49 - Psicopatica

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"Questo non doveva accadere" dice infilandosi un paio di jeans mentre telefona a Bones, uno dei suoi avvocati.

"In che senso?" gli chiedo con sguardo preoccupato, ma anche triste di vedere che sta per indossare una maglia. Anche sotto la neve, vorrei sempre vederlo a petto nudo.

"Insomma, è sempre stato un problema più mio che tuo... e poi ormai ci ho fatto l'abitudine" continuo.

Controvoglia mi alzo anch'io dal letto, infilandomi una maglietta oversize che trovo sulla poltrona. Mi basta avvicinarla, che sento il profumo di David.

"Anna non capisci" mi dice scaraventando il cellulare sul letto, dal momento che non riceve alcuna risposta da Bones.

È palesemente nervoso, e non smette di maltrattare i suoi capelli.

"Questo articolo non doveva uscire" dice serio.

Riprendo il cellulare in mano e rileggo uno dei tanti.

David Lockwood e Anna Neri in procinto di sposarsi?

I due hanno presenziato insieme al matrimonio di una coppia di amici, in occasione del quale lei ha preso il bouquet lanciato dallo sposo!

I due non smettono di essere una delle coppie più affiatate di Manhattan, chissà che Mr Lockwood non chieda la mano della bella italiana.

Giuro che se leggo ancora bella italiana in qualche articolo, è la volta buona che farò buon uso degli avvocati di David.

In ogni caso, continuo a guardarlo confusa, forse ancora addormentata. Non ci credo che possa dargli fastidio un articolo del genere. Non ci vedo niente di male.

"Non è che mi devi sposare davvero, perché ho preso il bouquet", dico per scherzare, ma capisco subito che non è in vena.

"Il problema è lei, Katie!" dice, mentre compone un altro numero sul cellulare. "Non ci siamo mai più fatti fotografare insieme...Ma possibile che devo sempre chiamare mezzo mondo per parlare con te?" si interrompe per prendersela come suo solito con qualcuno al telefono.

In effetti, rimettendo a posto ogni singolo tassello della storia, io e lui non siamo stati più fotografati insieme da quando lui ha visto Katie.

David discosta un attimo il telefono dall'orecchio, per rivolgersi a me "se vede questi articoli smetterà di credere alla storia che ho montato", mi illumina lui.

Perfetto, penso.

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Alle undici del mattino abbiamo casa invasa da gente. L'unica cosa che volevo fare io oggi era andare in ufficio a finire l'articolo ma, "te lo puoi scordare" mi ha risposto David. Il tutto seguito da una me che se ne va a fare la doccia sbuffando.

Mentre tutti sono seduti o in piedi vicino al tavolo del living suonano alla porta. Per quanto sia grande quest'appartamento inizia ad esserci decisamente un po' troppa gente.

"Cloe" dico abbracciandola, poi saluto anche Peter che entra dopo.

"Alla buon ora" lo saluta, o meglio insulta, David.

"Buongiorno anche a te fratellone... Perdonami se non sono corso da te al primo squillo, ma anche io ho una donna da soddisfare!" gli risponde per le rime il fratello, lasciando me e Cloe a bocca aperta.

Ci guardiamo e insieme diciamo "Lockwood...", per poi scoppiare a ridere. La presenza di Cloe mi aiuta a smorzare l'ansia della situazione.

"Bene, quando avete finito, qui abbiamo qualcosa di serio di cui parlare" dice arrotolandosi le maniche della camicia, per poi appoggiarsi al tavolo.

Fidati di meWhere stories live. Discover now