74 - Non potrai mai capire

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Mercedes e Jeff ci raggiungono a casa verso le sette di sera, presentandosi con una bottiglia di vino rosso e un dolce. 

"Sembra buonissimo ragazzi, grazie" commento, posandolo sul tavolo. Dalla carta trasparente intravedo una sorta di torta al cioccolato, con della frutta secca sopra. "Lo hai fatto tu?"

"Ma per chi mi hai preso?", mi risponde Mercedes.

Scoppio a ridere, mentre saluto Jeff, prendendogli il cappotto. È una delle poche volte in cui lo vedo senza divisa, e mi fa sempre un certo effetto.

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Per cena abbiamo preparato delle lasagne molto semplici, sotto richiesta specifica di Mercedes. Dopo avermi ascoltato la mattina, merita altro che delle lasagne. Certo, non saranno mai buone come quelle di mia madre, con il ragù che cuoce per ore, ma penso si accontenteranno comunque.

David è intento in cucina ad aprire il vino, mentre io dispongo quattro calici sul tavolo, che abbiamo spostato più vicino alla vetrata, in modo da avere la città a farci da sfondo.

"Anna scusami" mi dice un Jeff, alzandosi dalla sedia. "Lo so che per te non dev'essere facile parlarne, ma volevo solo scusarmi". Nonostante stia con Mercedes ormai da un po', non smette di essere quel ragazzo dolce, e anche un po' impacciato, che ho conosciuto un paio di anni fa.

"Per cosa?" chiedo, mentre la mia amica lo guarda severo, quasi come se l'avesse obbligato lei a parlare.

"Per la signorina Katie" dice lui, abbassando lo sguardo, "sai, erano anni che la conoscevo... io quando è entrata non me ne sono accorto, e avrei dovuto".

Non mi sono mai sentita di dargli la colpa. È sempre stata un passo a noi, e per molto tempo anche più furba.

"Jeff, non ti preoccupare. Hai idea di quanta gente abbia preso in giro?" rispondo per tranquillizzarlo, mentre David ci raggiunge.

Spero che l'argomento muoia in fretta, data la sua propensione a diventare più che nervoso ogni volta che qualcuno nomina l'accaduto. E lo capisco, ci ha distrutto. Fisicamente e moralmente. Ma sarà per sempre un avvenimento che farà parte della nostra vita. E che, a modo suo, ha insegnato anche molto, sia a me che a David.

"Lo considero un vero e proprio fallimento" dice con sguardo truce, grattandosi nervosamente il braccio.

Questo ragazzo è troppo dolce, l'accoppiata con Mercedes è surreale.

"Per fortuna non è successo niente mentre eravamo in casa" cerco di concludere, andando verso il forno, da cui faccio uscire la teglia con le lasagne. Un profumo di casa inizia a invadere la cucina.

"Comunque se David non ti ha ancora licenziato, vuol dire che non hai fatto nulla di sbagliato" sento dire a Mercedes dall'altra stanza, mentre li raggiungo.

Le sue uscite non smetteranno mai di stupirmi.

Jeff sgrana gli occhi preoccupato, mentre lei sorride tranquilla.

"Dì qualcosa!" intimo a David, che mi guarda con un sorrisetto furbo sul viso.

"Cosa devo dire?", mi risponde lui. "È la verità" afferma estrema tranquillità.

Abbasso la testa da un lato, ammonendo sia lui che la mia amica.

"Io come devo fare con voi due?" rido, brindando con Jeff, che ha ripreso un colorito normale. Forse grazie al vino.

Mi manca la presenza di Luis che, con me, riequilibra la situazione.

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Dopo aver impiattato quattro porzioni ci sediamo e ci godiamo tranquillamente la cena.

Fidati di meWhere stories live. Discover now