Paradiso, terzo giorno.

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                         POV CIRO

La vedo nel campetto, oggi è più bella del solito.
Si vede che si è preparata per qualcosa.

«piccerè vie ca!» urlo, lei si gira e alza gli occhi al cielo ma viene da me.
«cosa vuoi?» chiede, scazzata.
«cosa hai?»

Totò apre la bocca ma lei lo blocca. «non dire se ho il ciclo, perché non lo ho.»

«va bene, regina.» risponde lui. Clarissa è incredibilmente sexy quando impone ai ragazzi il rispetto che gli devono.

Incredibile anche come in così poco tempo si sia presa il loro rispetto e il rispetto di molte altre persone.

«voglij sta cu te», lei mi guarda e mi si siede accanto.
«quindi ti piace disegnare, eh? Che disegni?» sospiro e la guardo, già sinceramente esasperato della sua presenza. Eppure non vorrei nessun altro accanto, al momento. «già e a te piace leggere di stronzi e ragazzine che si innamorano, eh?» se lei è in vena di ridere, io lo sono molto di più.
Clarissa mi guarda male, alza un sopracciglio per farmelo notare, ma io alzo le spalle. Rispondendo con menefreghismo. «sì, in generale, mi piace leggere.»

«film preferito?»
«le pagine della nostra vita.» sorrido, me lo aspettavo.
«fight club.» lei ridacchia, forse ha pensato la stessa cosa che ho pensato io.

«serie?» chiede lei.
«questa la so per entrambi: per me è Il trono di spade per te The vampire diaries.»

«direi che infondo mi conosci bene.»

Fin troppo, piccoletta.

*

«non devi alzare il piede, devi aspettare che il pallone cada alla sua altezza.» provo a spiegarle, per la cinquantesima volta.
Ma chi me l'ha fatto fare?

Sento il calore del sole sulla testa, mentre cerco di imparare a quest'incapace a fare i palleggi.
«senti io ci rinuncio, non sono capace.»

«no sei semplicemente stupida, se ti dico di non alzare il piede e tu lo alzi, hai qualche problema di comprensione.» lei mette il broncio ed io mi avvicino per abbracciarla. Lei si fionda sul mio petto e vedo Edoardo e gli altri mimare gesti sconci, il che mi fa ridere perché nel esatto momento in cui me lo fanno notare, sento che il mio amichetto fa brutti scherzi, e quando sento la risata della stronza scuotergli il petto, rido anche io.

Un po' per disperazione un po' perché sono seriamente divertito.
Faccio il dito medio ai miei amici che continuano a fare i stupidi e vedo che lei se ne accorge e li guarda, per poi ridere sempre di più, finché non si butta a terra e allarga sia braccia che gambe. Come se sconfitta.
Io la guardo dall'alto del mio metro e ottanta e la vedo pararsi gli occhi dal sole. «io... Io... Credo di non poter... Potermi sentire... Più male di così.» cerca di dire, ma ride troppo forte e non riesce a parlare normalmente.
«alzati, scemm.» e lei aggrappandosi a me, lo fa, si alza prima in ginocchio e poi reggendosi sui miei fianchi, si alza completamente con uno sguardo malizioso negli occhi. Edoardo e Totò schiamazzano e lei si morde il labbro.

«mi vuoi far morire?» chiedo e lei mi abbraccia ancora una volta, solo, con più dolcezza ed io mi sciolgo.
Anche se in mente, ho solo il modo in cui tradirò e spezzerò quello che abbiamo creato. «sì e no, vorrei che tu vivessi ma mi piace quando riesco a...»

«farmelo venire duro? Perché in quello riesci benissimo. Riesci benissimo in davvero tante cose.» e poi la bacio, la bacio come non ho mai baciato nessuno.
Pure col cuore, con l'anima.

Perché Clarissa inevitabilmente riesce a far sciogliere anche un pezzo di ghiaccio come me, è una cosa incredibile come riesca a metterti in confusione con un solo sguardo dolce.
Lei porta tanta dolcezza, tanto divertimento e tanta spensieratezza.
Ma è capace di pensieri profondi come gli abissi del mare.
Sa come consolarti, cosa in cui io, faccio davvero schifo.
Ed è per questo che mi piace.
Perché mi piace, mi piace da morire e questo non posso negarlo.
È una persona speciale ed una delle poche che so, non mi mentirà mai.

Oltre al fatto che mi ha promesso di dire sempre la verità, lei non è tipo da bugie, le cose viene a dirtele in faccia: belle o brutte che siano. Non ti prende in giro perché lei stessa non vorrebbe essere presa in giro.

«amo quando mi baci in quel modo, sai?»

«lo so, lo amo anche io quando lo faccio.» e poi riprendo ad insegnargli a palleggiare.

*

Siamo nel mio letto, di nascosto, un'altra volta.
Ci siamo baciati per un po', devo ammetterlo anche toccati, ma non siamo andati oltre. Ha detto che avrebbe voluto aspettare ancora un pochino per sentirsi più sicura, l'ho lasciata fare.
«sai, non credevo che tu fossi uno che lascia la sua ragazza scegliere quando scopare e quando no, insomma mi sembravi il tipo che "o vuoi scopare o te ne vai".» scuoto la testa mentre le accarezzo i capelli.
«in molti lo credono ma io non sono mai stato un tipo del genere. E poi non ho mai avuto bisogno del ricatto per scopare.» lei mi guarda imbronciata.

Forse questo non lo avrei dovuto dire.

«comunque non credo che saresti granché.» risponde, pensando di farmi incazzare. Ed effettivamente mi da un po' fastidio che dica così, come credo che darebbe fastidio a qualsiasi essere di sesso maschile, ma so che in realtà è questo quello a cui mira. «non la pensano come te in tante, davvero tante.» e dato che lei alza le spalle, io non contento e anche un po' coglione aggiungo: «chiedilo anche alle tue amiche, infondo loro lo sanno».

Lei mi guarda come se avessi appena sparato ad un panda.
Ora che mi ci fermo a pensare, mi ha contagiato con la cosa dello sparare ad un panda...
Comunque lei mi guarda scocciata e io rido della sua espressione buffa.
È così divertente.
Lei inizia a darmi pugni sul petto ma poi ci guardiamo per un momento e non riusciamo ad evitare di ridere di nuovo, insieme.
Lei si rimette al mio fianco, con la testa sul mio petto, mentre mi accarezza il petto nudo.

«ti prego, tra le tante cose che farai quel giorno, non riprendere niente. Niente video. Niente nomi strani, ti prego.» e queste suppliche mi fanno pensare.
E mi fanno bruciare la gola perché questo significa che qualcuno le ha fatto una cosa orribile ed io, che di solito sono immune a queste cose (infondo le faccio anche io, molte cose orribili), mi incazzo. Come una bestia.
Perché come si può fare una cosa del genere a... Clarissa Di Salvo.
Come?
Con che coraggio?

«mai. Questo mai.» la rassicuro, lei sembra essersi tolta un peso dalle spalle e ne sono felice.
Non voglio che abbia paura di qualcosa. Non dovrebbe importarmi, lo so, lo so che dovrei essere scostante, che non dovrei provare questi sentimenti per lei ma non riesco a non farlo.

Anche se la tratterò di merda tra qualche giorno, l'unica cosa di cui sono certo è che è l'ultima persona a cui vorrei fare del male.
Anzi, mi sento di proteggerla dal male ma non posso mettermi contro la mia famiglia. Io... Non voglio mettermi contro la mia famiglia ma non voglio nemmeno che Clarissa stia male eppure... Qualcosa devo pur fare.
Ed a questo punto, anche se triste e affranto e spezzato, scelgo la mia famiglia. Cosa altro posso fare?

Poi una domanda mi sorge spontanea:
Cosa farei se scegliessi lei?

Sì, esatto, cosa farei?

Di certo non potremmo scappare da qualche parte, dove rifugiarsi? Con quali soldi? Con quali scopi?
E non potrei nemmeno rifugiarmi dai Di Salvo, non mi accetterebbero mai come la mia famiglia non accetterebbe mai lei. Sarebbe un casino se io scegliessi lei, forse la farei stare più male che bene.
Forse è meglio che gli faccia del male in questo modo, che farla pentire di una vita al mio fianco.
Di una vita infelice, quasi sicuramente.

E sono tanto egoista se vorrei che non scegliessi un bel niente?
Sono tanto egoista se credo che un po' di pace me la merito anche io?

Spazio autrice

No Ciro un po' di pace te la meriti pure tu 💙

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Adioss

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