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La mattina dopo mi sveglio con un grande mal di testa, nuda in una stanza che nono conosco.
Nonostante la sbornia, ironicamente ricordo tutto di ieri sera e cazzo, sono la persona più imbarazzata sulla faccia della terra. Mi giro verso Ciro e lo guardo mentre dorme.
Sento il mio cuote sanguinare.
Non dovevano assolutamente fare sesso.
Il sesso mi ha portato a galla ricordi che non dovevo ricordare.
Che non volevo ricordare.
Sento che la porta si apre con uno scatto e Ciro sobbalza, svegliandosi di soprassalto, vedo Don Salvatore entrare nella stanza e io sbarro gli occhi impaurita e scioccata.
Ieri ci avranno sentito tutti, mio Dio, che imbarazzo.
E che paura.
Non avevo mai visto Don Salvatore dal vivo, solo da qualche foto ma cazzo, fa paura come lo descrivono tutti. Diciamo che ha un fascino proibito, un po' come il figlio, che al momento sembra al massimo del relax, come se suo padre non l'avesse scoperto con la figlia del suo nemico.
Ciro si siede e appoggia alla tastiera del letto, prendendo una sigaretta dal pacchetto che c'è sul comodino, la stringe tra le labbra senza accenderla.
Come se fosse un tic.
«Vuje sbrigatevi ve aspetto abbascio» dice per poi uscire come se non avesse visto nulla. Mi giro verso Curo che ora accende la sigaretta e butta fuori il fumo in una nuvoletta.
«perché? Non mi ha detto niente e non me la bevo, perché?» domando e lui alza le spalle.

Era tutto progettato.

«mi hai portata qui per questo, non è così? Affari.» lui si gira verso di me e poggia la testa dietro di lui, mi osserva.
Probabilmente vuole sapere come reagirò.
La verità è che mi ha ferita per l'ennesima volta. Mi ha usata come un oggetto per l'ennesima volta ed io mi sono stancata di questo.
«io devo andare non posso rimanere qui a parlare con... Don Salvatore.» frettolosa mi alzo arrotolandomi intorno al corpo il lenzuolo del letto. «senti, mi dispiace che ci sei ricascata un'altra volta, ok? Ma ora calmati e ragiona, non uscirai mai viva di qui se non parli con mio padre.» si alza dal letto anche lui, prende un asciugamano e se lo mette intorno alla vita. «morirò anche se parlo con tuo padre ed io ho un marito, quindi devo andarmene.» lui scoppia a ridermi in faccia mentre si avvicina a me. Non riesco a guardarlo in faccia così punto lo sguardo per terra ma questo non aiuta molto perché mi alza il mento con due dita e mi costringe a perdermi nei suoi occhi neri.
«non sembrava che ieri ti importasse qualcosa di tuo marito», dice mentre mi fa girare e attaccare la mia schiena al suo petto. Fa scivolare le mani sul mio corpo, che immediatamente si incendia al suo tocco e mi bacia il collo. «quando ti sei fatta scopare per ben due volte. No, a ripensarci, ieri non ti importava proprio di tuo marito, non lo pensavi affatto quando facevo questo» mi tocca la pancia e sale sui miei seni. «o questo» fa scendere la mano tra le mie gambe e mi tocca, facendomi provare piacere.
Inclino la testa e la poggio sulla sua spalla mentre mi lascio sfuggire un piccolo gemito. «volevo fare sesso con te e l'ho fatto per ben due volte, ora che ho avuto quello che volevo, posso andarmene in pace.» affermo con calma impressionante e con non poco sforzo mi spingo via da lui, togliendo la sua mano dalla mia intimità.
Lui alza le sopra quando mi volto a guardarlo, lascio che il lenzuolo cada ai miei piedi e mi avvicino, seppur imabrazzata. «tu ho usato anche io, Ciro, non crederai che fossi venuta a letto per te perché mi mancavi.» lui si morde il labbro e si avvicina, sfiorandomi la guancia con la mano. «tu mi sei mancata.» cerco di nascondere la sorpresa ma credo sia evidente sul mio viso.
«vaffanculo!» rispondo mentre acciuffo i miei vestiti e li indosso.
«è la verità.»
«ma certo che è la verità, come potrei dubitare?!» rispondo ironica, mentre cerco di uscire dalla sua stanza e dalla sua vita per sempre.
«smettila di fare la bambina! Aspettami e poi andremo a parlare con mio padre, sei ancora troppi giovane per marcire in una tomba del cazzo, va bene?!» ribatte, incazzato.
Ed alla fine è quello che faccio perché anche se faccio di tutto per evitarlo, non voglio andarmene perché una volta uscita di qui, ci sarà di nuovo quell'incubo di mio marito ad aspettarmi.

*

Una volta che Ciro si è preparato, scendiamo insieme le scale di casa Ricci fino ad arrivare al salotto, dove vedo Don Slavatore, Rosa e... Mia madre.

Cazzo.

Spazio autrice

Questo è un capitolo veramente corto ma voglio lasciare un po' di suspence quindi il prossimo vedrò quando pubblicarlo

La fine della storia si avvicina sempre di più e vi giuro che non posso descrivervi come mi sento

È la prima storia che porto a termine e sono davvero felice che vi stia piacendo così tanto

Comunque commentate e lasciate una stellina se vi è piaciuto il capitolo, alla prossima!


PISTOLE PUNTATE AL CUORE 🖤Où les histoires vivent. Découvrez maintenant