VENTISETTE

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-Che dicono i media?-

-Tacciono. Sono tutti sintonizzati sul Bundeskanzleramt, ma non ci sono ancora novità- rispose Roberto, senza distogliere gli occhi dallo schermo.

Sedeva nel salotto di casa di Abel, davanti la TV, con il volume impostato al minimo. Il cellulare in una mano, mentre scrollava con un pollice la homepage di una testata giornalistica, mentre teneva la radio in funzione, sempre a un volume talmente basso da non permettergli neppure di percepirlo, ma che, a quanto pareva, era sufficiente per l'udito del vampiro.

Abel sospirò e si grattò la testa con fare nervoso, tirandosi davanti agli occhi diverse ciocche di capelli.

-Se continua così, potrebbero restare chiusi lì dentro a discuterne per giorni- disse Florian, poggiando una tazza di caffè sul tavolo, tra le sue mani.

Abel lo ringraziò con un cenno e sbuffò. -Non so se riuscirei a mantenere una tale tensione per giorni...-

-Pensa che sono anni che noi la manteniamo- disse Hauke.

Si sentì punto nel vivo, ancora una volta accusato – seppur in maniera subdola – di non essere abbastanza lupo. Tuttavia preferì tacere, spostando la propria attenzione sull'ispettore e Reik, chini sul fascicolo che Roberto e Florian erano riusciti a rubare alla Stazione di Polizia.

Si stava annoiando. E quando la noia subentrava, Abel sapeva di rischiare un'impennata di acidità emotiva.
Non sopportava già più l'idea che tante persone gli si muovessero intorno. Tollerava ancora Reik e Hauke, ma solo perché, al di sopra di ogni logica, gli ormoni gli permettevano di farsi piacere la loro compagnia – anche se lo stavano ignorando e questo lo indispettiva parecchio.

Non sopportava Roberto, così assorto, così impegnato, così tutto, da far sentire lui, al confronto, uno scansafatiche.

E non sopportava Krista e Gideon che si muovevano come ombre silenziose intorno al tavolo occupato dai due poliziotti, lasciandosi sfuggire rare smorfie e qualche parola sussurrata.

A malapena tollerava ancora Florian e soltanto perché, fino a quel momento, con lui era stato gentile.

Scosse la testa e, ancora una volta, le parole di Gesche gli risuonarono nelle orecchie come un tetro avvertimento.
Sospirò e si alzò dalla poltrona. Subito Florian comparve al suo fianco, gli porse un braccio e poggiò una mano al centro della sua schiena. Abel si sentì arrossire di fronte a tanta premura nei propri confronti e si morse un labbro. Ma poi rammentò che non erano soli e il suo sguardo si mosse per la stanza, sorprendendo Hauke intento a fissarlo in cagnesco e captando uno sguardo fugace di Reik nella sua direzione, prima che il poliziotto si spingesse gli occhiali sulla radice del naso con un dito, girando la testa di scatto verso il collega. Abel sospirò rassegnato e accettò l'aiuto di Florian.

-Lo dicevo- borbottò l'Ispettore Baker.

-Riesco a deambulare benissimo da solo- ribatté.

-Allora stai flirtando anche con Florian, per questo accetti il suo aiuto?- si intromise subito Hauke.

-Beh, solo tu sei stato esonerato dal mio radar, quindi... non sono affari tuoi-

-Immagino che il tuo nuovo fidanzatino sia contento di vederti fare il cascamorto con altri-

-Lo sto soltanto aiutando a spostarsi da qui- lo interruppe Florian con voce sibillina. -Vorrei ricordati, caro lupo, che Abel è ferito-

-Come no- borbottò Hauke.

-Sempre più geloso- si intromise Krista, agitando una mano in aria con fare infastidito.

-No-

-Anche se fosse- disse Abel tutto d'un fiato, nella speranza di porre fine a quello scambio di battute prima che lo sguardo di Reik si facesse troppo disperato. -Ripeto: non sono affari tuoi. Fino a prova contraria io sono un uomo libero e faccio il cazzo che voglio e con chi voglio- rivolse la propria attenzione su Reik e il poliziotto gli rispose con un sorriso teso.

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