•6 - Privé diamante.

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N/A: ho deciso di regalarvi due capitoli in più per questa settimana. Per aver aspettato così pazientemente il loro ritorno

 Per aver aspettato così pazientemente il loro ritorno❤

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Respiro vicino al suo collo, mentre il suo corpo trema.
«Bambolino - scuoto la testa -, dovresti saperlo bene che è difficile rimanere calmi quanto ti privano di qualcosa che vuoi particolarmente.»

Giro il suo corpo, guardando il viso e avvicino le mie labbra al sue. «Non sfidarmi.»

Resta in silenzio, con le labbra dischiuse e gli occhi fissi nei miei. Mi sta guardando, come se potesse parlarmi solo con lo sguardo. E forse, può farlo sul serio.

Tiro l'elastico dei suoi slip con l'indice, sfiorando la sua pelle.
Sorrido compiaciuto, appena rabbrividisce. Non c'è niente di meglio, che sapere di avere quest'effetto su di lui.
Amo guardarlo mentre l'eccitazione riempe il suo corpo, togliergli i vestiti e nutrire la parte più bestiale che c'è in me.

Avvicino il viso al suo collo, respirando contro alla sua pelle e lasciando che il suo profumo di talco mi faccia girare la testa più di quanto non stia già facendo.

«Non ti ho privato di niente» sussurra. «Perché tu sapresti sempre come prendertela.»
Respiro pesantemente, con il corpo che mi sta implorando di prendere ciò che tanto vuole.
«Questo non avresti dovuto dirlo, piccolo.»

Giro il suo corpo, appoggiando le mani sui suoi fianchi.
Scosto il suo intimo su un lato e sputo su due dita, per poi metterle dentro di lui.
Ansima, appoggiando le mani sul muro e mordendosi il labbro inferiore.

«Sta fermo» sibilo, mentre mi slaccio i jeans.
Afferro il suo collo, facendomi spazio dentro di lui.
È così divertente che il suo corpo sappia sempre come accettare il mio, senza ribellarsi neanche un po'. Come lo cerchi in modo costante.

Appoggia la fronte contro al muro, reggendosi alle mie spinte profonde e quasi rudi. Una rudezza che so piacergli particolarmente.

Si morde le labbra per trattenere i suoi gemiti, ma gli risulta difficile.
«Cristo, piccolo» sibilo, quando lo sento stringersi attorno a me. Ridacchia, avvicinando le labbra al suo orecchio.
«Sei pessimo, bambolino.»
Geme, stringendo i denti e chiudendo gli occhi mentre le mie spinte si fanno sempre più forti.

E non c'è niente di meglio del sesso forte, per fargli capire quanto abbia sbagliato a pensare di potermi sfidare.
Graffio il suo bacino, lasciandomi uscire un gemito roco al suo orecchio.

«A-ah!» Esclama, non appena raggiungo il suo punto debole. Un punto capace di farlo urlare.

Non appena esco da lui, si gira e afferra la mia maglietta.
Infilo la lingua nella sua bocca, facendogli inchiodare le gambe ai miei fianchi e mentre il bacio si consuma, raggiungo il divano su cui lo faccio sdraiare.

Passo la lingua sul suo collo, fino ai suoi capezzoli.
«Mh» mugola, infilando le dita tra i miei capelli.

Il suo corpo, è come un'opera d'arte. Non c'è un po' che non sia perfetto e nemmeno tutti i ragazzi prima di lui, potrebbero mai raggiungere la sua perfezione. Nessuno potrebbe mai essere così fottutamente unico.

«Cazzo, sei perfetto - alzo gli occhi su di lui - e sei tutto mio.»
Appoggia le mani sulle mie guance, scuotendo la testa. «Sono tuo. Adesso sta zitto e scopami.»
«Sei esigente, bambolino. Una cosa per volta.»

Lecco la pelle sopra ai suoi slip e accarezzo la pelle delle sue gambe, con le dita.
Gli sfilo l'intimo, guardandolo negli occhi.
«So che cosa vuoi.» Lo so sempre.

Passo la lingua sulla sua entrata, facendolo gemere ad alta voce.
«Ah, c-cazzo!» Getta la testa all'indietro, afferrando i miei capelli con le dita.
Respira pesantemente, mordendosi le labbra e il suo corpo si contorce e chiede sempre di più.

«T-tae» ansima, muovendo il bacino contro al mio viso. Stringo le sue cosce, mentre la sua schiena si inarca.
Il mio bambolino.

Mi alzo ed entro in lui. Appoggia le mani sul divano, dischiudendo le sue labbra.
Ammetto che il suo sguardo riesce a farmi eccitare come nient'altro: i suoi occhi, mi guardano come se fossi un dio.

Alza la schiena, afferrando le mie guance con le mani e fa unire le nostre labbra.
Si allontana e sorride soddisfatto, «n-nessun amico scopa in q-questo modo.»

Metto le mani sui suoi fianchi, facendolo sedere di me.
Morde le mie labbra, muovendosi contro al mio bacino.
«C-cazzo, sei un uomo così eccitante.»
Lo tiro verso di me, «sono il tuo uomo.»

Sfiora la mia bocca con la sua, mentre il suo corpo trema su di me. «Amore» sussurra.
«Vieni per me, piccolo.»
Lo bacio e questo silenzia il suo gemito, appena raggiunge l'apice insieme a me.

Circonda il mio collo con le braccia.

Appoggio una mano sulla sua guancia, tenendo i miei occhi incastrati nei suoi.
«Vieni a vivere con me» sussurro, mentre i nostri corpi sono ancora i uniti e respiri sono pesanti.
Le sue palpebre si allargano, lasciando trasparire la sua sorpresa.
«Che cosa?»

Si mette seduto sul divano, probabilmente senza aver capito la mia domanda.
Sentendo un forte senso di aver detto la cosa giusta ma al momento sbagliato, distolgo lo sguardo e mi sistemo i vestiti con l'idea di andarmene dal club il prima possibile dopo averlo messo in difficoltà.

«Cosa fai?» Chiede, «dove vai?»

Afferra il mio braccio con la sua mano, alzando la testa per guardarmi negli occhi.
«Non...non volevo confonderti. È stata una cazzata, l'ho detto senza pensarci.»
Si alza, tirandosi su giù la maglietta e scuote la testa.
«Ho bisogno che tu mi dica...se eri serio.»

Resto in silenzio, non sapendo cosa dire.
«Tae, ti prego» dice, con un filo di voce, appoggiando le mani sul mio petto.
Tocco la sua guancia, annuendo. «Sì, ma se non sei pronto...non importa.»
Lascia andare la presa, stringendo le labbra così deglutisco. È un no, detto senza voce.
«Ho capito» gli sforzo un sorriso, «è stato troppo avventato. Mi dispiace.»

«Tae.»
Sospiro, «non so cosa stessi pensando...beh, sì lo so...ma non importa anche se tu non vuoi-»
«Tae, puoi smetterla di parlare per un secondo e ascoltarmi?»
Aggrotta le sopracciglia, in modo serio. Serro le labbra, automaticamente. «Grazie» dice, per poi guardarmi.
«Ho trobba roba.»

«Come?» Gli chiedo, confuso. «Sì, impiegherò più di due giorni a portare tutte le mie cose a casa tua ma farò del mio meglio.»
Sbatto le palpebre, cercando di capire cosa mi stia indirettamente dicendo.
«Sei diventato stupido all'improvviso? Ti sto dicendo di sì, idiota!» Esclama, stringendo i pugni leggermente irritato.

«Cazzo» sospiro, massaggiandomi gli occhi e sorridendo come se fossi veramente un idiota.
Afferro i suoi fianchi, facendo unire le nostre labbra.
Inchioda le gambe ai miei fianchi e circonda il mio collo con le braccia, restando stretto a me e facendomi sentire la persona più felice di questa Terra.
Si allontana, appoggiando le mani sulle mie guance e sorride. «Ti amo» sussurra.
«Ti amo anche io, bambolino.»

Sono sicuro che la maggior parte degli uomini presenti al mondo, vorrebbero essere al mio posto. Che farebbero di tutto per avere uno spogliarellista tutto per loro, che li ami e li voglia come il mio fa con me.
Ed è anche vero che tutti gli uomini in questo locale, vorrebbero avere il mio ragazzo.
Jungkook si sbaglia, io non mi vergogno affatto di lui. Io voglio che sia felice e so quello che succederebbe, se la nostra storia venisse fuori.

Sua madre aveva ragione, lui è un diamante e merita di essere trattato come tale.
Per questo, non voglio che venga coinvolto nel casino e nella merda dei giornalisti. Perché dopo sarebbe troppo tardi per tornare indietro.

STRIP 3 | Madness-Lies Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ