5. «Ciao... mi chiamo Alessandro»

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I giorni seguenti si svolsero in grande tranquillità, e incredibilmente riuscii a non pensare ai miei genitori. Uscivo tutti i giorni con quei ragazzi e ogni giorno mi trovavo sempre meglio. Chiamavo sempre Matteo e gli raccontavo tutto quello che mi succedeva.
«Ciao Matte! Come va a Roma?»
«Oh lo sai bene come va, ora che non ci sei neanche tu penso seriamente di cambiare scuola da un giorno all'altro. Secondo te mi ammettono in un'altra sezione adesso? Comunque... come va al Sud?»
«Guarda, già il primo giorno mi sono fatta degli amici. Sono tutti molto socievoli e simpatici e mi hanno accolto molto calorosamente.»
«Cavolo, beata te! Ora vengo a vivere anche io dai tuoi zii.»
Ridemmo insieme.
«Magari guarda! Comunque però non mancano i misteri. Lo sai, in classe mia c'è un ragazzo a cui da un giorno all'altro gli occhi sono diventati da verdi a neri con pagliuzze rosse. E per di più da simpatico e socievole ha cominciato a isolarsi e ad incazzarsi con tutto e tutti. Ti giuro fa paura.»
«Oddio... e sta in classe tua?»
«Sarà il mio compagno di banco quando una ragazza malata tornerà a scuola e le dovrò lasciare il posto, pensa un po'.»
«AH! Andiamo bene allora...»
«Già...»
«Ilary!!!! sono le undici e mezza è meglio se vai a dormire se non vuoi sembrare uno zombie domani a scuola!»
«Oh è mia zia... dice che devo andare a dormire... ci sentiamo un altro giorno ok? Ciao Matte!»
«Ciao Ila, allora ci sentiamo!»
«Ciao ciao.»
«Ciao.»
Chiusi la chiamata. "Quanto è simpatico quel ragazzo" pensai mentre spegnevo la luce e andavo a dormire.

Il giorno dopo andai a scuola e trovai il mio posto abusivo occupato da probabilmente la legittima proprietaria. Era una ragazza con i capelli rossi a caschetto molto lisci e gli occhi azzurri. Ed ecco che arrivò il momento tanto temuto di occupare il mio legittimo posto. Sedendomi gli accennai un sorriso ma lui mi ignorava, quindi meglio per me.
La prima lezione che avremmo avuto quel giorno era fisica. Il professor Gennari entrò con dei fogli e ne distribuì uno a banco dicendo: «Oggi farete un compito a coppie e mi raccomando, cercate di non far fare il lavoro solo ad uno, sappiate che vi controllo.» disse guardando male Giada, che fece una faccia fintamente innocente.
Ma proprio il compito a coppie?!
«Hei... ciao!» una voce venne dalla mia destra, un po' insicura, che cercava di apparire dolce.
Mi giro e vedo che Alessandro mi sta guardando, con i suoi occhi inquietanti e un sorriso timido. «C-ciao...»
«Tu sei la ragazza nuova, Ilary, giusto?»
«Si... e tu sei Alessandro Delgei, il fratello di Alice.»
«Puoi chiamarmi Alex.» disse facendomi l'occhiolino. «Tu vivevi a Roma no? Com'è che dalla grande città ti sei ritrovata in un paesino sperduto come questo?»
«Brutta storia.» dissi abbassando lo sguardo.
«Oh... allora preferisco non saperlo se ti fa male ricordare.»
Wow, molto comprensivo, meno male.
«E io invece potrei sapere perché hai quegli occhi così... sono lenti a contatto vero?»
«No sono naturali, ma non ti posso dire nulla, mi è vietato parlarne. Pensa, è così segreto che non posso dirlo nemmeno a mia sorella! Veramente assurdo. Io lo direi a tutti quelli che me lo chiedono, così mi capirebbero anche, ma le leggi sono leggi.» disse ruotando gli occhi in modo annoiato.
«Ah... Be, vorrà dire che per ora lascerò stare ma sappi che non te la farò passare lisca così facilmente. Un giorno lo saprò.»
Inclinò la testa da un lato. «Uhu... determinata la ragazza. Vedremo, vedremo.» disse ghignando.
«Si ma ora facciamo il compito che è meglio.» dissi infine.

Alex se la cavava abbastanza bene in fisica e riuscimmo a finire il compito senza troppe difficoltà. Mentre lo svolgevamo parlavamo del più e del meno e non fu per nulla pesante fare il compito. Ogni tanto il prof ci guardava con uno sguardo di ammonimento ma non faceva altro. «Ci va piano con me, preferisce non rischiare di far succedere un casino, sai, le emozioni fanno un brutto effetto su di me.»
«In che senso scusa?»
«Segreto.»
«E mamma mia non posso sapere nulla di te!»
«Mi chiedi solo le cose sbagliate, che ci posso fare.»
«Silenzio laggiù e concentratevi sul compito.» si limitò a dire Gennari quando cominciammo a disturbare veramente un po' troppo.
Era veramente simpatico, chissà perché non si comportava così con tutti. A parte gli occhi era pure carino. I ricci neri come la pece gli cadevano sulla fronte in un ciuffo spettinato che alle punte sembrava quasi bruciacchiato e indossava dei jeans neri e una maglietta grigio scuro a maniche corte quel giorno. La corporatura era abbastanza muscolosa, meno di Tommaso, e si vedeva che era alto, anche da seduto. Notai che aveva una catenina di metallo al braccio destro.

Alla fine delle lezioni, subito prima della pausa, Alex mi disse sorridendo timidamente: «Hei... senti in questi giorni come avrai notato sono un po' solo... mi chiedevo se ti andrebbe qualche volta di farmi compagnia... magari così ci conosciamo meglio e, che ne so, magari mi potresti aiutare ad reintegrarmi nella classe.»
«Oh beh... magari.» e lo avrei fatto, a parte l'aspetto un po' spaventoso era comunque u ragazzo simpaticissimo, o almeno così mi era parso. Sarebbe stato divertente. Ci guardammo negli occhi per qualche secondo e mi sembrò che i suoi erano meno rossi di prima, un po' meno strani, ma forse era solo un'impressione data la luce. «Così magari scoprirò il tuo segreto che non puoi rivelare.» aggiunsi poi ghignando.
«Questo lo vedremo.» disse rispondendo a tono.
«Si, vedremo.»
Sono sempre stata molto curiosa e quel fatto assurdo lo avrei scoperto ad ogni costo. Un mio difetto infatti è che se mi fisso qualcosa in testa non mi si leva dalla mente fino a quando non ho svolto il compito che mi sono assegnata. Quindi scoprire quello che era successo a quel ragazzo era d'obbligo per me in quel momento.

Uscita in piazza incontrai il gruppetto di ragazzi. Alice mi corse incontro. «Com'è andata con mio fratello? Si è comportato da asociale come al solito o ti ha detto qualcosa? Ti ha trattata male... che ne so.» mi disse febbrilmente.
«Hei, hei. Calmati. Comunque non si è comportato male con me, anzi, è stato molto carino e simpatico. Però si, gli occhi sono inquietanti.»
«Aspetta, cosa? Con te si è comportato normalmente? Ma respinge tutti...»
«Si lo so è strano... gli chiederò una spiegazione dopo.»
«Pff... e che voi che ti spieghi, Alessandro è tutto strano.» Tommaso si fece avanti roteando gli occhi in modo annoiato.
«Guarda che non è che dato che tu e lui vi odiate allora lui è strano eh!» Rispose Alice stringendo i pugni. A quanto pare lei teneva molto a suo fratello.
Tommaso sbuffò alzando gli occhi al cielo.
Quindi quei due si odiavano eh. «Come mai vi odiate?»
«Lascia perdere Ilary.» intervenne il diretto interessato.
«Si, lascia perdere che è meglio, è solo una cosa stupida.» sopraggiunse Alice.
Ok...
«Comunque ragazzi... è ora di tornare in classe.» disse Marco, e così tutti ci dirigemmo alle nostre aule, lasciando così la conversazione.


Spazio autrice
Scusate il ritardo per l'arrivo di questo capitolo, ho avuto tantissima difficoltà a scriverlo, anche se sapevo già che cosa metterci perché era una delle scene fondamentali di questo libro che avevo già pensato da tanto tempo.

Comunque... la storia sta prendendo forma e i misteri si infittiscono... chissà se Ilary riuscirà a scoprire cosa è successo ad Alex, e soprattutto, perché il ragazzo si è comportato così con lei? È strano...

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se è un po' noioso, e che la storia vi stia piacendo:)

I Gemelli - Volume 1 - La Quiete Prima della Tempesta Where stories live. Discover now