Capitolo Quattro: "Super freaky girl"

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Finite le lezioni prendo il bus con Andrea e Victoria, parliamo in generale della classe e fanno battutine su quello che solo loro credono: che io abbia un interesse verso Enea. Assolutamente sbagliato.
Saluto con un bacio sulla guancia Vic e insieme ad Andrea le ricordiamo di scriverci quando arriva a casa, poi invece è Andrea a salutare me.

Scendo dal bus, Andrea mi rivolge una linguaccia che ricambio arricciando il naso e sorridendole subito dopo. Entro in libreria solo per poter prendere i libri che mi ero auto-ordinata, saluto un paio di miei colleghi e poi mi dirigo verso il cinese. Ordino da asporto, e con i due sacchetti pieni di cibo vado verso la palestra del centro città. Un enorme edificio si erge davanti a me, spingo il portone - sempre aperto - e saluto la receptionist, che con grande sorpresa mi saluta e mi indica la sala dove c'è mia sorella, la ringrazio e mi dirigo verso la stanza. Apro leggermente la porta e vedo mia sorella che regge il sacco da box per allenare un ragazzo. La musica metallica è al massimo, talmente tanto che non si sente la porta che ho sbattuto. Faccio una smorfia per la musica troppo alta, poso le buste del mangiare sulla panca e con un dito mi tappo un orecchie mentre mi siedo. Alzo lo sguardo poco dopo e mi rendo conto che Nina non mi ha ancora notato. Sorrido quando vedo che urla al ragazzo di colpire ancor più forte ma il ragazzo, stanco, si butta a terra con le mani - coperte dei guantoni - in faccia.

<<Pappamolle>> mormora Nina dopo aver spento la musica. Mi avvicino a loro, guardando il ragazzo per terra e poi mia sorella che mi stringe in un veloce abbraccio. <<Ho portato il cinese>> le comunico indicando la panca, lei annuisce prima di dirmi che va a rinfrescarsi e di rimanere dove sono. Quando Nina non è più nella stanza, la mia concentrazione passa al ragazzo ancora steso per terra con gli occhi chiusi. Gli vado vicino, mettendo un piede accanto a un suo fianco e faccio la stessa cosa anche con l'altro.

<<Sono in paradiso>> sussurra quando apre un occhio e mi vede.

Rido per la sua reazione e mi inginocchio iniziando a levargli i guantoni rosso fuoco. Li poso vicino alla sua testa e mi rialzo in piedi, esco dalla stanza e mi avvio alle macchinette da dove prendo una bottiglietta d'acqua. Quando entro nella stanza, il ragazzo è seduto con le spalle al muro; le gambe divaricate e i capelli sudati. <<Vorrei fischiare ma non so farlo>> gli sorrido lanciandogli la bottiglietta. La prende al volo e con un solo sorso ne finisce metà. Mi siedo nella panca e lo osservo. Il tipo è abbastanza carino ma si vede che non è un mio coetaneo. I capelli castani solo abbastanza lunghi e sudati, il petto è ampio e privo di maglietta e i lineamenti del viso sono dolci e segnati dalla poca barba incolta. Come io osservo lui, lui lo fa con me. I suoi occhi vagano per il mio corpo e poi si corrucciano.
<<Ti devi allenare? Non sembri in una tenuta consona>> . Sorrido alla sua affermazione e indico le buste col mangiare, dove si vede perfettamente il nome del ristorante cinese..

<<Uhhh, appuntamento?>> indica lo spogliatoio, dove mia sorella si sta ancora sistemando e io sorrido <<Ritenta>> mi alzo dalla panca avvicinandomi a lui. <<Le chiedi di sposarti?>> sgrano gli occhi a quella affermazione e scoppio a ridere. <<Sono piccola per sposarmi, ed è mia sorella>> preciso sedendomi davanti a lui. Sorride anche lui e percorre con lo sguardo il mio corpo, di nuovo.
<<Quindi sei libera?>> ammicca e io trattengo per non darmi una mano in faccia.

<< In realtà sono fidanzata >> sollevo le spalle, lui alza le sopracciglia incredulo per un millisecondo poi la sua espressione ritorna normale. << E ci credo, chi non ti vorrebbe al suo fianco >> sorride prima di ritornare a bere, mentre io abbasso lo sguardo imbarazzata. Non penso di essere tutto sto granché, e non capisco come io normalmente sia timida a parlare con i ragazzi mentre anche solo con un goccio di alcool me li porto a letto. Ripenso a quello che è successo sabato e mi ritorna il magone, ho fatto così per tutta l'estate, dopo che l'ho fatto per la prima volta con il mio unico attuale ex, il numero dei ragazzi che mi sono fatta saliva ogni settimana. E non vado fiera di questo. In estate si ha sempre quell'adrenalina in più, ti godi la vita ma direi che me la sono goduta anche tanto ed è ora di darsi una regolata.

Amare è come volare Where stories live. Discover now