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Qualche canzone e qualche drink dopo, il concerto finì.

Il locale si era un po' sfollato, ed io e i miei amici ci sedemmo a un tavolo ad aspettare che Eddie finisse.

«È stato inaspettatamente bello.» ammise Steve.

Robin annuì. «Troppo bello, mi sono divertita da matti.»

Feci un sorso dalla mia coca-cola ghiacciata.

«Ehi!» sentii la sua voce alle mie spalle.

Saltai sul posto. Robin se ne accorse e fece un sorriso sadico.

«Complimenti, Munson! Bel concerto.» sentii Steve affianco a me.

Le lanciai un'occhiataccia ignorandola e mi voltai verso Eddie.

«Ehi!» gli sorrisi.

«Noi usciamo, qui fa troppo caldo. Ci si vede dopo...» Robin si alzò tirando Steve per il braccio. «Anzi, Munson, perché non riaccompagni tu Lexus a casa? Sai noi... Io devo svegliarmi presto domani.»

La pregai con lo sguardo di rimanere ma mi ignorò prontamente facendomi un sorriso beffardo. L'avrei strangolata più tardi.

Mi alzai e girai lentamente verso Eddie imbarazzata.

«Piacere, tu devi essere la sorella gemella di Lexus!» esclamò porgendomi la mano.

Abbassai lo sguardo. «Eddai, smettila.» ridacchiai.

«Sei davvero molto bella stasera.» disse tornando serio.

Alzai lo sguardo guardandolo. «Grazie...» Arrossii.

«Ti è piaciuto il concerto?» chiese indicando col pollice il palco dietro le sue spalle.

«È stato stupendo, mi sono divertita un casino!» sorrisi appoggiando le mani sui fianchi.

«Ne sono contento.» sorrise.

«Anche se devo dire che Phil Collins non me l'aspettavo» continuai alzando le sopracciglia.

Scosse il capo ridacchiando. «Oh, ma quello era un omaggio a voi, milady.»

«A me? E l'hai imparata a memoria in mezza giornata?» chiesi scettica.

«Ti ho sentito spesso ascoltarla, signorina campoconlecuffieincollatealleorecchie. E poi, ho dedotto che fosse la tua canzone preferita, dato che te la porti sempre dietro.» mi canzonò. «Dovresti smetterla di avere questi momenti da bisbetica, sei irritante.» disse abbassandosi pericolosamente alla mia altezza.

Gli feci la linguaccia incrociando le braccia al petto.

Dopo aver salutato il resto della band, uscimmo fuori. Faceva molto freddo.

«Ah, ma quindi il fantomatico Eddie Munson mi ha dedicato una canzone. Ne sono onorata.» dissi infilandomi la camicia che avevo legato in vita.

«Te l'ho dedicata solo perché è la tua canzone preferita, non farti strane idee.» disse guardandomi di sottecchi mentre arrivavamo alla sua auto.

«Ah, ah.» gli feci il verso. Non volevo darlo a vedere, ma ero un tantino delusa.

Forse mi ero illusa un po', pensando che lui mi avesse dedicato la canzone per il significato del testo e non solo perché fosse la mia preferita.

Però ero felice ugualmente, anche se non in quel senso, mi aveva pensata. Significava pur qualcosa no?

E quella era stata una delle serate più belle della mia vita. Mi ero divertita un mondo, la complicità tra me, Robin e Steve, le risate, il caldo soffocante, i canti, le urla a squarciagola, Eddie... Eddie.

Non lo avrei mai pensato, ma quello svitato patentato mi piaceva. Forse anche troppo.

Tutto di lui mi attraeva. Ogni minimo particolare. I suoi capelli mossi, gli occhi terribilmente dolci che si contrastavano con il suo aspetto, i grossi anelli che indossava, i suoi jeans strappati e le bandane.

Il suo profumo, un misto di muschio e tabacco, il modo in cui sorrideva e il suo essere terribilmente sensibile e dolce. Adoravo anche il suo lato competitivo e quello burbero.

Ero completamente cotta. A puntino.

Salimmo in macchina e fui subito inondata dal suo profumo inebriante.

Appoggiai la testa allo schienale chiudendo gli occhi e inspirando a pieni polmoni.

Eddie mise in moto e partimmo.

La sua mano ingioiellata era appoggiata sul cambio, mentre con l'altra teneva il volante.

Lo sguardo vigile era puntato davanti a sé, ed in quel momento avrei voluto saltargli addosso. Era troppo sexy mentre guidava.

Durante il tragitto continuavamo a punzecchiarci a vicenda, era una sorta di gioco a chi aveva la meglio.

Poi arrivati fuori casa mia, Eddie spense il motore e si girò a guardarmi.

«Mi ha fatto piacere che sei venuta a sentirci stasera.» mormorò accennando un sorriso.

«Anche a me ha fatto piacere esserci.» sorrisi.

«Allora... Ci si vede lunedì a scuola?» chiese poggiando la mano sinistra sul volante.

Annuii. «Mh,mh. A lunedì.» lo salutai aprendo la portiera.

Feci per uscire, poi mi voltai e senza pensarci troppo, gli lasciai un bacio sulla guancia.

Sentivo le guance in fiamme e il cuore a mille. La sua pelle era incredibilmente morbida.

Sgranò gli occhi poggiando le dita nel punto in cui gli avevo dato il bacio.

Sorrisi imbarazzata e scesi dall'auto.

Mi incamminai verso casa sentendo il suo sguardo dietro di me.

Mi voltai facendogli un cenno con la mano, fece lo stesso sorridendo più del solito e partì sgommando.

Arrivai al portico di casa mia con un sorriso da ebete stampato sulla faccia.

Infilai le chiavi nella toppa. Il sorriso mi morì sulle labbra quando mi resi conto, col cuore in gola, che la porta era già aperta.

'86 Baby! || Eddie Munson Where stories live. Discover now