Capitolo Sei: "The Little Prince"

67 6 0
                                    

Il mio sguardo vaga dappertutto tranne sulla figura che ho davanti a me, la sua figura, facendo attenzione a non incrociare il suo sguardo. Le mie mani sudate circondano la tazzina calda del caffè davanti a me, sono tesa come una corda di violino mentre lui ha le spalle ricurve ma la mascella serrata. C'é molta tensione. Sono nervosa e imbarazzata.

<< Quindi? >> alzo subito lo sguardo, incrociando - finalmente - i suoi occhi. Corruccio le sopracciglia portando alla bocca il pollice e mordicchiando una pellicina. << Cosa? >> chiedo alzando le sopracciglia, mi aspetto di tutto, non so mai cosa possa dire questo ragazzo. Lui si protende avanti con le spalle, gli avambracci poggiati al tavolo e i suoi polpastrelli girano tra di loro la tazzina di caffè. << Ti ho fatta male? >>

Abbasso lo sguardo sulle mie mani prima di rialzarlo e incontrare la sua figura.
<< No, non mi hai fatto male. Cosa te lo fa pensare? >> prendo la mia tazzina di caffè rigirandomela tra le mani e aspettando una risposta che purtroppo non arriva.  Alzo la testa e lo vedo con il capo chinato, le mani sulla nuca. Sembra contrariato dalla mia domanda e come se non volesse rispondere scuote la testa.
<< Tranquillo, puoi anche non rispondere >>.

Prendo un sorso di caffè e inizio ad osservarmi intorno, ma l'attrazione che i miei occhi e il mio corpo prova per lui è alta. Mi avvicino a lui, guardandolo in cerca di una possibile reazione e con delicatezza prendo il suo avambraccio portandolo verso il tavolo e prendendolo per mano. La sua testa si alza di scatto ad osservarmi ed io non posso fare a meno di sprofondare in quelle iridi color cioccolato.
<< Va tutto bene, non c'è nessun problema >> sussurro stringendogli leggermente le dita. Dicendogli implicitamente che io ci sono - anche se magari a lui non importa. Lui continua a fissarmi e mi chiedo se io abbia qualcosa fuori posto ma poi mi sorride leggermente e con la mano libera afferra la tazzina di caffè e se la appoggia alla labbra. Abbassa lo sguardo quando riposa la tazzina sul tavolo, facendo salire e scendere il suo pomo d'Adamo.

<< E' una cosa difficile da spiegare, ma mi preoccupo molto se faccio del male >> sussurra ancora col capo abbassato. I suoi capelli scompigliati gli scendono sul volto e mi concentro ad osservare le nostre mani unite da quella stretta leggerissima. Le sue unghie pulite e con lo smalto nero, le sue dita ricoperte di anelli spessi e argentati sono in netto contrasto con le mie unghie lunghe e colorate con tutti i colori pastello. Rafforza la presa quando io cerco di mollarla e mi arrendo a tenere quel collegamento che mi trasmette tanti brividi e una stretta allo stomaco.

<< E' per un trauma? >> trasalisce alla mia domanda e strizzo i miei occhi appena mi rendo conto di cosa ho detto. << Cazzo. Scusa, sono molto schietta. Non che questo mi giustifica eh >> sbuffo una risata e quando noto che lui ha teso le spalle mi rendo conto di essere stata un po' una merda. << Scusa davvero, non volevo e non dovevo essere indelicata...mi spiace >> stringo le sue falangi con le mie e il suo sguardo si alza per un paio di secondi cercando conferma nel mio sguardo. Gli sorrido cercando di trasmettergli quella finta serenità che ormai mi accompagna da un paio di giorni e forse ci riesco per dei minuti perché lui alza la testa e - senza lasciare la nostra stretta di dita - mi avvicina il libro del “Il piccolo principe”, che era sempre rimasto accanto a lui.

Lo guarda con occhi luminosi e lo mette tra di noi, proprio vicino alle nostre mani. Mi lancia uno sguardo, lo sento dalla sensazione perforante e bruciante che mi lasciano i suoi occhi su di me, ma io rimango ad osservare il libro. Lascio a malincuore l'intreccio che avevano creato le nostre mani e prendo i mano il libro che mi ha accompagnato in tutta l'infanzia. E come se fossi dentro un film, tutti i miei ricordi sia belli che brutti passati con quel libro accanto mi ritornano in mente: con un fiume in piena che non riesci a fermare, come una mandria di bisonti che vengono rincorsi da leoni, come dei sassi che cadono da una montagna ad alta velocità.

Amare è come volare Where stories live. Discover now