VENTUNO

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C'era sicuramente qualcosa di sbagliato.

Abel si girò su un fianco, senza riuscire a togliersi di dosso quella spiacevole sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato.
Che tutto fosse sbagliato.

Il cuscino era duro, scomodissimo. Anche quello era sbagliato. Il suo meraviglioso e super ergonomico cuscino in memory foam non poteva essere scomodissimo – assolutamente no. Gli diede un pugno, tentando di ammorbidirlo, ma niente. Nessun risultato, neanche il più piccolo cambiamento. Sarebbe stato più comodo stando con la testa appoggiata direttamente su una lastra di marmo, ne era convintissimo.

Sgranò gli occhi e si tirò a sedere.
Magda sedeva ai piedi del letto, le gambe accavallate, una coscia lasciata scoperta dal profondo spacco che le si apriva su un lato del vestito. Indossava delle autoreggenti bianche, con il bordo di finissimo pizzo.

Aggrottò la fronte. -Dove sono?- domandò con voce rauca. Si schiarì la gola e rivolse un'occhiataccia in tralice in direzione della lamia.

-In casa di Reik-

Reik.
Abel venne colpito da un capogiro improvviso, persino la gamba sinistra prese a pulsargli a causa del dolore e di colpo la mente venne sopraffatta da una sequenza veloce di ricordi, uno più terrificante dell'altro.

-Reik?- chiese con un filo di voce e chiuse gli occhi, portandosi una mano alla gola. Le sue dita erano gelide e rabbrividì al suo stesso tocco.

-Di là-

-Di là, dove?-

-In soggiorno. Sorvegliato da un paio dei miei ragazzi...-

-Roberto e Florian?-

Magda scosse la testa e i riccioli rossi che adornavano il suo capo le molleggiarono graziosamente intorno al viso. -Altri. Roberto e Florian li ho mandati a sistemare i vicini-

-In che senso?-

-Nel senso che stanno portando loro dei... pasticcini. Al termine della visita, puoi stare certo che nessuno di loro ricorderà di aver udito urla umane e strani ululati provenire da questo appartamento-

-Cancelleranno loro la memoria?-

Magda scosse la testa. -Non possono farlo. Diciamo che restituiranno loro una versione alterata della realtà... ecco. Questo è più esatto-

Abel si premette due dita sulle tempie. -Mi sta venendo mal di testa-

-Credo che sia il minimo, zuccherino. Come va la gamba?-

-Fa male-

Magda si strinse di nuovo nelle spalle. -Anche questo era prevedibile. Non ti ha reciso tendini, né lesionato muscoli, quindi tornerai come nuovo nel giro di qualche giorno-

-Ma adesso fa male-

-Ma non mi dire!- esclamò sarcastica la donna.

-Reik?- chiese ancora Abel, sospirando mesto.

-Te l'ho detto...-

-Come sta?- la interruppe.

Magda gli rivolse uno sguardo scettico. -Sta messo malaccio. Come è consueto per un mannaro dopo essere stato costretto alla trasformazione. Lo sai che, a differenza dei licantropi...-

-I mannari non sono consenzienti alla metamorfosi, non la controllano e non si controllano- la interruppe ancora. -Avrebbe potuto ammazzarmi- mormorò.

Magda si incupì. -Non sarebbe stata una cosa volontaria-

-Deve essere terribile...-

-Vuoi vederlo?- domandò all'improvviso e Abel sussultò.

ARABESQUE Where stories live. Discover now