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Una settimana bastò per sistemarci il minimo indispensabile.

Arrivate ad Hawkins, una fittizia cittadina dell'Indiana, prendemmo in affitto una piccola casa grazie ai soldi che avevo rubato a mio padre.

Mia madre trovò lavoro come cameriera in una tavola calda, a volte facendo i turni anche di notte ed io un lavoro part-time come addetta al bar del cinema della città.

Era un lavoro perfetto, abbastanza tranquillo e non mi rubava molto tempo.

Lì conobbi Robin, una ragazza simpatica e fin troppo chiacchierona. Frequentava  l'ultimo anno alla Hawkins High School, la scuola che avrei dovuto cominciare il giorno dopo.

Non ero mai stata il tipo di persona circondata da amici, ero sempre stata sola. Il walkman era il mio unico amico e pensai che qui ad Hawkins sarebbe stato lo stesso.

Ma Robin con la sua esuberanza, loquacità e un po' di impertinenza, aveva scalfito i muri che mi ero costruita attorno ed era entrata con forza nella mia vita sin da subito.

Quel giorno avevo il pomeriggio libero, così decisi di andare al centro commerciale con Robin per comprare qualche cosa da mettere.

Purtroppo la maggior parte dei miei vestiti l'avevo lasciata nella vecchia casa e adesso avevo poche cose con me.

Misi un po' di mascara, sistemai i capelli e mi diedi un'ultima occhiata allo specchio.

Indossai una maglietta a maniche lunghe in cotone a righe bianca e nera, dei jeans neri larghi ad alta vita e gli anfibi neri. Infine uno sciarpone di lana nero e il mio amato giubbino di jeans imbottito.

Presi lo zaino nero giusto in tempo, il suono di un clacson mi avvisò che Robin era fuori ad aspettarmi.

Scesi al piano di sotto, salutai mia madre ed uscii di casa.

Il cielo era nuvoloso, era febbraio e faceva abbastanza freddo.

«Ehilà Lex!» la sua voce squillante mi inondò appena misi piede nell'auto.

«Robin.» salutai accennando un sorriso.

***

Al centro commerciale non comprai molto, presi giusto qualche vestito e un paio di converse alte nere, qualcosa anche per mia madre e le ultime cose che mancavano a casa.

Ormai stanche morte, Robin propose di prendere un frappè da Scoops Ahoy.

«Qui ci lavora il mio migliore amico, Steve Harrington.» disse sorridendo mentre la seguii titubante.

Ti prego, non voglio relazionarmi a nessun altro, mi basti già tu.

«Era il ragazzo più popolare della scuola, sai? Faceva parte della squadra di pallacanestro e si è passato quasi tutte le ragazze del liceo... Ovviamente non la sottoscritta. Ma...»

«ROBIN!» esclamai bloccandola.
«Tranquilla, lo conoscerò con calma, non c'è bisogno che mi racconti la sua vita per filo e per segno.» ridacchiai.

«Uhm, hai ragione, scusa. Continuo a parare a raffica.» si grattò dietro la testa imbarazzata. Le sorrisi.

«Ehi Steve! Due frappè al cioccolato per me e la mia amica, grazie.» esclamò Robin quando arrivammo al bancone.

Guardai il ragazzo davanti a me intento ad asciugare un bicchiere di vetro. Era abbastanza alto, occhi marroni e capelli castano chiaro pettinati all'indietro, indossava una ridicola divisa da marinaio bianca a righe blu ma anche con quella addosso l'aria da spavaldo non gli mancava.

«Robin, da dove sbuca fuori questa splendida ragazza che è qui con te?» chiese con un sorriso ammiccante posando gli occhi su di me.

Arrossii all'istante.

Mi manca camera mia, le quattro mura e il mio walkman. Aiuto, mi viene da vomitare.

«Lei è Lexus, una mia nuova amica. Si è trasferita qui da poco.» rispose appoggiandomi un braccio intorno alle spalle senza problemi, dato che ero più bassa di lei di almeno una spanna.

Avvampai ancora di più ma cercai di non darlo a vedere, odiavo stare al centro dell'attenzione.

«Oh beh... Benvenuta ad Hawkins, Lexus. Ma posso chiederti una cosa?» disse squadrandomi da capo a piedi.

«Ehm... Certo.» acconsentii.

«Ma che razza di nome è Lexus?!»

'86 Baby! || Eddie Munson Where stories live. Discover now