Capitolo Diciannove: "Lemonate"

44 6 3
                                    


<

< A che punto siete con il progetto? >> la voce della professoressa di storia dell'arte mi fa trasalire dai miei pensieri, automaticamente mi giro verso il mio compagno di banco che ricambia subito il mio sguardo. “Guardi prof, io e Enea siamo già passati alla pratica infatti abbiamo mezzo scopato nella mia cucina”, cerco di reprimere un sorriso alla reazione sbalordita che mi sono immaginata da parte della professoressa a una mia risposta di questo genere. << Lena e Sofia? >> le protette della professoressa sono le prime a essere chiamate e come tutti già sospettavamo hanno quasi finito il progetto. La professoressa chiede a un altro po' di coppie, tra cui anche Alma e Victoria - che fanno coppia insieme - Andrea e Bella, che si sono trovate. << Ambra ed Enea? >>

Il ragazzo rivolge tutta la sua attenzione alla professoressa e gli chiede se le può parlare in privato, ovviamente la professoressa acconsente e gli dice di parlarne fuori dalla classe. Enea annuisce, una sua mano va a finire sulla mia coscia e la stringe per richiamare la mia attenzione. << Vieni pure tu >> sussurra, non è una domanda ma un'affermazione che suona dannatamente autoritaria. La prof non fa domande quando vede uscire anche me dalla classe e con calma invita Enea a parlare. Sono confusa anch'io di quello che le vuole dire, non abbiamo avuto problemi con il progetto - a parte non aver capito cosa dover fare - ma solo disorganizzazione nella gestione del tempo e dei nostri istinti.

<< Le volevo parlare di una situazione grave che si ripercuote sullo studio. Purtroppo mia madre sta male, è per lo più a letto e quando torno a casa mi devo prendere cura di lei. Io e la mia compagna, Ambra, ci siamo incontrati fuori dalla scuola, anche a casa mia, ma come può confermare Ambra siamo a rilento nel progetto per la non-indipendenza di mia madre >> la voce di Enea si spezza alle sue parole, noto i suoi occhi farsi lucidi e mi appresto a stringergli una mano, gesto che non passa inosservato alla professoressa. << Caro mi dispiace per la situazione familiare, l'unica cosa che posso fare è darvi delle settimane in più, se dopo le vacanze non riuscite a consegnare. Spero che la situazione a casa si risolva, noto con piacere che Ambra le é di grande aiuto. >> la professoressa stringe la spalla di Enea per sostegno alle sue parole e gli sorride come se fosse suo figlio. << Io ora rientro, rimani un attimo fuori per riprenderti tesoro >> lo sguardo della donna passa da lui a me, che con un segno impercettibile mi dice di stare con lui, le sorrido cercando di entrare nelle sue grazie, poi apre la porta e rientra in classe.

Enea inizia a sorridere, mordendosi addirittura il labbro per non ridere in modo sguaiato mentre io cerco di continuare la recita per il bidello che ha ascoltato tutto.
<< Andiamo a prendere una boccata d'aria >> gli stringo la mano cercando di fargli capire di continuare a fare la persona triste e quando siamo nelle scale anti incendio scoppiamo entrambi a ridere. Lui si siede nei gradini, portandomi le mani in faccia cercando di respirare tra le risate mentre io mi appoggio alla ringhiera. Sorridiamo come due scemi per alcuni minuti fino a quando Enea non solleva lo sguardo su di me e il suo sorriso si fa più amaro. << Te ne sei pentita?>> Inizialmente aggrotto le sopracciglia non capendo a che cosa si riferisce ma poi apro leggermente di più gli occhi capendo. << No, non potrei mai >>
Annuisce e aspetta un po' prima di prendere di nuovo parola, forse per assimilare la mia risposta ma io lo precedo. << Mi è solo dispiaciuto non poter ricambiare >> alza immediatamente lo sguardo dal mio, mi sento vulnerabile e totalmente a fuoco sotto quegli occhi. Gli regalo un sorriso per alleggerire la situazione di stallo tra di noi, ma lui continua a fissarmi con uno sguardo che arde e che probabilmente non sta nemmeno guardando me.

<< Ti conviene rientrare >> deglutisce visibilmente e io cerco di trattenere una risata mordendomi il labbro. << Perché? >> mi avvicino a lui, ancora seduto sui primi gradini delle scale, facendogli alzare il capo per potermi continuare a guardare in viso.
<< Rientra, piccola >> le sue mani fremono, lo vedo da come non riescono a stare ferme. Mi abbasso verso di lui mantenendo sempre il contatto con gli occhi. << No >>
La sua mano va verso il mio collo, lo afferra e mi avvicina a lui, facendo si che i nostri respiri si mescolino e che le nostre labbra si sfiorano. Guardo le sue labbra, perfettamente carnose e alzo lo sguardo sui suoi occhi, già fissi nei miei e in un impeto di pura follia avvicino il mio viso, poggiando una mano sul suo petto, baciandolo. Lui mi avvicina ancor di più a sé stesso, costringendomi a mettermi a cavalcioni su di lui. La sua mano destra posta ancora sul mio collo mentre la sinistra si posa sul mio fianco, cercando di sollevare il maglioncino e cercare il mio calore. Entrambe le mie mani si sono spostate sulle sue guance, ruvide per la barba incolta mentre il bacio diventa sempre più bisognoso, con mezzi schiocchi fugaci. Fa scendere entrambe le sue mani sulla mia vita, spingendomi ancora di più verso di lui e lasciandomi mugugnare quando la mia intimità sfrega sulla sua, Enea mi morde il labbro continuamente e i nostri respiri si fondono diventando un ansimante e necessitate di non essere a scuola.

Amare è come volare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora