•11 - Tu ed io.

586 46 2
                                    

«Non pensi di dovermi dare delle spiegazioni?» Gli chiedo, con le braccia al petto, mentre cammino dietro di lui.
È rimasto in silenzio per tutto il viaggio, non ha aperto bocca nonostante io tentassi di farmi spiegare cosa diavolo fosse successo nei bagni del centro commerciale.

Non mi risponde, apre semplicemente la porta di casa.
«Tae» dico, alzando la voce. Niente. È come se avesse dei tappi per le orecchie.
Si limita a guardare fuori dalla vetrata, stringendo i pugni.
Non voglio tornare a ieri sera, quando mi ha mandato via perché voleva proteggermi da sé stesso.

«Taehyung, guardami» sbotto, seriamente.
«Cosa vuoi?» Domanda, voltandosi per guardarmi. «Voglio sapere chi è quel ragazzo, perché mi ha detto quelle cose e perché ti sei incazzato» sibilo.
«È una vecchia conoscenza.»

Mi mordo l'interno della guancia, per trattenere qualsiasi commento che possa mandare tutto a puttane.
Sto cercando di mantenere la calma, per fare in modo di non distruggere tutto quello che ci siamo detti stanotte.

«Ha ragione. E io non posso proteggerti, sono impegnato a combattere con la bestia che ho dentro.»
«Non ho bisogno di essere protetto, Tae.»
La mia voce è piena di irritazione e disappunto. Pensa davvero che sia un ragazzino indifeso, che ha bisogno della sua protezione?
Io posso cavarmela benissimo anche da solo.

Sospira, appoggiando le mani sulle le mie guance. «Invece sì, Kookie.»
«Da che cosa?!» Sbotto. «Da me!»
Mi massaggia la fronte, «ho la testa a puttane, possibile che non lo capisci?!»

Sussulto, deglutendo. «Pensavo che avessimo risolto questa cosa stanotte.»
Mi guarda, con gli occhi bui di un uomo pieno di oscurità.
«Prima o dopo che ti ho scopato?»
Le mie palpebre si aprono di più, alla sua domanda e faccio un passo indietro. Sento il mio stomaco contorgersi su se stesso.

«Che ti è successo?» Sussurro. È così diverso, dal Taehyung che conosco. Lo è da giorni.
«Che cosa sei diventato?»
La mia domanda esce flebile, tremante come tutto il mio corpo del resto. «Io sono sempre stato questo, bambolino.»
«N-non è vero.»

Non riesco nemmeno a guardarlo negli occhi, sono troppo confuso.
Si sta comportando da completo stronzo e non capisco il motivo.
«Sookyung ha ragione, tu non puoi salvarmi.»

È come se fosse avvolto da un alone nero, come se fosse intrappolato in un'oscurità da cui non riesce a scappare. E sta cercando di fare di tutto, per non trascinarci anche me.

«Vuoi che me ne vada?» Gli chiedo, flebile, con gli occhi rivolti verso il pavimento e giocando distrattamente con le mie dita.
Spero che dica di no, che mi stringa forte e capisca che non m'interessa niente di quanto lui sia incasinato.
Lo spero davvero.

È da tempo che la nostra storia sta avendo più bassi che alti. Non facciamo altro che litigare, che ferirci l'un l'altro ma alla fine finiamo sempre per fare sesso.
Facciamo sesso, come se fosse l'unico modo per rimettere apposto le cose. Perché per quanto proviamo a fingere che stiamo meglio lontani l'uno dall'altro, alla fine sappiamo che siamo attratti come un metallo sarebbe attratto alla sua calamita.
E credo di essere io, la calamita.

«No.»

No.
Sorrido in modo inconsapevole, travolto da un calore al petto tremendamente confortante.

«Guardami» dice, appoggiando le mani sulle sue mie guance per alzare il mio viso.
Asciuga la mia pelle dalle lacrime, con i suoi pollici.
«Odio farti piangere» sospira.
Avvicina il suo viso al mio, così mentre lui afferra i miei fianchi io appoggio i palmi sul suo viso.
Le sue labbra sfiorano le mie, facendo mescolare i nostri respiri.
I nostri corpi si scontrano, come se non potessero stare lontani.

STRIP 3 | Madness-Lies Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora