16. Invito a casa Delgei

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Sono in un'abitazione che non riconosco, sembra un insieme tra la mia casa di Roma e quella dei miei zii. A quanto pare è in corso una festa, perché c'è molta gente e c'è la musica a palla, oltre alle psichedeliche luci colorate e ai banconi pieni di bibite e snack. Non riesco a vedere chiaramente i volti delle persone, ma sono sicura che ci siano tutti i miei amici, perché sono certa di averli riconosciuti tra la folla.
Il volume della musica insieme al chiasso assordante sono veloci a farmi venire un forte mal di testa e subito sento mancare l'aria. Corro all'esterno, sul grande terrazzo, e comincio a respirare profondamente, appoggiandomi alla ringhiera e guardando fuori la notte buia.
«Vedo che la Principessa non è abituata alle feste!»
Mi giro. Davanti a me c'è Alex con due bicchieri di quello che credo sia champagne in mano, che indossa una camicia bianca e i jeans neri, mentre i voluminosi capelli corvini sono sistemati nel ciuffo di sempre che quasi copre gli occhi.
«Volevo solo guardare le stelle, oggi sono molto luminose.» ribatto alla sua provocazione, incrociando le braccia al petto e cercando di mantenere un tono fermo e fiero.
Lui scoppia a ridere. «Si certo, come no.»
Si avvicina a me e si appoggia alla ringhiera al mio fianco, senza mai staccare gli occhi dalla mia figura.
«Che c'è?» dico sentendo salire disagio.
Lui fa un sorriso un po' ambiguo. «Te l'hanno già detto che sei uno schianto stasera?»
Sento immediatamente le guance andare a fuoco e giro di scatto la testa dall'altra parte, per non farlo notare. «Ah si?» la mia voce è solo un sussurro.
Solo ora faccio caso a come sono vestita: indosso un abito da sera blu scuro che mi arriva al ginocchio, con una collana e un bracciale di pietre trasparenti, che brillano grazie alle luci della festa. Non penso siano diamanti, perché non me li sarei mai potuti permettere.
«Vuoi?» Alex attira nuovamente la mia attenzione porgendomi uno dei due bicchieri e prendendo un sorso dall'altro.
«No... grazie. Non bevo.»
«Peccato, vorrà dire che lo berrò io dopo.» e lo appoggia per terra dietro di sé.
«Non esagerare con l'alcol.» lo avverto.
«Ti preoccupi per me eh?» dice mettendo delicatamente una mano sotto il mio mento per alzarmi la testa.
Restiamo chissà quanto tempo in silenzio a guardarci negli occhi, io completamente persa nei suoi.
«Dio quanto sei bella!» dice lui, mentre si avvicina e mi bacia.

Non avevo mai odiato tanto il rumore della sveglia, che mi riportò brutalmente alla realtà, facendomi imprecare in tutti i modi possibili. La mattina iniziava bene a quanto pare.
Mi diressi verso il bagno, dove mi chiusi immediatamente. Dopo aver lavato la faccia tornai del tutto a ragionare e con un sospiro mi appoggiai alla vasca da bagno, tenendomi la fronte con una mano. Cominciavo anche a sognare queste cose adesso, che stupida. Il sogno ora mi appariva molto confuso, ricordavo soltanto che stavo ad una festa e Alex mi aveva baciata su una terrazza, ma sentivo una terribile sensazione nello stomaco, che mi faceva sentire profondamente a disagio.

Dopo essermi preparata e ben coperta per il clima dell'inizio di dicembre, mi avviai come di consueto verso la scuola e il pensiero di questo sogno mi perseguitava. Come avrei fatto a vederlo quel giorno, dopo ciò che avevo sognato? In realtà si potrebbe dire che non era nulla di che ma a me, a cui mai era capitata una cosa del genere, dava un profondo fastidio.
«Soprappensiero già di prima mattina?» Così mi salutò Alex quando ci sedemmo al banco, e mi riportò sulla Terra.
«Uh...? Gia...» risposi distrattamente e senza guardarlo.
Quella situazione del sogno mi imbarazzava non poco, facevo addirittura fatica a guardare il mio compagno di banco. Ma, del resto, era solo uno stupido sogno, frutto della mia immaginazione e influenzato dal fatto che avevo una cotta per Alex, la quale sarebbe andata via presto.
«Oi tutto bene?»
«Sì, sì... perché?»
«Non lo so... mi sembra che tu sia in un altro mondo oggi. A che stai pensando?» sembrava preoccupato.
«A nulla di particolare in realtà.» mentii.
«Ah, Ilary, ti devo chiedere una cosa. Io e Alice ci siamo parlati...»
Mi girai verso di lui, sbalordita. «Davvero? Hai parlato con lei?» solitamente non ci si dovrebbe sorprendere se un ragazzo parla con sua sorella, nel caso di Alex, però, ogni relazione con altre persone era motivo di felicità. Mi faceva molto piacere che finalmente avesse finito di chiudersi in se stesso e avesse ricominciato a socializzare.
«Sì... in realtà non ci siamo detti nulla di che, ci siamo solo accordati su una cosa. Dato che tra circa due settimane è Natale, ci chiedevamo se ti farebbe piacere che lo passassi con noi, a casa nostra. Abbiamo parlato con i nostri genitori e anche loro sono d'accordo. Se puoi, ci faresti tutti felici.»
«Certo che accetto!» dissi emozionata, «I miei zii andranno da alcuni loro amici e non avevo alcuna voglia di andare con loro. Per di più, mi piacerebbe moltissimo conoscere i tuoi e vedere la tua casa.» Ero al settimo cielo. Mi sarebbe davvero piaciuto passare il Natale con loro.
«Oh che bello!» i suoi occhi si illuminarono di gioia, divenendo di un verde più brillante, «Ci sarà anche mio fratello Francesco, così conoscerai anche lui.» disse eccitato.
«Davvero? Ancora meglio!»

I Gemelli - Volume 1 - La Quiete Prima della Tempesta Where stories live. Discover now