24.

219 22 14
                                    

LEXUS' POV

Aprii gli occhi intontita non capendo dove mi trovassi.

Mi misi a sedere guardandomi intorno: la camera era tappezzata di poster di band a me sconosciute, a malapena si vedevano i muri in legno, la piccola scrivania era disordinata e il letto a una piazza e mezzo su cui mi trovavo aveva le coperte nere.

Una terribile fitta mi fece portare di scatto le mani tra i capelli e un mal di testa lancinante mi fece tornare alla realtà.

Ricordai della sera prima, la festa ed io che bevevo all'infinito. Eddie che era spuntato dal nulla.

Oh cavolo.

La porta si aprì con uno scatto e io sobbalzai.

Un paio di occhi marroni mi fissarono. Eddie entrò nella stanza con un vassoio tra le mani.

«Oh, sei sveglia finalmente. Ti ho portato la colazione... Anche se tecnicamente sono le due del pomeriggio.» mi disse abbozzando un sorriso imbarazzato e poggiando il vassoio sul comodino.

Le due? Ma quanto avevo dormito?!

Accidenti, dovevo essere un disastro.
«Ehm.. sì, grazie mille.» risposi cercando di sistemarmi i capelli con le mani ma con scarsi risultati.

«Come ti senti?» mi chiese sedendosi su una sedia.

Indossava una t-shirt nera, un paio di jeans neri e gli anfibi.

«Ho un mal di testa terribile.» mormorai mettendo le gambe a penzoloni fuori dal letto.

Lui mi indicò il comodino. «Ti ho già preparato un aspirina, ci sei andata giù pesante ieri.» disse con tono canzonatorio.

Mi morsi il labbro imbarazzata.

Dio se è bello...

Arrossii al pensiero.

«Mi dispiace tanto di averti disturbato.» mormorai impacciata.

«Non scusarti, piuttosto mangia... ne hai bisogno.» mi rispose grattandosi la nuca e abbassando lo sguardo. Sembrava imbarazzato.

Annuii abbozzando un mezzo sorriso e bevvi un po' del succo d'arancia che c'era nel bicchiere.

Vidi con la coda dell'occhio che mi fissava, cominciai a sentirmi a disagio.

Se ne stava lì con i gomiti sulle ginocchia, le mani giunte. I capelli mossi gli ricadevano sulle spalle.

Arrossii. Lexus datti una calmata! Mi urlò una voce nella mia testa.

Presi l'aspirina dopo aver mangiucchiato qualcosa. Pensai e ripensai ma ricordavo solo che Eddie era apparso dal nulla, il resto era buio totale.

Come ci ero finita a dormire da lui?

Scrutai i poster sulle pareti cercando di capire quali band fossero ma apparte qualcuna, non ne conoscevo nessuna.

«Ti piacciono i miei poster?» mi chiese seguendo il mio sguardo e indicandoli.

«A dire la verità non so neanche chi siano...» risposi fin troppo sincera riferendomi ai cantanti raffigurati.

Fece una risatina e si alzò.
«Non mi aspettavo diversamente da una che ascolta Phil Collins e Cindy Lauper.» infilò le mani nelle tasche dei jeans dondolandosi sui talloni, con un sorriso beffardo sul viso.

«Gne, gne.» gli feci la linguaccia.

«Oddio, ma tuo zio?!» chiesi imbarazzata.

«Tranquilla, non si è accorto di nulla. È stato difficile nascondergli che c'era una ragazza a dormire nel mio letto, ma ce l'ho fatta.» ridacchiò.

Annuii silenziosa.

Un bussare alla porta ci fece sobbalzare.

«Aspetta qui, vado a vedere chi è.» disse attraversando a grandi falcate la stanza.

Rimasi in ascolto fissando il pavimento.

«Lexus è qui?» Steve. «Io e Robin non sappiamo più dove cercarla. Ieri sera è sparita.»

Il cuore cominciò a battermi forte.

«È appena andata via.» rispose Eddie.

«Fammi vedere.» sentii dei passi venire verso la stanza.

Cazzo, cazzo, cazzo.

Mi guardai intorno cercando un nascondiglio, decisi che sotto il letto era il posto migliore.

«Lex è tornata a casa sua stamattina.» ringhiò Eddie alle sue spalle. «Come vedi non c'è.»

Fissai i piedi di entrambi con la mano a coprirmi la bocca.

Rimasero in silenzio per qualche secondo che mi sembrò un'eternità.

Sentii Steve sospirare, poi si voltò verso Eddie che era alle sue spalle, appoggiato allo stipite della porta.

«Fammi un favore.» mormorò Steve, aveva le braccia lungo i fianchi, strinse le mani a pugno fino a fare diventare le nocche bianche. «Sii dolce con Lexus.»

Aggrottai le sopracciglia confusa, dal silenzio di Eddie constatai che anche lui non ci stava capendo granché.

«Credo che tu le piaccia.» continuò.

Per poco non vomitavo la colazione.

«Davvero? Non ne avevo idea.» disse in tono vago il riccio.

«Hai vinto, mi arrendo. Lo vedo come vi guardate, e dopo che lei è stata qui stanotte... Beh, spero solo che non la farai soffrire.» disse dandogli una spallata mentre si avviava verso l'uscita. «Perchè se sarà così, ti spaccherò la faccia.»

Restammo in silenzio fino a quando non sentimmo la porta principale sbattere.

Sbucai fuori dal suo letto portandomi dietro qualche nuvola di polvere, con la faccia rossa come un peperone.

Mi guardò per qualche secondo stringendo le labbra, poi scoppiò a ridere.

«Sta zitto, Munson.» borbottai alzandomi rossa in viso.

Smise di ridere, trasformando la sua risata in un sorriso. I suoi occhi mi squadravano, una leggera fossetta gli apparve sul lato destro.

Il mio cuore prese ad accelerare frenetico. Presi il bicchiere sul comodino per bere il resto del succo d'arancia e smorzare la tensione, ma le mani mi tremavano e il bicchiere mi si rovesciò sulle mani e sulle maniche della felpa che indossavo per poi frantumarsi a terra.

«Cazzo» imprecai tra me e me. «Scusa.» mi accovacciai a terra per raccogliere i pezzi di vetro.

Eddie si fiondò verso di me prendendomi le mani e scrutandole attentamente. «Ti sei fatta male?» chiese preoccupato.

Mentre gli rispondevo che stavo bene e che non mi ero fatta niente, mi alzò una manica della felpa; probabilmente per controllare che non mi fossi tagliata col vetro.

Mi ammutolii all'istante e lui insieme a me.

Fissò per un tempo interminabile le bende che mi avvolgevano il polso e continuavano fin sotto la manica, poi alzò lo sguardo verso il mio.

Avevo il cuore in gola, sentivo i battiti pulsarmi nelle orecchie.

«Lex, cos'è questo?»

'86 Baby! || Eddie Munson Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang