•20 - Gocce di verità.

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Osservo i dorsi delle mie mani, con un peso al petto terribilmente insopportabile.
Fatico a respirare.
Le mie nocche spaccate, sembrano urlarmi quanto io stia facendo pena ultimamente.
Sono decisamente un casino e da quando l'ho lasciato andare, sto lottando ancora di più con la bestia che ho dentro di me.

E adesso c'è anche questo casino con la stampa.
Riusciranno a scoprire chi è quel ragazzo a cui ero così vicino. Loro ci riescono sempre.
Prima potevo riuscire a contenere tutto questo, ma adesso, con queste foto, credo che la situazione sia precipitata in modo irrimediabile.

Non avrei mai voluto trascinarlo in tutta la merda che è la stampa, non sono stato abbastanza attento. Dovevo aspettarmelo che sarebbero venuti a Busan.

Aspiro il fumo dalla sigaretta, lasciando che scenda per qualche istante e poi lo soffio in aria colorando di grigio il soffitto.
Non può andare peggio di così, ed è tutta colpa mia. Lo è sempre.

Gli ho detto di non amarlo più, adesso mi chiedo come cazzo ho potuto pensare di dirgli una cosa del genere: lo sanno persino i muri che lo amo come se dovessi morire domani.
Una parte di me vorrebbe correre da lui e ricominciare da capo ma, al tempo stesso, c'è questa sensazione che mi spinge a starmene seduto sul divano di casa mia, pensando che sia meglio per lui, smetterla di avere a che fare con me.
Tuttavia quest'ultima, è solo una piccola parte.

[...]

Mi guardo attorno mentre ci sono questa dannate luci psideliche  che mi accecano.
Riesco a scorgere la faccia da cazzo di Kyungjae al bancone, così decido che per stasera me ne terrò alla larga.

Mi siedo su un divanetto, in disparte da tutti gli altri.
Porto una sigaretta tra le labbra e l'accendo, cercando di rilassare i miei nervi ma con scarsi risultati.

«Tae?»

Alzo gli occhi e mi siedo meglio sul divano.

«Ciao, Jimin.»
Mi guarda come se fosse sorpreso di vedermi, poi stringe le labbra.
«Lo sapevo che non avevi fatto niente. Tu non potresti mai tradirlo.»
Cerco di mascherare la mia faccia stupefatta, limitandomi a deglutire. «Perché credi di fargli del male?»

«Perché è così, Jimin. Sono un cazzo di alcolizzato che prende a pugni i muri e non riesce ad usare la testa prima di agire.»
Sbatte le palpebre un paio di volte.
«Se sei un alcolizzato perché non stai bevendo?»
«Scusami?»
«Lo sanno tutti che un locale per un alcolizzato è come una prostituta bellissima che li tenta, o no?»

Scuote la testa, «tu vuoi che lui sia felice e io ti posso assicurare una cosa, Tae: la sua felicità dipende da te. Ti garantisco che da quando conosco Kookie, non ha mai avuto l'espressione che aveva quando stava con te. I suoi occhi sembravano diamanti da quanto brillavano.»

Appoggia una mano sulla mia guancia, tenendo le sue palpebre nelle mie.
«Se lo ami davvero...ed io so che è così, ti supplico di non lasciarlo andare.»

STRIP 3 | Madness-Lies Where stories live. Discover now