•10 - Il ragazzo di strada.

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Apro piani gli occhi per cercare di abituarmi alla luce del sole, che filtra dalla finestra.
Taehyung sta ancora dormendo, così cerco di non svegliarlo mentre sgattaiolo via dal letto.

Mi stiracchio, scendendo le scale.
Guardo fuori dalla vetrata e sorrido, appena vedo le strade coperte di bianco. Deve aver nevicato stanotte.
Inizio a fare del caffè, insieme a qualcosa da mangiare per colazione.

Fra tre settimane è Natale, infatti ci sono moltissime persone che trasportano degli alberi e degli scatoloni pieni di decorazioni.
Guardo il centro del salone, pensando che ci starebbe bene un albero di natale.

Faccio spallucce, tornando a prestare attenzione ai miei pancake.
Sorrido, contento che mi siano venuti bene visto che mia madre mi ha sempre rimproverato di non saperli fare.

Canticchio sottovoce, muovendo il mio fondoschiena come se ci fosse della musica in sottofondo.

«Ahi» sussurro, toccando la mia natica con la mano. Purtroppo penso che per qualche giorno, farò fatica a camminare ma dopotutto ne è valsa la pena.

«Porca puttana!» Esclamo, non appena mi volto. Appoggio una mano sul cuore, per riprendermi dallo spavento.
Poso gli occhi su di lui, sentendomi mancare il fiato ma non dallo spavento ma a causa dell'uomo perfetto che mi sta guardando seduto sul bancone della cucina.

Ha i capelli corvini scompigliati, dei pantaloni della tuta, senza maglietta e tiene uno stramaledetto sorrisetto in faccia.
«Da quanto sei lì?»
«Abbastanza.»

Assottiglio gli occhi, portando le braccia al petto. «Bambolino, sbaglio o cammini come un pinguino?»
Schiocco la lingua, «e ti sorprendi anche?»
«Hai male?»
«Un po'» ammetto. «Nulla che non possa sopportare. È il prezzo da pagare per essere passivo.»

«Preferisti essere attivo?» Mi chiede, inclinando la testa di lato.
Lo guardo per qualche istante, cercando di capire se sia serio o mi stia solamente prendendo in giro.
«Non esiste» dico, subito. «Dico, ma mi hai visto bene? Ti sembra che possa essere attivo? E dire che c'è una bella differenza tra me e te.»

Scoppia a ridere, scendendo dal bancone e annuisce. «Non ti scaldare, era solo una domanda visto che sei sofferente.»
«Una sofferenza per cui ne è valsa la pena.»
Afferra i miei fianchi, facendo scontrare i nostri corpi. «Fa piano» sbuffo, «sono a pezzi.»
«Sono contento che almeno sulle posizioni andiamo d'accordo.»
Lo guardo negli occhi, appoggiando le mani sul suo petto nudo. «Però, nonostante questo, posso dominarti lo stesso.»
Si lecca le labbra, mettendo i suoi palmi sulle mie guance e sorride divertito.

«Non vorrei svegliarti da un bel sogno, bambolino, ma non penso che potresti riuscirci.»
Schiocco la lingua. «Sei tu a star sognando e ti dimostrerò il contrario» dico, subito, con le sopracciglia aggrottate.
Lui si sbaglia, perché tutto mi fa capire che sia io a dominare lui e non il contrario.
E presto gli farò aprire gli occhi.

[...]

Taehyung tiene le mani nelle tasche della giacca, mentre siamo al centro commerciale per prendere le decorazioni di natale.
Dal punto principale, si sente della musica natalizia e in ogni negozio ci sono addobbi.

«Fermiamoci qui» dico, tirandolo per la manica verso un negozio di vestiti.
«Non eravamo qui per le decorazioni?» Mi domanda, evidentemente scocciato.
Gli sorrido a trentadue denti, sbattendo le palpebre con fare dolce.
Mi guarda negli occhi, mentre sulla mia faccia c'è probabilmente l'espressione più convincente di questo mondo.

«Quando fai questi occhioni da cerbiatto smarrito, solitamente mi stai implorando di scoparti» dice, con una punta di soddisfazione nella voce.
Resto in silenzio, continuando a guardarlo con quest'espressione sul viso.
Sospira, roteando gli occhi. «Certe volte l'amore è proprio una condanna» borbotta, mentre entra nel negozio.

«Grazie, amore. Non ci vorrà molto» dico.
Guardo dei pantaloni appesi, poi il mio sguardo cade su un completo nero da sera e probabilmente la cosa meno sobria che io abbia mai visto. Sono sorpreso di averlo trovato nel reparto maschile.
I pantaloni sono in pelle, attillati e la maglietta è corta, la schiena cucita con dei lacci che si intrecciano e le spalle sono cadenti.

Probabilmente starei benissimo vestito così.

«Se ti vesti così quando andremo al party della Elektra, probabilmente non riuscirei a resistere due secondi senza avventarmi su di te.»

Lo guardo subito, sbattendo le palpebre.
Party? Di quale diamine di party stai parlando?

«Non mi sembra che tu mi abbia parlato di un party» dico, inclinando la testa di lato.
«Lo sto facendo adesso. Prima non volevo portarti, ma dopo questa notte ho cambiato idea.»
Maledetto, Taehyung. Sei proprio uno stronzo.
«Vuoi davvero portarmi con te? Cioè, in un party pieno di persone e della tua azienda?»
Si avvicina, annuendo. «Proprio così. È la prossima settimana, all'hotel di Busan.»

Mi lecco le labbra, quando ricordo quei due giorni passati a Busan con lui.
Ai tempi pensavo che non ci sarebbe mai potuto essere niente tra di noi, ma mi sbagliavo di grosso.
«Che dici? Ci vieni?»
«Sì» rispondo, senza nemmeno pensarci.

«Allora, lo prendi?»
Faccio spallucce. «Non lo so...»
Osserva meglio il completo e mi guarda.
«Dovresti» sussurra.

E così finisco per prenderlo, rendendo il mio fidanzato soddisfatto e me stesso con un vestito in più nell'armadio.

Camminiamo lungo il centro commerciale, dopo aver preso un po' di decorazioni.
«Sono felice di star passando questo tempo insieme a te» gli dico, mentre lo guardo dallo specchio del bagno.
«So bene che ultimamente non passiamo molto tempo insieme. Mi farò perdonare, te lo prometto.»
Mi giro e lui appoggia le mani sui miei fianchi, tirandomi verso di sé.

Fa unire le nostre labbra dolcemente, così appoggio le mani sul suo petto e lui accarezza le mie guance con i pollici.
«Sei arrabbiato perché non ti ho detto prima del party?» Mi chiede, alzando il mio mento per guardarmi negli occhi. «No» rispondo, scuotendo la testa.

Si allontana, con un sorriso che ricambio.

«Taehyung?»

Aggrotto le sopracciglia, voltandomi verso la porta.
Un ragazzo è in piedi, mentre guarda Tae come se avesse visto un fantasma.
«Sookyung.»

Lo conosce?
«Non ti vedo da così tanto tempo...pensavo fossi sparito.»
Sono molto confuso, uno perché non so chi sia questo ragazzo e secondo perché sembrano conoscersi molto bene. Soprattutto perché gli occhi di questo ragazzo, lo stanno come lo guardarebbe qualcuno che prova dei sentimenti per lui.
Come lo guardo io.

«Sono successe molte cose» dice, quasi freddo.
«Sì, lo vedo» risponde, seccato mentre mi squadra con attenzione. «Lui dev'essere lo spogliarellista che ti stai scopando.»
Sussulto, stringendo i pugni.
«Come fai a saperlo?»
«Le voci girano per strada. Dopottutto spogliarellisti e prostituti non sono poi così diversi. Tutti e due vendono il loro corpo.»

Mi mordo l'interno della guancia. Questo ragazzo è un prostituto, quindi vuol dire che Taehyung...
Guardo di scatto il mio fidanzato che scuote la testa.

«È il mio ragazzo» gli dice, con voce seria e profonda come se volesse calcare le parole.
«Wow, allora è vero. Come ti chiami, carino?»
«Sookyung» lo richiama, seriamente.

«Mi chiamo Jungkook» rispondo, facendo un passo avanti. «Ma preferirei evitare di conoscerti meglio.»
«Sei proprio uno stupido» dice, scuotendo la testa. «Oppure sei semplicemente una puttana che sa ottenere ciò che vuole.»
«Adesso basta. Kookie, andiamo» afferra la mia mano, per condurmi fuori dal bagno.

«Pensi di essere il primo che prova a salvarlo? Lui è dannato e se tu fossi più intelligente, scapperesti più veloce che puoi.»

Deglutisco, mentre guardo il pavimento.
Sento una stretta allo stomaco, come se dentro di me, sapessi che ha ragione.

STRIP 3 | Madness-Lies Donde viven las historias. Descúbrelo ahora