Just someone

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Non avrebbe saputo spiegare perché o cosa nello specifico rendesse la sua ragazza così tanto essenziale per lui.

Intendo, sì era la sua ragazza e la amava da morire, ma era anche la persona più importante della sua vita, tanto da avere il potere di migliorargli l'umore solo parlando di qualcosa.

Era così speciale che era l'unica di cui effettivamente si fidarsi realmente, l'unica a cui si sarebbe affidato e abbandonato al cento per cento, senza esitazione, perché sapeva per certo, quasi per scontato che lei non lo avrebbe tradito.

Non lei.

Non riusciva neanche a capire perché non lo avesse abbandonato andando avanti con la sua vita - non l'avrebbe biasimata -, ma sapeva che sarebbe rimasta, che non avrebbe mai neanche pensato di andarsene, di ferirlo o di replicare uno solo degli atteggiamenti che ogni altra persona gli aveva riservato.

Se avesse dovuto descriverla l'unico modo efficace che avrebbe trovato sarebbe stato: "è come una luce luminosissima e calda, che ti fa sentire come se all'improvviso nulla importasse tranne godere di quella luminosità e degli aspetti positivi di te e della vita".

Persino lui che era consapevole della sua pessima personalità, persino lui riusciva a notare le proprie qualità e a sentirsi motivato a fare qualcosa.

Non importava cosa, solo, qualcosa.

Alzarsi, studiare, lavarsi i denti, fare una doccia, sorridere, fare una cosa particolarmente faticosa.

Soltanto perché la sua presenza, la consapevolezza dell'amore che provavano l'una per l'altro, il modo in cui lei riusciva a essere così assurdamente perfetta nelle sue imperfezioni e assolutamente fantastica anche nei momenti peggiori o imbarazzanti, soltanto per questo si sentiva motivato abbastanza da fare ancora una mossa contro quell'eterna e logorante partita a scacchi contro la Morte.

Per lei.

Per una singola persona, una singola forma di vita.

Stava vivendo per una sola piccola entità nella vastità dell'Universo.

Ed era incredibile - davvero incredibile - che questo lo rendesse felice.

O sollevato.

Provava quasi una sorta di sonnolenza, nella consapevolezza di star vivendo davvero quell'amore che non meritava e che non capiva come potesse star ricevendo.

E davvero, ne era felice.

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