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Un mese passò in fretta. Giorno dopo giorno vedevo mia madre sorridere più del solito, era serena, felice e amava il suo lavoro. Aveva addirittura delle amiche, con la quale usciva spesso e volentieri. Era rinata ed ero veramente grata alla vita per essere riuscite ad avere la forza di scappare di casa quel giorno.

Io, invece, mi ero inserita bene nella nuova scuola, ero riuscita a recuperare la maggior parte delle lezioni, il lavoro andava benissimo e avevo legato inaspettatamente con tutti.

Ero felice, felice di avere finalmente delle persone da poter chiamare amici e su cui poter contare. Mike, Dustin, ma soprattutto Robin e Steve.

E poi c'era Eddie... Io e lui avevamo legato tanto. Ci incontravamo di nascosto tutte le sere nel boschetto dietro casa mia a parlare del più e del meno.

Preferivamo non dire a nessuno di vederci al di fuori della scuola, era il nostro piccolo segreto.

Di lui scoprii che era un ragazzo completamente isolato, abbandonato dai suoi affetti più cari, aveva perso i genitori ed ora viveva con suo zio paterno.

Era il leader del club di Dungeons & Dragons della scuola - chiamato Hellfire Club - di cui facevano parte anche Dustin e Mike.

Nel corso del tempo avevo capito dal suo modo di approcciarsi agli altri che era restio a mostrare la vera parte di sé stesso per non rimanere ferito e deluso, sia per quello che gli era successo con Chrissy ma anche dal modo in cui si comportavano gli altri nei suoi confronti... Avevo notato che, apparte i membri dell'Hellfire che lo conoscevano bene, Eddie era malvisto dalla maggior parte della gente di Hawkins.

Era percepito come un delinquente, avevo sentito dire addirittura che facesse parte di una setta satanica - cosa tra l'altro assolutamente falsa - solo perché magari aveva qualche tatuaggio e gli piaceva vestirsi in un certo modo.

Mi accorsi di essermi molto affezionata a lui e quello che lo faceva emergere di più rispetto agli altri era la sua sensibilità.

Lui riusciva sempre a farmi ridere, a farmi sentire ascoltata, a farmi sentire come una ragazza normale.

Con lui riuscivo ad essere me stessa a trecentosessanta gradi, facendomi superare pian piano le ansie che avevo ad approcciarmi con gli altri e mi faceva dimenticare per qualche minuto delle cose brutte che mi erano successe, anche se non gliene avevo mai parlato.

Stamattina le lezioni sembravano durare un'eternità. Ero terribilmente annoiata e non vedevo l'ora che suonasse la campanella.

Una volta terminate le lezioni mi diressi come al solito al mio armadietto per posare i libri.

«Ehi Lex!» mi voltai verso Eddie chiudendo lo sportello. «Hai fatto piangere qualcuno oggi?» chiese sarcastico.

Mi prendeva sempre in giro sul fatto che quando ero sovrappensiero assumevo una faccia da stronza altezzosa.

Sorrisi. «Purtroppo no.» risposi facendo spallucce. «Ma sono ancora le 12:30.» gli feci l'occhiolino.

Ogni tanto ci punzecchiavamo con delle battute sarcastiche, ed amavo quando lo facevamo.
Era una sorta di sfida tra me e lui.

Ridacchiò appoggiandosi con la spalla al muro. «Stasera pioverà, mi sa che il bosco sarà off limits.» disse tornando serio.

Il mio sorriso si spense. «Oh.» dovevo ammetterlo, ero un po' delusa.

Abbassai lo sguardo sistemandomi lo zaino in spalla. «Beh... Allora sarà per la prossima volta.» dissi.

«In realtà... Uhm...» guardò in basso grattandosi distrattamente la fronte.

Alzai lo sguardo per guardarlo negli occhi. «Cosa?» dentro di me si fece spazio un barlume di speranza.

«Beh, avevo pensato che magari potevi venire da me...» fece una pausa, sembrava imbarazzato. «Possiamo vedere un film e poi... Ti avevo promesso che ti avrei suonato Muster of Puppets, ricordi?» si sistemò lo zaino in spalla guardandomi.

Sorrisi sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Stai per caso flirtando con me, Munson?»

«Certo che sì.» sogghignò piegandosi in avanti per arrivare col viso alla mia stessa altezza. Era circa venti centimetri più alto di me.

Arrossii all'istante, riuscivo a sentire il suo respiro caldo soffiarmi sul viso. Il suo profumo di muschio e tabacco mi invase. Sbattei le palpebre confusa non riuscendo a proferire parola.

Lui ridacchiò. Dio, che bel sorriso che ha.

«Mi prendi in giro.» dissi poi scuotendo il capo.

«Hai paura di me?» rispose alzando le sopracciglia.

«Perchè dovrei?» chiesi.

«Tutti hanno paura di me.» disse tornando serio.

«Beh, io no.» risposi decisa avvicinandomi di più al suo viso in segno di sfida. I nostri nasi quasi si sfioravano e i nostri occhi si guardavano intensamente da vicino. Riuscivo a vedere chiaramente le venuzze nere che contornavano le sue pupille color cioccolato.

«Forse non hai paura di me, ma sono abbastanza sicuro che qualche volta tu mi abbia immaginato nudo, mh?» sussurrò sorridendo leccandosi il labbro superiore.

Sogghignai beffarda. «Sono così trasparente?» lo sfidai. «Oh Eddie, ti voglio, ti desidero, ho bisogno di te!» scimmiottai.

La sua espressione cambiò. Si fece subito serio, schiudendo appena le labbra piene. Si rimise dritto, poi si colpì il petto all'altezza del cuore imitando una coltellata e si buttò a terra fingendo di morire.

Scoppiai a ridere. «Che idiota che sei.»

Si alzò da terra sistemandosi il giubbino di pelle nero che indossava e mi avvolse un braccio intorno alle spalle sorridendo. Arrossii sentendo il suo profumo invadermi di nuovo le narici.

«Non mi hai risposto però, ci vieni o no da me stasera?» chiese mentre ci incamminavamo verso la mensa.

Feci finta di pensarci su mettendomi l'indice sotto alle labbra. «Uhm... Non lo so. Ci penserò.»

«Che stronza che sei.» rise divertito.

'86 Baby! || Eddie Munson Where stories live. Discover now