15. La libreria

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In quel periodo la mia vita trascorreva nella più totale serenità, a scuola andava bene, avevo un gruppo di simpaticissimi amici con cui ridere e scherzare, una migliore amica fantastica su cui contare e a cui potevo raccontare tutto, degli zii che mi trattavano come fossi la loro figlia e grazie ad Alex non mancavano mai le sorprese, rendendomi le giornate sempre diverse ed eccitanti. Anche Tommaso era tornato il ragazzo più o meno simpatico che avevo conosciuto ad ottobre, cioè il mese prima, e non aveva più avuto comportamenti come quello che mi aveva lasciata senza parole l'altro giorno.
Una cosa che però mi mancava erano i libri. Non che dai miei zii non ce ne fossero, ma mi mancavano i libri fantasy che erano bruciati con la casa, quelli che avrei riletto cento volte senza mai annoiarmi, quelle storie fantastiche in mondi in cui mi perdevo per scappare dalla realtà ed iniziare a sognare. Quei libri con le pagine ormai ingiallite e spiegazzate dalle tante volte che li avevo sfogliati, con ancora alcune pagine piegate dal segno del segnalibro, se ne avevo usato uno un po' più spesso. A Roma vivevo nei libri, continuavo a comprarne in quantità industriali e mi immergevo sempre in una nuova lettura, pensando a quanto quei mondi fossero diversi da quello reale, e sognavo di essere in uno di quelli. Odiavo la realtà in cui vivevo e i libri mi davano un'alternativa, anche se solo nella mia testa, di vivere avventure fantastiche, tra guerra e pace, magia e incanto. Nel fine settimana mi capitava di rimanere a leggere tutto il giorno, e avevo infatti sviluppato una leggerissima miopia perché mi ero rovinata gli occhi.
Per questo quel sabato pomeriggio ebbi il bisogno di uscire a cercare una libreria o una biblioteca per comprare o prendere in prestito dei libri per passare il tempo. Presi allora i soldi che avevo lasciato da parte nel mio zaino il giorno dell'incendio e uscii.

Dopo un bel po' di tempo che andavo in giro per la cittadina di Lumini, trovai finalmente una libreria molto grande, non molto lontano dalla scuola media. Mi ci fiondai dentro alla velocità della luce, cercando il reparto fantasy e paranormale che tanto amavo e quando lo trovai, cominciai a scorrere i titoli per trovare qualcosa di interessante, leggendo le trame e qualche capitolo a caso. Le saghe e i libri più famosi li avevo letti più o meno tutti, quindi avrei dovuto catapultarmi nell'ignoto.
Rimasi lì per circa un'ora, a guardare i tantissimi libri e a crogiolarmi in quello che poteva essere il mio paradiso, leggendo pezzetti di capitoli e segnandomi sul telefono i libri che potevano essere belli, finché la mia attenzione non fu catturata da una trilogia ambientata in un futuro post apocalittico perennemente in guerra, dove gli uomini avevano sviluppato dei poteri magici. La storia sembrava interessante e decisi di prendere il primo libro, di circa 600 pagine e che avrebbe occupato per un po' il mio tempo libero, e mi avviai soddisfatta verso le casse.
Camminando, dato che troppa era la curiosità, avevo cominciato a leggere il primo capitolo e non prestavo più di tanto attenzione a dove andavo. E fu per questo che, non accorgendomi della sua presenza, sbattei contro una persona e caddi rovinosamente a terra.
«Hei stai attento a dove...» cominciò quello con tono brusco e ringhiante ma voltandosi a guardarmi si interruppe e cambiò tono, «Principessa! Anche tu qui! È incredibile quanto sia piccolo il mondo. Dai, ti aiuto ad alzarti.» disse sorridente e divertito porgendomi la mano.
Tra tutti gli sconosciuti contro cui avrei potuto sbattere, proprio contro Alex!
Afferrai la sua mano arrossendo per il fatto che avevo appena eseguito l'ennesima figuraccia davanti a lui e mentre mi alzavo non lo guardavo in faccia, trovando molto più interessante invece guardare le mattonelle del pavimento.
«Anche tu a caccia di libri eh?»
«Uh...? Già...» risposi distratta e imbarazzata. «A proposito... che ci fai qua?» cercai di comportarmi come facevo di solito con lui ma la voce mi venne fuori più acuta del normale.
«Cercavo un libro da regalare ad Alice per il suo compleanno, che è tra poco.»
«Ah veramente? E quando?» cominciavo a sciogliermi un po', anche se l'immagine della figuraccia non era ancora passata.
«È il 17 dicembre e sei invitata.»
«Oh ok!»
«Invece... come mai questa Principessa è venuta in una libreria?» chiese in tono ironico e cantilenante.
«Sono venuta a comprare dei libri no?» risposi incrociando le braccia al petto.
«Risposta davvero inaspettata. E cosa stavi leggendo quando hai sbattuto addosso a me, il che è stato davvero divertente?»
«Si ok però ora non infierire.» dissi mettendo il broncio.
«Lo sai che te lo rinfaccerò per sempre vero?»
«Uff..» roteai gli occhi. «Comunque, cambiando discorso...» ripresi a voce un po' troppo alta, «stavo leggendo questo libro, che ho intenzione di comprare.» e gli mostrai il primo volume della nuova saga che avrei letto.
«Oh, e di che parla?» chiese lui incuriosito.
«È ambientato in un'epoca post apocalittica perennemente in guerra dove gli uomini hanno sviluppato dei portieri, tipo dominare l'acqua, l'aria, la terra e il fuoco, l'elettricità eccetera.»
«E quindi ti piacciono i libri violenti e fantastici... non è da tutti. Comunque approvo la tua scelta, sembra un libro interessante.»
«Già..»
«Beh, comunque anche io ho trovato quello che cercavo, quindi se vuoi ti accompagno alle casse per pagare.»
«Magari! Cioè, ok.» cominciai con troppo entusiasmo, cercando poi di correggermi.
«Bene, allora ti guido. Da questa parte!» E mi spinse verso destra.
«Senti, ho detto che mi puoi accompagnare, questo non vuol dire che abbia bisogno di una guida.»
«A beh, non si sa mai, è una grande libreria, una persona nuova si potrebbe perdere.» si scusò lui alzando le mani.
Io in risposta mi fermai con le braccia conserte di fronte a lui, guardandolo con aria di rimprovero.
«Uff... quanto sei permalosa!» disse lui in modo fintamente annoiato, «Dai, andiamo.»

Arrivati alle casse pagammo i libri e uscimmo da quello che avrebbe potuto benissimo essere il mio paradiso, e solo dopo che ci fummo rimessi sulla strada ripresi a parlare, con una domanda che mi sorse spontanea: «Non mi ricordo se me lo hai già detto, ma sai cosa succede se qualcuno viola la legge che impedisce alla gente come te di rivelare la sua particolarità?»
«Per quanto ne so, colui o colei che rivela può scegliere tra processo, che può arrivare alla pena di morte, e esilio, senza possibilità di tornare nel proprio paese d'origine. Per quanto riguarda il "Normale" che ha saputo, beh... finisce in prigione a vita, a meno che non si trasformi nel frattempo, come probabilmente sarebbe il tuo caso e quello di mia sorella. In questo secondo caso quello o quella che ha saputo è libero, anche se credo gli o le venga messo qualcosa sulla cartella penale, però non so molto su questo, mentre per chi ha rivelato le pene sono minori ma sempre pesanti.» mi spiegò allora Alex.
«Addirittura la pena di morte?» questo passaggio mi aveva sconvolta.
«Già, la cosa è molto seria.»
«Oh... Vorrà dire che cercherò di chiederti meno cose possibili, ma sappi che sarà difficile.»
«E lo sarà altrettanto mantenere il segreto!» concordò Alex. «Comunque...» riprese poi con uno sguardo malizioso che nascondeva una punta di cattiveria, «Tu non sei mai stata con nessuno, quindi non hai mai fatto nulla, giusto Verginella?»
«Ma che razza di domanda è?!» reagii scandalizzata, mentre sentivo le guance andare a fuoco, e distolsi lo sguardo, come scottata. Avevo assolutamente capito che intendeva dire con quella domanda, che più che altro sembrava un'affermazione fatta apposta per mettermi in imbarazzo.
Guardando la mia reazione scoppiò a ridere, essendo riuscito a pieno nel suo intento. «Che cosa ti ridi? Anche tu sei nella mia stessa situazione, non sei mai stato con nessuna o nessuno, quindi non rompere.» cercai di ribattere e ribaltare la situazione, accigliandomi e incrociando le braccia al petto.
Lui invece rimase rilassato, divertendosi nello stuzzicarmi così e rispose prontamente. «Il fatto che non sia mai stato con nessuno non significa che sia vergine.»
«Che vuoi dire?» Dissi cominciando a preoccuparmi, «Non dirmi che...»
«Ok, ok, ok... non cominciare a pensare a cose strane, è molto più semplice di quello che sembra.» mi rassicurò immediatamente alzando le mani. Ora era lui quello in difficoltà. «Hai presente che prima della trasformazione ero un tipo molto sociale e amavo stare con le persone? Ecco quest'estate, intorno a fine agosto, c'è stato il compleanno di questo mio amico, e facendo diciassette anni volle fare una festa tutt'altro che discreta, invitando nella sua grande casa molti suoi compagni di classe e amici, compreso me. I suoi erano fuori in vacanza e avevamo la casa tutta per noi. Era stato portato alcol e fumo, senza dimenticare le droghe leggere. Un party che trasgrediva molte leggi insomma. Puoi immaginare come sia andata a finire, un bicchiere dopo l'altro e mi sono ubriacato. Neanche tanto in realtà, ero ancora abbastanza lucido. Non ricordo esattamente quella notte ma tra una cosa e un'altra mi sono trovato a... beh, ecco a farlo con una. Niente di serio ovviamente, non l'ho più vista da quel giorno, probabilmente veniva da fuori Lumini.» si passò una mano tra i capelli corvini.
«HA. Beh, che ti posso dire, complimenti. Grazie per avermi appena traumatizzata, non chiedevo altro. Spero davvero che tu sta scherzando.» lo rimproverai guardandolo incredula.
Lui in risposta scoppiò in una fragorosa risata. «No, no, è tutto vero!»
«Lo sai che non dormirò stanotte vero?»
«Era il mio intento!» mi fece l'occhiolino, continuando a divertirsi nel farmi diventare matta. «Non dirmi però che sei una di quelle ragazze vissute nella bolla, che non sanno nulla del mondo esterno.»
«Beh, sai, non avere amici può portare a questo.» dissi incrociando le braccia al petto e mettendo il broncio.
«Ok, se lo dici tu! Ora però, Verginella, devo veramente andare. Ci vediamo in giro.»
«La devi smettere di infierire su di me ma soprattutto, perché ora mi chiami così?» dissi alzando la voce.
«Principessa non ti piace...» rispose facendo spallucce, con l'aria più innocente del mondo.
«Guarda era meglio quello. Ciao Alex, devo andare a casa.»
«Arrivederci Principessa!»
«Sei insopportabile.»
«So di essere fantastico, non c'è bisogno che me lo dica.»
«CIAO.» tagliai corto.
«Però, che freddezza.»
Al suo commento risposi chiudendo il pugno e alzando il medio, a cui lui reagì con una risata, dopo di che ognuno tornò a casa propria.

Spazio autrice

Finalmente sono riuscita a finire il capitolo!!!

Vorrei solo sapere, dato che non mi ricordo, se avevo già scritto le conseguenze della trasgressione della legge, perché nel caso fosse così, una ripetizione risulterebbe inutile.

e poi, Alex! ma cosa ci combini!

Scusate per l'attesa!!!

noi ci rivediamo nel prossimo capitolo :)

I Gemelli - Volume 1 - La Quiete Prima della Tempesta Where stories live. Discover now