QUARANTATRÉ

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Sembrava che stesse dormendo. Disteso a pancia in giù, con il profilo pallido che si stagliava netto sul cuscino, una mano vicino alle labbra – proprio come un bambino – che gli conferiva un'aurea innocente, quasi fiabesca.
Un bel principe addormentato.

E ancora non aveva idea di dove fossero finiti i suoi occhiali.

Abel gli accarezzò la radice del naso con un dito, scendendo piano sulla punta, continuando la sua flebile carezza sulle labbra, ridisegnandone i contorni con fare reverenziale. Era incanto dalla sua bellezza, dalla bellezza di Reik. Gli sembrava di vivere una specie di sogno e gli sarebbe piaciuto potersi chinare sul suo viso, baciarlo e vedere i suoi occhi spalancarsi e specchiarsi nei suoi.

Tuttavia scese con lo sguardo sul suo collo, sulle spalle e l'incantesimo si spezzò. La schiena era interamente fasciata da garze intrise di sangue e altre macchie più chiare, di un acceso arancione. Respirava a fatica ed era incredibile sentirsi quasi euforico nel vederlo in quello stato, ma gioire proprio perché respirava ancora.

-Sta perdendo ancora sangue?- domandò con un filo di voce, indicando le garze con un dito.

Magda gli si fece vicina, gli poggiò una mano su una spalla, accarezzandogli il braccio con l'altra. -Non sono riusciti a fermare l'emorragia-

-Sta morendo dissanguato?-

-Hanno fatto tutto quello che potevano...-

-Chi?- la interruppe e la sua voce si fece di colpo adirata.

-Sai bene chi- ribatté Magda. -Ti trovi in casa mia-

-Voglio i nomi-

-Non ti darò altri nomi sui quali scaricare il tuo dolore. Ne hai già uno in lista...-

-Ada? Non è la sola- la interruppe ancora. -È assurdo che non possiate fare nulla per salvarlo!- urlò.

-Stiamo facendo tutto quello che è in nostro potere...-

-No, non è vero. Avete fatto lo stretto necessario per non sentirvi in colpa. La verità è che non vi state impegnando abbastanza-

-La verità?!- esclamò Magda, indignata, allontandosi da lui di un passo.

-Sì. La verità è che vi fa comodo un mannaro in meno- sibilò Abel e la lamia contrasse i muscoli del viso, mentre le sue pupille si riducevano a lame sottili.

-So quanto è importante per te, Abel- disse con tono solenne e Abel non ne era propriamente certo, ma forse quella era persino la prima volta che lo chiamava per nome. -E tu sei importante per me-

-Non abbastanza-

-Ti sbagli- Magda gli accarezzò una guancia e trasse un sospiro stanco.

Sembrò invecchiare di colpo e la sua pelle si fece meno luminosa, intorno agli occhi e alle labbra le si formarono delle rughe d'espressione, mentre abbassava la testa e curvava le spalle in avanti, soccombendo a un qualche peso invisibile.

-Non puoi addormentarlo e aspettare la prossima luna piena? Magari si trasforma e guarisce da solo-

Magda sorrise triste – anche lei pareva essere stata contagiata dalla stessa "malattia" di Reik e Florian. -Nei film, forse. Come fa a trasformarsi quando ha a malapena la forza per respirare?-

-Sei tu a tenerlo in questo stato, vero?- le chiese di rimando, sospettando che avesse sorvolato sulla prima parte della sua precedente domanda proprio per non dover ammettere ad alta voce di stare impiegando la propria energia per tentare di salvare un mannaro. Magda si limitò ad annuire, confermando tutti i suoi sospetti. -La trasformazione è una cosa involontaria, no?-

ARABESQUE Where stories live. Discover now