18. Sulla neve

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«Cosa avete fatto ieri a Napoli? Alice è tornata a casa al settimo cielo.»
Io e Alex passeggiavamo tranquillamente per la piazza e il sole pomeridiano era ormai quasi calato, date le giornate molto corte. Faceva freddo e io ero avvolta in un piumino nero regalatomi da zia Margherita e avevo il collo coperto da una sciarpa di lana anch'essa scura. Alex, invece, indossava solo una felpa nera e jeans larghi blu scuro. Mi chiedevo come facesse a non gelare.
«Bah, cose che non ti interessano.» risposi noncurante, cercando di tenere fermi i denti che continuavano a battere. Alex fece un verso d'assenso, probabilmente poteva immaginare.

«Freddo?» chiese dopo una pausa, alzando un sopracciglio.
«Tu che dici?» lo guardai male.
Lui sorrise e, senza dire altro, prese le mie mani gelide e le avvolse nelle sue, straordinariamente calde, e subito provai sollievo. A quel tocco sentii le guance andare a fuoco e abbassai lo sguardo per non farmi vedere e concentrarmi per riprendermi. Schiacciai dentro di me tutti i sentimenti e le emozioni che si muovevano attorno al mio cuore e così il battito del cuore pian piano prese a rallentare.
«Grazie, ora va molto meglio.» dissi finalmente con il tono più fermo che riuscii a trovare, «Mi chiedo come tu faccia a non sentire freddo e addirittura ad avere le mani tanto calde!»
«Ho i miei metodi.» mi fece l'occhiolino.

Rimanemmo così, a guardarci, per quello che mi parve un'infinità di tempo, i miei occhi color cioccolato nei suoi verde scuro, non ancora del tutto liberi dall'ombra nera che li aveva coperti dalla sua trasformazione. Erano così belli, avevano la capacità di incantarmi a loro.

Fui io la prima a riscuotermi dall'incanto e mi concentrai su quello che mi ero ripromessa di fare. «Alex, domani c'è la festa di Alice, quella ufficiale sulla neve, e mi chiedevo se tu saresti venuto con noi.»
Lui distolse lo sguardo, come scottato. «No, ci sarà troppa gente. Lo sai cosa rischio.» rispose secco, contraendo la mascella.
«Dai! Ci sarò io! E così potrai legare nuovamente con i tuoi vecchi amici. Sarebbe bello se tu non rimanessi più solo. Tua sorella ci tiene molto, le faresti un regalo enorme solo con la tua presenza!» lo guardavo intensamente, lo supplicavo con gli occhi.
«Non sono sicuro che sarebbe una scelta responsabile.»
«Ti prego, Alex!» mi avvicinai ancora al suo viso e strinsi la presa sulle nostre mani ancora intrecciate, «Fallo per tua sorella... fallo per me.» con l'ultima frase la mia voce divenne un sussurro.

Ci fu un lungo momento di silenzio che Alex utilizzò probabilmente per analizzare le mie parole e prendere una decisione definitiva.
«Va bene.» sospirò infine, abbassando la testa rassegnato, anche se notai il sorriso che spuntava sulle sue labbra.
«Che cosa?»
«Verrò alla festa! Però tu devi sempre rimanere nei paraggi chiaro?» il suo sorriso si allargò mentre rialzava la testa per guardarmi e io mi illuminai di gioia.
«Oh mio dio, grazie Alex!» quasi urlai dalla gioia mentre gli gettavo le braccia al collo.
Lui rimase fermo per qualche secondo, colpito da ciò che era appena successo, ma poi ricambiò l'abbraccio, avvolgendomi tra le sue braccia, e mi riscaldò.

Dopo chissà quanto tempo alzai la testa dalla sua spalla per guardarlo negli occhi. Eravamo così vicini, i nostri naso quasi si sfioravano. D'istinto il mio sguardo si spostò sulle sue labbra e il suo sulle mie. Ci avvicinammo ancora...

La suoneria del mio telefono ci svegliò di soprassalto dal nostro sogno, riportandoci alla realtà, e ci separammo di colpo. Irritata e trattenendo un'imprecazione estrassi il telefono dalla tasca e risposi ad Alice.
«Ciao Ila! Scusa, ti disturbo?»
«Non potevi scegliere momento peggiore per chiamare.» mormorai a denti stretti.
«Oh, se vuoi tu chiamo dopo.» si affrettò a dire.
«Non importa, ormai è fatta, vai avanti. Cosa mi devi dire?»
«Ah, si. Domani in montagna vieni in macchina con noi, va bene? Ti veniamo a prendere alle otto.»
«Va bene.»
«Ah! E alla fine hai parlato con Alex? Viene?»
«Sì, ci ho appena parlato, verrà.» un acuto evvai si sentì dall'altra parte della cornetta, «Stavamo ancora parlando quando ci hai interrotti.» tenevo un tono di voce basso, preferivo che Alex non sentisse ciò che stavo dicendo a sua sorella.
«Ah, ho capito...» il suo tono era diventato malizioso, «Non stavate parlando.»
«Domani ti racconto.»
«E faresti bene! Voglio sapere tutto, chiaro? Beh, divertitevi piccioncini, vi lascio alle vostre romanticherie! Ciao ciao!»
«Ah, ah, divertente. Ciao Ali, ci vediamo domani!» e attaccò.

I Gemelli - Volume 1 - La Quiete Prima della Tempesta Where stories live. Discover now