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Indovinate quale è stato il mio compagno di banco, ieri quando sono entrata in classe?

Vi dò un indizio inizia con la C e finisce con iro Ricci.

Sono una sfigata, ormai lo ho appreso.

Comunque mi sto dirigendo in doccia, dato che oggi è nuovo splenditamente orribile giorno. Entro nel bagno comune e appoggio tutte le mie cose sul primo lavandino libero che mi capita.

Mi faccio una doccia veloce ed esco, oggi sono una delle prime, infatti c'è poca gente, solo una ragazza di colore con le treccine e.... Con mia sorpresa la mia non-adorata Carotina.

Saluto entrambe, dato che sono educata e nessuna delle due mi risponde. Fottetevi, penso.

Carotina mi guarda in un modo inquietante, gli occhi sono puntati su di me mentre la testa ondeggia dato che sta aprendo il suo "astuccio" dove tiene i trucchi.

«sei Clarissa Di Salvo, vero?» annuisco distrattamente e lei fa il giro dei lavandini, fino a raggiungermi.
«ho sentito che hai picchiato una ragazza, ti aveva detto per caso qualcosa di brutto?» mi sale un groppo in gola e l'ansia mi pervade ma cerco di non darlo a vedere. «ti avrà detto che sei una puttana, cosa giusta dato che ronzi intorno al mio ragazzo.» la ragazza di colore sbuffa e alza gli occhi al cielo.

«ex ragazzo, Viola, perché hai fatto la stronza e Ciro ti ha lasciato. Lasciala perdere.» risponde spazientita la ragazza, venendomi affianco.

«Kubra stanne fuori.» la ragazza con un gesto veloce appiccica Viola al miro, lei emette una risatina e Kubra stringe di più la presa.

«hai rotto il cazzo, stronza. Gli altri li puoi fregare ma io non ci casco, ora vattene a fanculo da un'altra parte.» gli sussurra Kubra per poi lasciarla andare e Viola se ne va dopo aver preso il suo astuccio.

«grazie.» dico e lei mi sorride leggermente.

«di niente, quella sta sul cazzo pure a me, minacciarla mi fa sentire meglio.» dopo qualche tempo di silenzio scoppiamo a ridere.

«ieri non ti ho hista a scuola, e nemmeno in mensa.»

«ero in isolamento, sai sono abbastanza stronza e agguerrita quando qualcuno mi fa girare le palle.» sospiro. «ti capisco».

«sai dovresti andare da tuo fratello e chiedergli di far smettere le voci che si sentono su di te.»

«quelle della bella bionda dagli occhi azzurri color mare?» chiedo, ricordando le parole di Cardio.

«oltre a quelle, ci sono anche quelle sul tuo conto.»

«cosa intendi?»

«quelle in cui dicono che sei la puttana di Ricci.»

                             *****

Sto correndo verso i dormitori maschili, dietro di me c'è Kubra che prova a fermarmi.
«non scherzavi quando dicevi che mi capivi, eh? Senti, non puoi fare molto per smentire le voci, ok?»

«invece sì.» essere chiamata puttana o troia o zoccola, mi ferisce molto.
Sempre.
Ed in realtà queste parole ormai vengono usate spesso, però su di me fanno un effetto diverso. Mi sento umiliata da sempre perché tutti quasi sempre mi hanno chiamata in quel modo. Da quando quel video è spopolato su internet.

Sono sorpresa che nessuno mi abbia riconosciuta perché fino ad un anno fa, le persone mi fermavano per strada chiedendomi: «sei tu la Clarissa del video porno? Cazzo, sei proprio puttana!».

In realtà il video porno non l'avevo fatto nemmeno volontariamente, non sapevo neanche che il ragazzo stesse registrando.
Comunque fin da piccola ho avuto sempre il terrore di non essere abbastanza, che i ragazzi non mi avrebbero mai voluto e per questo quando l'ho fatto per la prima volta, ho cercato di dire di sì a qualsiasi richiesta del ragazzo con cui l'avrei fatto.

PISTOLE PUNTATE AL CUORE 🖤Where stories live. Discover now