75 - Capodanno (prima parte)

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Guardo la città impazzire dalla grande parete del living mentre, dietro di me, alcuni camerieri e un cuoco stanno sistemando le cose per questa sera. In mano ho una tazza di tè verde, che ho preparato per accompagnare un pezzo del dolce che aveva portato ieri Mercedes. Solitamente sono scettica con le torte confezionate, ma questa mi ha conquistata. Posso tranquillamente dire che non ha niente da invidiare a quelle di mia madre, ma di questo non ne farò certo parola con lei. Pena il diseredo.

Tutta New York si sta preparando per i festeggiamenti e quest'anno, per la prima volta, me la vivrò diversamente. È vero, sono venuta a New York per cambiare vita, impulsivamente, ma è solo da un anno a questa parte che me la sto vivendo veramente, e questo anche grazie a David.

Dai grattacieli davanti a me provengono luci di tutti i colori, mentre sento il trambusto delle macchine passare per la strada, nonostante le finestre ben insonorizzate.

David si sta facendo una doccia. Effettivamente con gli altri hanno fatto una piccola partita a basket nel cortile di Will. A volte basta riprendere una vecchia abitudine per tornare ad essere se stessi, e quando siamo tornati a casa, raccontandomi a quanto avessero vinto lui e Drew, ho trovato nei suoi occhi una luce che non avevo mai visto.

A volte mi chiedo come fosse David prima. Prima della morte del padre, prima delle dipendenze. È uguale al David di adesso? Questo lo escludo, ma in ogni cosa che faccio spero di trasmettergli quella leggerezza che, forse, era anni che gli mancava.

"Mi scusi signorina" mi chiede una ragazza molto giovane, distraendomi dai miei pensieri. "Dove possiamo trovare il vino?"

David aveva deciso di occuparsi lui delle bevande, è sempre stato preciso e attento ai vini. Faccio cenno alla ragazza di seguirmi insieme ad un paio di ragazzi più forzuti di noi due, e andiamo a prendere le casse di vino che aveva fatto sistemare nello studio.

Mentre li sto aiutando a portare il tutto nel living, che sta diventando sempre più piccolo con le decorazioni, vengo raggiunta da David.

"Dammi qua", dice prendendomi dalle mani una piccola cassetta contenente tre bottiglie di bianco, che arrivano direttamente dalla mia amata Toscana. Si arrotola le maniche della camicia bianca, e la posa sopra l'isola della cucina.

Poi mi viene di nuovo incontro, per sussurrarmi all'orecchio. "Catering vuol dire che fanno tutto loro Anna". Mi stupisco che non abbia aggiunto, ed è per questo che li pago.

"Davo solo una mano" obietto, sciogliendomi i capelli.

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Dopo poco, dalla porta, compare Peter, "ehi ragazzi!", indossa una tuta blu elettrico dell'Adidas, parecchio aderente. Anche per ciò che riguarda l'abbigliamento, è ben diverso dal fratello, che non eccede mai con colori e tessuti particolari.

Saluta David con una pacca sulla spalla. "Già qui?"

"Ho pensato di darvi una mano, mentre aspetto che Cloe esca dal parrucchiere" fa spallucce.

"Allora qui avete tutti bisogno di un ripasso" commenta David scuotendo la testa.

Peter mi guarda confuso, ma gli faccio cenno di lasciar perdere. Discutere con lui di certe cose è una causa persa.

"Buon pomeriggio alla cognata più bella che ho" si avvicina sornione.

"Buon pomeriggio a te, che hai solo una cognata" saluto di rimando.

David ci osserva con le braccia incrociate.

"Quando la smetterai di essere geloso?" chiede Peter, mentre platealmente mi bacia la mano, inchinandosi.

Fidati di meWhere stories live. Discover now