The Lord Of Chaos ll ~ l'Ascesa degli Eredi ~

Capitolo 59: ritorno al presente

Misumi Tamotsu, il nonno di Yuuto, stava sorseggiando la sua terza tazza di thè con calma, mentre ascoltava la storia di Emi.

"Perciò è così che è andata .............Devo dire, che io, e mia moglie, abbiamo avuto un certo........"timore", per la vostra sicurezza, quando mia figlia ci avviso, di togliervi dagli affiliati del clan, 3 anni fa. Non era mai capitato prima, che Ayame, facesse una tale richiesta, così su due piedi."

L'allieva di Ayame di bagno le labbra con le ultime gocce del suo quinto thè, mentre annuiva con la testa verso l'ex capo clan.

"Immagini che sia, una paura più che comprensibile.............neanche noi avevamo intenzione di portare alla caduta di un clan, di misogineni bastardi, quando siamo partire per Tokyo."(Emi)

"*Ridacchia* se non fosse così, dubito che mio figlio vi farebbe uscire così spesso, Suzuki Emi. Il peso dell'essere il nuovo capo clan, sarebbe insopportabile, se la sua gemella, e la sua allieva, andassero in giro a, e qui cito le sue parole; "abbattere clan minori, e poi dirlo in giro con orgoglio. senza pensare alle conseguenze o a l'emicrania che dovrò sopportare per colpa loro!" *Ridacchia*"(Tamotsu)

"Eheheh, è ancora arrabbiato allora. Non posso dargli torto, ma non cambierei le mie azioni, di 3 anni fa, a discapito del prezzo."

Misumi Kenji, il gemello di Ayame, aveva avuto la sfortuna, di dover gestire le conseguenze delle azioni di Emi e della sua Shishou. Pultroppo per lui, sua padre era vecchio e stanco, perciò, aveva deciso di lasciare a lui tutta la faccenda, per prepararlo a prendere il comando.

L'intero fascicolo, che riguardava la caduta dei Kuromori era stato segretato, dai piani alti degli [Inquisitori].

Nonostante ciò, però, l'eliminazione di ogni soggetto maschile, di una intera famiglia, fece molto scalpore in tutto il paese.

Era abbastanza prevedibile. Non era un evento che accadeva tutti i giorni.

Molte fazione e individui gli diedero un certo peso, perciò, nonostante la segretezza, e gli ordini degli [Inquisitori], alcune storie erano trapelate su ciò che era accaduto, quel giorno.

Il [Primo Ordine] non confermo o smentì mai le voci, perciò molto iniziarono a considerarle vere.

In pochi mesi, tutti seppero della vera natura del clan Kuromori, e di quello che aveva fatto alle donne del clan. Naturalmente, non molto piansero per la morte di tali individui. Sigillare i poteri dei propri famigliari, solo perché nati con un sesso scomodo? Chiunque avesse difeso una tale azione, sarebbe stato linciato pubblicamente, dalla comunità giapponese.

Pultroppo però, questa continua attenzione fu, più che malsana, per le vittime della famiglia di misogini, Akio compresa.

Fu per questo, che Ayame, diffuse la voce, che lei e la sua allieva erano le principali, responsabili di tutto quel casino.

Fu Kenji a dover spiegare agli alleati del clan, e agli affiliati le azioni di sua sorella, senza violare la segretezza degli [Inquisitori]. Non fu un compito facile.

Le azioni della Misumi e della [mezzosangue] avevano messo in una posizione scomoda l'intero clan, alcune fazioni, non tolleravano che altre famiglie, mettessero il naso nei loro affari, anche se avevano delle buone ragioni.

"Kenji non ti chiederebbe mai, di abbandonare la tua amica, per non mettere nei guai la nostra famiglia, Suzuki Emi."(Tamotsu)

"Lo so.............può fare finta che non gli piaccio, ma so che è "arrabbiato", più per il fatto di aver attirato l'attenzione su di me, che per aver messo in una cattiva luce il clan."(Emi)

"Era abbastanza ovvio. Sei una di noi............sei di famiglia, anche se non hai il nostro sangue...........non c'è niente di più naturale, che proteggere i propri famigliari, a discapito del prezzo, ragazza mia."

Emi non poté non sorride a quelle parole.

C'erano tante voci che circolavano su i Misumi.

Sulla loro freddezza, spietatezza, e crudeltà, alcune parlavano addirittura che non avessero un anima, e che fossero meno che umani.

La migliore amica di Akio, non poté che essere disgustava da ciò che la gente pensava su i Misumi.