The Pleasure of Pain

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!La seguente one shot contiene argomenti che potrebbero avere un effetto triggerante sui lettori.!

♤♡◇♧

Conosco un ragazzo. O una ragazza. O un ragazz0.

Non è importante cosa sia.

Comunque, conosco un ragazz0.

È una bella ragazza: alta, con la pelle leggermente scura, gli occhi marroni, le fossette sulle guance e i capelli lunghi, castani, ma al momento con delle ciocche bionde.

È una bella ragazza: lo pensano tutti, ma nessuno lo dice, perché lei sembra volerlo negare a tutti i costi.

È anche molto intelligente, ed è sensibile ed empatica.

Sa essere misteriosa, affascinante, carismatica, aggressiva.

Sa mettere tante maschere.

Forse per questo è sopravvissuta così a lungo: perché ha recitato un ruolo.

Ha avuto la sua prima esperienza sessuale a sette anni e il rapporto con quel ragazzo è andato avanti fino a quando di anni ne aveva dodici.

Solo che già a dieci lei non voleva più toccarlo e non voleva più che lui la toccasse, ma non ha mai detto niente perché quelle attenzioni la facevano sentire voluta e speciale.

Ha avuto altre esperienze sessuali con numerosi altri uomini, molto più grandi di lei, fino a quasi quattordici anni.

Sapeva di essere bella e sapeva come farsi dare attenzioni.

Nessuno di quegli uomini si è mai tirato indietro, lei era una bambina e forse non sapeva neanche cosa stava facendo.

Poi nell'ottobre prima del suo quattordicesimo compleanno ha incontrato un pedofilo.

Un pedofilo vero, che l'ha segnata tanto che ha smesso di farlo.

Cercare attenzioni da uomini più grandi di lei.

Poi a quindici anni si è ricordata che una volta in gita è stata molestata da un uomo che non conosceva, sul tram.

E si è ricordata tutte queste cose che aveva dimenticato.

Tutti quei rapporti che forse non aveva mai voluto avere, ma che aveva avuto comunque per sentirsi amata. Voluta. Speciale.

Dopo la fine di una brutta relazione ha ricominciato il circolo vizioso.

Con due ragazzi, in particolare.

Della sua età questa volta.

Entrambi così gentili e dolci con lei, ma entrambi quando aveva detto di no l'avevano comunque toccata.

Anche quando lei aveva detto di no a una festa e sotto l'effetto dell'alcol nel tentativo di dimenticare la sua ex che amava ancora profondamente lei e uno di questi ragazzi erano di nuovo finiti in una stanza da soli, con lui che la toccava.

Lo aveva detto.

"No, è troppo presto."

Lui le aveva comunque infilato la testa in mezzo alle gambe, sollevandole la gonna.

Le aveva fatto male, emotivamente.

Tanto che le era venuto da piangere, ma aveva stretto i denti e resistito fino a casa.

Quella sera era rimasta da sola e per la prima volta aveva bevuto senza nessuno.

Per dimenticare.

La sua ex, ma soprattutto quel pomeriggio.

Voleva cancellarlo dalla propria memoria.

La sensazione della sua lingua in mezzo alle gambe, il volere che tutto finisse ma anche il piacere di avere quelle attenzioni nonostante il suo "no", lo schifo che provava per sé stessa perché anche dopo una molestia riusciva a volerne comunque di più solo per sentirsi voluta.

E quindi aveva bevuto fino a che non le era venuto da ridere perché pensava di essere davvero patetica.

Aveva sedici anni e più esperienze sessuali di tutti i suoi amici messi insieme.

E non riusciva a mantenere uno straccio di rapporto umano e aveva appena perso l'amore della sua vita.

Aveva bevuto fino ad avere il mal di testa, in realtà.

Gin.

Avrebbe voluto sparire, in quell'esatto istante.

Anche e soprattutto perché quel Dolore acuto, quella Sofferenza xlx piacevano.

Ne era innamorat0.

Si era abituato tanto a soffrire negli anni, che il Dolore era diventato un rifugio sicuro, una casa accogliente.

E non lo avrebbe mai detto ad alta voce ad anima viva, però dopotutto soffrire xlx piaceva.

Xlx piaceva sentire il Dolore acuto all'altezza del petto, il tremore delle mani quando era sull'orlo di una crisi, i polmoni ostacolati nel respirare, la gola bruciare, la Sofferenza straziante che le faceva provare qualcosa.

Che l0 faceva sentire uman0.

Conosco un ragazz0 innamorat0 del Dolore.

Immaginate che le braccia della Sofferenza lo abbraccino da dietro, in modo possessivo e geloso, ma gentile e affettuoso.

Immaginate la Sofferenza cantare parole suadenti e dolci, che la facciano sentire cullata e al sicuro dopo tanti anni che la ragazza si è sentita abbandonata e rifiutata.

Tanto quanto la ragazza giocava a scacchi con la Morte, tanto ballava un valzer dolcissimo con la Sofferenza.

La ragazza che conosco avrebbe voluto ballare con la Sofferenza e giocare con la Morte per l'eternità, senza smettere mai.

Erano le sue migliori amiche, o forse i due genitori che non c'erano mai stati fisicamente o emotivamente.

Conosco una ragazza innamorata della Sofferenza e della Morte ma che nega di esserlo.

Chissà chi vincerà alla fine, l'ultimo valzer e quella partita a scacchi interminabile.

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