(E) Capitolo Ventidue: "It's Beginning to Look a Lot like Christmas"

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A casa mia il natale non è sempre stato un giorno che festeggiavamo. Quando ero piccolo la mamma faceva i biscotti al cacao e li mangiavamo col latte a merenda. L'albero non era un albero di foglie e legno o di plastica. Mia madre col mio aiuto impilava i libri uno sopra all'altro e li decorava con una cascata di lucine. Per me questo è il Natale, niente albero, niente cenone e niente regali, solo il latte e i biscotti con mamma.

<< Puoi fare un regalo alla tua ragazza, no? >> sgrano gli occhi a quella domanda e li distacco dal libro che sto leggendo. Guardo mia mamma scioccato. Lei non è la mia ragazza. << Non è la mia ragazza >> lei scuote la testa, veramente combattuta con la mia risposta. << Vi siete litigati? Non la porti più a casa >> chiudo di scatto il libro, buttandolo sul divano dove ero seduto.

<< No mamma, non ci siamo litigati. Cazzo, sono le vacanze di Natale, non può stare qua ogni giorno. E poi anche a me manca, quindi non ricordarmi che lei non sia qua >> le urlo addosso, mentre lei impasta i famosi biscotti natalizi. Mi guarda fissa, non spostando mai il suo sguardo dal mio essere. Alza le sopracciglia, scioccata e anche forse un po' delusa di come le ho parlato. << Scusa >> prendo un respiro e cerco di controllare il continuo galoppare del mio cuore << non volevo parlarti in questo modo, non ce l'ho con te ma con me stesso >> lei si tranquillizza e china la testa per poi rialzarla subito.

<< Sei innamorato di lei? >> Dio solo sa la verità a questa domanda.
<< Cosa? No! Assolutamente no! >>
<< Allora ti piace. Se fosse stata una semplice compagna di scuola non le avresti regalato il piccolo principe >> a questo punto della conversazione mi sento davvero un coglione, come faccio a nascondere quello che provo con mia mamma. Dio, sono uscito da lei!

<< Va bene, mi arrendo >> mi siedo in uno sgabello del bancone così lei può continuare a impastare. << Mi è piaciuta da quando sono entrato in classe, con i suoi capelli biondi e quel meraviglioso sorriso. Non so quello che mi sia successo, ma quando l'ho vista il mio cuore è scoppiato, cercavo ogni giorno di vederla, di scoprirla un po' di più e quando la professoressa ci ha messo insieme per il progetto ero felice come una pasqua >> mi prendo la testa tra le mani mentre nella mia testa ripercorro ogni singolo momento con lei.
<< Eri? Non lo sei più? >>

<< Lei non parla tanto, ovvero, in realtà è logorroica. Una volta ha parlato talmente veloce che non ho capito niente ma mi dispiaceva chiedere di ripetere, era così felice e non volevo che il sorriso scomparisse. Sorride sempre, quando la guardi ti senti sopraffatto dalla sua solarità, felicità è tutto un misto di cose positive, anche se lei non lo è. Cerca di non darlo a vedere ma soffre e anche tanto, ma non so per che cosa. Forse l'ho capito, il cibo la spaventa e io mi spavento di cosa potrebbe fare in queste vacanze. Magari perde il controllo, dio non voglio immaginare. >> mi vengono gli occhi lucidi a ripensarla nel mio divano, con le gambe stretta al petto e il trucco tutto colato. Era un piccolo scricciolo, sommerso da un peso troppo grande per lei. E' come un bicchiere rotto, io posso ripararlo - asciugandole le lacrime, facendole fare qualche boccone in più - ma le crepature rimarranno per sempre. << Tesoro, vuoi aiutarla con i suoi problemi? >> annuisco, con la testa sommersa tra le braccia. << Allora vai a casa sua, parlale e risolvete. Ho capito che avete fatto delle cosucce - spero protette - e magari non sapete cosa fare ora, ma parlando capirete insieme >> divento rosso peperone appena sento le parole di mia mamma.

Cosucce? L'ho fatta venire sul bancone della sua cucina e se i suoi non ci avessero interrotto chissà cos'altro le avrei fatto.

<< Cosucce? Dio, mamma, non dirlo mai più anche se è la verità >> mi alzo dallo sgabello e le vado incontro. << Lavati le mani, non voglio immaginare cosa abbiamo toccato >> ride anche lei e questo mi fa capire che non ce l'ha affatto con me. Alzo le mani a mo' di resa e le lavo velocemente, per poi aiutarla con le formine. Utilizziamo sempre la formina della renna, per mamma simboleggia il natale e a me non interessa di che forma sono, basta che mangio. Incido delicatamente la pasta e metto i biscotti sulla teglia. Mamma mette la teglia in forno e in silenzio aspettiamo la loro cottura, puliamo tutto. Ogni tanto le do dei bacini sulle guance quando mi passa accanto. Quando i biscotti sono pronti è l'ora perfetta per fare merenda e ci sediamo con le gambe incrociate sul divano, con bicchiere di latte caldo e i biscotti appena sfornati. Mamma mi racconta delle sue colleghe di lavoro e che si trova bene in questo nuovo negozio, mi dice dei gossip delle commesse e delle storie assurde delle clienti per evitare di comprare gli abiti. Decidiamo di mettere su un film natalizio e nel frattempo che io lo cerco su netflix mia mamma fa una domanda che mi fa sputare il latte.

<< Hai utilizzato le protezioni, vero? >>
<< Mamma! >>

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⏰ Last updated: May 06 ⏰

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