo qua dentro da un'ora e mezza e ancora non hai scelto niente!- Si lamentò la manager. -Dai, ora vengo lì io e scelgo per te.

~❀ «Sempre lì per te» Bokuaka ❀~Where stories live. Discover now