TRENTADUE

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Baker si grattò un angolo della fronte. Stava iniziando a sudare pure lui. Era evidentemente agitato, si muoveva a scatti, con estremo nervosismo, tanto che pure Abel ne venne contagiato e iniziò a muoversi a disagio sulla tavolozza del water.

-I licantropi da che parte stanno?-

-Contro l'A.S.S.S. Ad oggi, contro l'A.S.S.S. Fino a quando sono nato io, però, prima della Legge, prima che Saul diventasse capoclan, prima che l'esistenza delle creature sovrannaturali diventasse di dominio pubblico, le cose erano ben diverse e il Clan era a tutti gli effetti al servizio del governo-

-C'era un altro capoclan?-

Abel annuì. -Una specie di scassacazzi, stupido come una pigna secca e arrogante da fare schifo, stando a quello che mi ha raccontato mia madre. Il ché è tutto dire, visto che, ad oggi, il Clan non brilla certo di chissà quale intelligenza-

-Adesso stai generalizzando tu-

-Perché li conosco e i sani di mente all'interno del Clan si contano sulle dita di una mano. Poi ci sta Rudi che sano di mente lo è davvero poco, ma ragiona molto meglio di qualche altro che si professa lucido, ma questa è un'altra storia-

-Come?-

-Niente, stavo divagando-

-Non ho ancora capito fino in fondo per quale motivo sei così contrario alla tua famiglia...-

Abel aggrottò la fronte. -Non sono contrario. E poi parli tu che hai divorziato da tua moglie perché è una strega!-

-No. Ho divorziato da mia moglie perché mi ha tradito. Dopo avermi sposato senza dirmi chi era veramente, dopo aver messo al mondo dei figli con me senza dirmi quali sarebbero potute essere per loro le ripercussioni derivanti dalla nostra unione. Io, dopo tutto questo, l'avevo perdonata, per amore, ma lei ha preferito un altro- John trasse un profondo respiro e Abel distolse lo sguardo da lui. -Ma la famiglia è la famiglia e lei rimane la madre dei miei figli-

-Io non faccio davvero parte della mia famiglia e questa è la cosa che mi è sempre pesata. Che mi hanno sempre fatto pesare. Nonostante tutto sono qui, in questa situazione di merda con te, in casa di un morto, a parlare dei cazzi miei con te, seduto su un cesso proprio perché, nella mia visione stupidamente romantica delle cose, volevo proteggerli-

Baker sorrise triste. -La famiglia è la famiglia-

Abel roteò gli occhi, infastidito. Ma poi ebbe l'ennesimo momento di distrazione e un pensiero gli attraversò la mente.

La Connessione del Sangue.
Sua madre era riuscita a comunicare con lui anche se si trovavano fisicamente a chilometri di distanza. Non era una cosa possibile per due persone che non avevano lo stesso sangue, ma loro lo avevano fatto. Era impossibile, eppure era esattamente ciò che era successo.

Il cellulare di John squillò e Abel sussultò. Stava iniziando ad odiare la suoneria di quel dannato dispensatore di cattive notizie.
Assottigliò lo sguardo e rivolse un'occhiataccia in direzione dell'ispettore.

-Sono Baker-

Non poteva udire la persona che, dall'altro lato del microfono, stava parlando con il poliziotto, mentre lui restava impassibile, in silenzio.
Appena chiuse la telefonata – senza neppure un saluto di commiato – John lo fissò con espressione severa.

-Usa parole semplici, poco dirette e infiocchettate, per favore, che di mazzate non credo di riuscire a sopportarne più-

Baker fece una smorfia e si passò una mano dietro al collo, sgranchendosi un po' anche le spalle. -Sta accadendo proprio quello che più temevamo-

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