20 - Nel mio ufficio. ORA

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Trascorro la notte nella camera degli ospiti a casa di Mark e Luis, piena di scatoloni per il matrimonio. David aveva provato a chiamarmi più volte, mentre Mercedes aveva chiamato Mark non ricevendo più risposta ai suoi messaggi. Il fratello l'aveva tranquillizzata, dicendole che ero da loro. Mi aveva riferito che si sentiva terribilmente in colpa, e il fratello mi pregava di perdonarla. In realtà non avevo nulla da perdonare a Mercedes, e il giorno dopo l'avrei chiamata per tranquillizzarla. Non riesco a dormire molto, ogni tanto sento Mark avvicinarsi al bordo del letto dove sono sdraiata, chiedendomi se voglio una tisana o qualcosa da bere. Dopo qualche tentativo accetto, e alle tre di notte io e Mark siamo seduti sul mio letto che beviamo un tè caldo. Era impensabile che Mark non dicesse nulla, ma adesso sono pronta per ascoltarlo.


"Tesoro, sono così dispiaciuto" mi dice mentre mi poggia una coperta sulle gambe.


"Mark, sono distrutta! Mi stavo innamorando di quell'uomo" dico ammettendo per la prima volta anche a me stessa la realtà dei miei sentimenti. "Adesso come farò? Lavoriamo nello stesso posto. O meglio, lavoro per lui!". Inizio ad agitarmi solo al pensiero di perdere il lavoro e di dover tornare in Italia.



"Non lavorate allo stesso piano, e tu domani mi farai un favore" mi dice mentre sorseggia il the.


"Cosa dovrei fare?" chiedo perplessa.


"Domani ti presenti in ufficio come se nulla fosse, il tuo lavoro è più importante. Non puoi dargli questa soddisfazione".


"Mark non posso, non credo ce la farei"



"Ti devo ricordare come ti sei ridotta l'ultima volta?" Lo guardo non capendo a cosa faccia riferimento.


"Credi che non sappia che quel tuo ex italiano sia venuto qui a New York? Stavi meglio e poi ti sei di nuovo rinchiusa in quell'attico". Non riesco a capire come abbia fatto a capire che Giulio fosse stato qui. Lui mi sorride e decido di non indagare.


"Promettimi che andrai in ufficio, è la tua vita". Le parole di Mark mi fanno pensare, così decido di accontentarlo, aveva ragione.


Finito il tè mi sdraio a letto e Mark si addormenta vicino a me.



Mi sveglio sentendo Luis e Mark che discutono in salotto. Prendo il cellulare per guardare l'ora. Sono le undici di mattina passate. Inutile dire che David mi ha chiamate ininterrottamente per tutta la notte, ma ora aveva smesso, probabilmente in ufficio ha qualcosa di più interessante da fare. Mi alzo e li raggiungo.



"Porca miseria Mark, mi stai facendo esaurire" sento dire a Luis mentre si sta mettendo la giacca.


Mark è seduto per terra che scarta dei pacchi. "Non posso fare tutto io!"


Appena mi vedono smettono di urlare. Luis mi si avvicina e mi da un bacio sulla guancia "Devo andare al lavoro, meglio che ci vada anche tu". Non so se fosse un'allusione al fatto di andare avanti con la mia vita o se intendesse suggerirmi di scappare da Mark.

Fidati di meWhere stories live. Discover now