•3 - Silhouette.

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Mi sveglio prima di lui, così indosso la sua maglietta e dell'intimo dal mio cassetto.
Raggiungo la sala in punta di piedi, per non svegliarlo e cerco qualcosa con cui preparare la colazione.

Guardo i fogli sul tavolo e sospiro; dopodomani al club si terrà l'evento dell'anno, con moltissimi uomini ricchi pronto a spendere un patrimonio. La chiamiamo la noche dorada perché sono veramente in grado di pagarti milioni.
Ogni stripper deve preparare una coreografia e ovviamente, come la maggior parte delle volte, cucirsi anche un costume.
Solamente che con la storia del processo, non ho avuto proprio il tempo di pensare al club.

Sento suonare al campanello, così vado ad aprire.
«Allora sei vivo, pensavo di trovarti putrefatto.»
«Sono contento di vederti anche io, Jimin.»
Tiene le braccia al petto, con le sopracciglia aggrottate e un'espressione abbastanza arrabbiata e probabilmente è perché da un po' di tempo, sto ignorando i miei amici.
«E tu chi sei?» Domanda Jin, appena ci raggiunge insieme a Hoseok.

Vorrei dire loro che non è il momento, visto che non sono da solo ma preferisco evitare di creare altri problemi perché ne ho già fin troppi da risolvere.

«Assomiglia al migliore amico che avevamo un tempo» gli dice, Jimin, senza togliere i suoi occhi da me. «Mi dispiace, ragazzi, dico sul serio. Ho avuto tante cose per la testa.»
«Ti capiamo-»
Hoseok, prova ad aiutarmi ma viene bruscamente interroto dal biondo. «No, non lo facciamo.»
Jimin l'ha presa sul personale e posso capirlo, lui mi è sempre stato vicino quando avevo bisogno e stavolta ho preferito tenere tutto per me.

«Entrate» dico, spostandomi dalla porta. Rivolgo un'occhiata alla mia stanza, ma pare che Taehyung dorma ancora.
Mi avvicino alla cucina e deglutisco, notando i suoi vestiti a terra. Per prima cosa controllo che non ci siano i boxer e per mia fortuna, non li trovo.

Sarebbe imbarazzante se entrasse in sala con tutto il suo....patrimonio in bella vista.

«Caffé?» Chiedo, prendendo delle tazze mentre calcio i vestiti di Taehyung per nasconderli. «Provi a sedurci con del caffè?»
Jin assottiglia gli occhi, «posso starci.»

Ridacchio, iniziando a fare il caffé.
«Stai bene, vero?»
Guardo Hoseok e annuisco, «sì anche se l'udienza di ieri non è stata un successo. Io testimonio la prossima settimana.»
«E sei pronto?» Mi chiede, Jimin, facendosi preoccupato. «Un po'. L'avvocato mi ha consigliato di parlare di tutto, anche della bulimia ma non penso di esserne in grado.»
«Devi parlarne solo quando te la senti, Kookie. Nessuno può obbligarti a farlo.»

Sorrido, annuendo. Loro hanno ragione, ma devo fare di tutto per sbattere Seokmin in prigione.

«Comunque!» Esclama Jimin, ad alta voce così sgrano gli occhi. «Shh» dico, subito.
«Cosa?» Chiede, confuso. «Parlate piano, per favore.»
Scoppiano a ridere, così stringo i pugni rischiando di picchiare tutti e tre. «Ragazzi!»

Sospiro e appena alzo lo sguardo, mi mordo il labbro.
«Scusa» dico, colpevole.

«Scusa? Con chi stai parlan- oh.»
I loro sguardi si posano su Taehyung, che è appoggiato alla porta della mia stanza con solo i boxer addosso visto che i suoi vestiti sono qui e la sua maglietta l'ho io.
«Potevi dircelo» sibila, Jin, sbattendo le palpebre. «Mi avete puntato subito il dito contro!»
«Te lo meritavi, puttanella.»

«Kookie...emh, i miei pantaloni?»
Guarda i miei amici, «ciao.»
«Ciao, bell- emh, Taehyung.»
Fulmino Jimin con lo sguardo e lui tira fuori la lingua.
«Qui» indico la cucina, e lui si avvicina per prenderli.

Colgo i ragazzi a fare i raggi x al mio fidanzato, mentre si sta mettendo i jeans così do un colpo di tosse. «Siete interessati?» Chiedo, con un sorriso falso. «Cosa? Pff, no.»
«Tieni» dico, dando una tazza di caffé a Tae.
«Grazie, bambolino.»

«Dovresti mettere una maglietta» sussurro, appoggiando le mani sul suo petto. «E come faccio? La mia ce l'hai tu e te lo scordi metta una delle tue, visto che non coprono nemmeno la tua pancia.»
«Non trattare male i miei crop top» dico, subito. «Comunque, c'è una tua maglietta nel secondo cassetto.»
Alza le sopracciglia, «perché?»
«Beh, mi stava molto bene e quindi te l'ho rubata.»

«Te lo prendo io» dico subito, con un sorriso a trentadue denti.
«Aspetta, prima una cosa.»
Stringe il mio fianco con la sua mano, portando il mio corpo verso il suo. «Uuh.»
Infila la lingua nella mia bocca, così mugolo ma faccio del mio meglio per sostenere il bacio.
Purtroppo finisce subito, visto i tre avvoltoi che se ne stanno seduti sul divano senza proferire parola.
«Ti prendo la maglietta.»
«Okay.»
Accarezza le mie labbra con il pollice, poi mi allontano e sospiro con le guance rosse.

Mi mordo il labbro, mentre apro il cassetto e afferro la sua maglietta. Tutti rubano i vestiti del proprio partner, non è una cosa di cui sorprendersi anche perché Taehyung usa solo delle magliette oversize - probabilmente oversize solo per me, a lui vanno normali - e mi piace metterle, avere il suo profumo di tabacco e borotalco adosso.

«Ecco» dico, facendogli vedere la maglietta.
«Hai preso quella della nazionale» schiocca la lingua, con sufficienza così sorrido a trentadue denti.

«Allora - dico, rivolgendomi ai ragazzi - avete visto che sono vivo, perché non mi dite cosa avete preparato per la dorada.»
«Personalmente credo che i drink saranno molto alcolici» dice, Jin, piegando le labbra in un sorrisetto soddisfatto. È un'ottima cosa che siano molto ubriachi, così lasciaranno più soldi del dovuto senza battere ciglio.
«E tu, dolcezza?» Mi chiede, Hoseok, con le braccia al petto.

Colpito nel segno.

«Penso che resterò nei privés» dico, facendo spallucce. «Non hai preparato niente?»
Guardo Jimin, facendo spallucce.
«Ci ho provato, ho pensato a tantissime cose: il diciannovesimo secolo, Mata Hari, Madonna e persino Tiffany» spiego, con un sospiro.
«Tiffany?»
«Sì, dai, la moglie di Chucky. La bambola assassina.»

Scuoto la testa, «ma niente mi ha soddisfatto, non ho nemmeno cucito un costume...quindi me ne resterò nei privés.»

«Di cosa state parlando?» Mi chiede, Tae, facendosi più vicino. «Di domani sera. C'è una serata speciale al club e il tuo ragazzo si sarebbe dovuto preparare con una coreografia e un costume» gli risponde, Hoseok, al posto mio.
«Che cosa cambia dalle altre serate?»
«Gli uomini spendono nettamente molti più soldi» gli spiego, «non abbiamo mai capito il perché, ma succede ogni anno.»

«Perché a Gangnam, è il giorno in cui gli imprenditori guadagnano più soldi per via di tutte le cose fatte durante l'anno. È come se fosse una mancia, ma parliamo di milioni di won.»

Lo guardo sorpreso e aggrotto le sopracciglia.
«Aspetta un secondo - dico -, noi ci siamo conosciuti proprio quel giorno! Vuoi dirmi che se non avessi avuto quella mancia, non saresti mai venuto al club?»
Scuote la testa, «sto parlando di uomini corrotti, bambolino. Talmente potenti e ricchi, da avere le mani ovunque per la città e le banche.»

«Abbiamo risolto l'arcano di anni, in due secondi: i ricchi sono corrotti» dice, Jimin, facendo spallucce. «Non tutti» dico, subito.
«In ogni caso è veramente uno spreco se resti nei privés tutta la sera, a prenderti solo gli scarti ubriachi.»
«Sono d'accordo» interviene, Tae, posando i suoi occhi su di me. «Geloso, eh?»

«E cosa faccio? Non ho niente di pronto!»

Il mio sguardo si posa sul tavolo per qualche istante.
Il processo ha riempito la mia mente e mi sono dimenticato del club, ma devo rimediare perché non voglio finire a strusciarmi sugli ubriachi mandati nei privés per tenerli a bada.

Devo sfruttare la mia silhouette.

STRIP 3 | Madness-Lies Onde histórias criam vida. Descubra agora