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Sono combattuta. Ieri per tutto il pomeriggio ho pensato a se mandare il messaggio o no a Khvicha e non gli ho ancora scritto. Gli scriverò, non sono una che dice bugie, quindi gliel'ho promesso e lo farò solo che... mi tremano le mani ogni volta che apro quella chat su Telegram. Non vedo la sua immagine di profilo perché ha la privacy ma anche solo sapere che lì posso contattarlo e parlare con lui mi mette un senso di agitazione che mi fa mancare l'aria.
Ora sono qui col cellulare in mano a fissare quella chat e a dilaniarmi le labbra a morsi indecisa su quello che dovrei scrivergli.
«Ma che stai facendo?» Mia sorella mi guarda divertita e se la ride.
«Vieni qua, dammi un consiglio...»
«Ma è un ragazzo?»
«Sì. Ieri è venuto fuori scuola e mi ha chiesto di uscire, ero indecisa ma alla fine gli ho detto di sì. Mi ha dato il suo contatto di Telegram e devo scrivergli per organizzarci.»
«E perché Telegram?»
«Non volevo dargli il mio numero di cellulare per non avere un legame troppo forte e così siamo passati a Telegram. Ora non so che scrivergli.»
«Ti piace proprio eh?»
«Abbastanza ma ho paura di scottarmi, diciamo che c'è una storia dietro che non sto qui a raccontarti. Che gli scrivo?»
«'Ciao'?»
«È banale.»
«Si iniziano così le conversazioni...»
«Ok gli scrivo 'ciao' allora?»
«Sì, vai.»
Annuisco e faccio un respiro profondo prima di riaprire la chat e iniziare ascrivere qualcosa.
"Ciao", scrivo e invio. Spengo il display e poso il cellulare a faccia in giù sul letto, lo riguarderò tra qualche minuto.
«Fatto.» Dico fingendo indifferenza.
«Ok, fammi sapere se ti risponde. Io vado di là a studiare.» Mi saluta e si allontana. Mia sorella ha un anno in più a me e studia psicologia. Se ne va e io non ho il coraggio di guardare il cellulare. Ho messo il silenzioso per non sentire le notifiche e non so se guardare o no il display. Impossibile che abbia già risposto...
"Chi sei? Non parlo con gli sconosciuti su telegram", leggo l'anteprima del suo messaggio e mi sento collassare. Ha già risposto?
"Ok allora ciao, bloccami" rispondo e lui sta già scrivendo la risposta.
"No, ti stavo aspettando" leggo e penso a che posso scrivere. Nel frattempo guardo la sua immagine del profilo che mi è apparsa, si vede che mi avrà salvata tra i contatti. Ha una foto in cui sorride ed è con un berretto di lana in testa ed è con un ragazzino, qualche suo familiare suppongo. Smetto di guardare la foto e gli scrivo.
"Ecco, ora puoi mandarmi l'indirizzo del posto dove dobbiamo vederci domenica, ok?"
"Te lo manderò. Bella foto del profilo, mi piace" eccolo che cambia argomento come se nulla fosse. Allora non ero l'unica a guardare la foto del profilo...
"Grazie mille" scrivo solo senza fargli minimamente capire se quel complimento mi abbia fatto piacere o no.
"Di niente".
Mentre leggo la sua risposta mi arriva un messaggio da Elena.
"Venerdì al Meraviglia ci vieni? Non ci sono Elif e gli altri, ho già chiesto" leggo e so già cosa rispondere.
"Va bene ci sono" scrivo a lei e poi ritorno nella chat con Khvicha.
"Venerdì al Meraviglia non ci siete?"
"No di sicuro, sabato giochiamo in trasferta e non siamo in città venerdì. Tu ci vai?"
"Sisi, me l'ha detto ora Elena" rispondo, chissà cosa dirà in merito.
"Fai bene, divertiti anche per me" scrive.
"Va bene. Ora vado che devo studiare, aspetto l'indirizzo" rispondo subito perché non voglio portare la conversazione troppo sulle lunghe.
"Ok... ciao buono studio".
"Grazie", e va bene così, basta.

Sono stata troppo scontrosa? Antipatica? Gli ho fatto pensare che non mi cambia nulla se lui c'è o no? Che palle, non siamo mai usciti insieme e mi sto già facendo troppe paranoie. Per fortuna un nuovo messaggio di Elena mi fa smettere di riempirmi di paranoie.

"A cena posso venire da te? Chiedi a tua mamma se mi fa il pollo alla birra come lo sa fare lei?? Ti pregooo" mi scrive e io rido divertita leggendo le sue parole. È da quando ha sette anni che chiede almeno un paio di volte al mese a mia madre di cucinarle quel benedetto pollo con la birra e mia madre la accontenta sempre.
"Va bene, sei sempre la solita ubriacona" le rispondo prendendola in giro e poi continuo. "Ci vediamo dopo allora" la saluto e mi convinco a studiare qualche ora.
Studio fino alle sette e mezza anche se la mia testa è alla chat con Khvicha. Dovrei scrivergli qualcosa? Non voglio sembrare antipatica ma non saprei che scrivergli quindi lascio perdere.
Poco dopo arriva Elena e insieme apparecchiamo la tavola. Siamo io, lei, mia madre e mia sorella. Chiacchieriamo del più e del meno mentre mangiano il famoso pollo alla birra di mia madre. È una serata normale come ne ho vissute a migliaia nella mia vita fino a che non si illumina il display del mio cellulare: è Khvicha.
"Buon appetito miss simpatia" mi scrive e io, terrorizzata dal fatto che potesse leggere Elena, giro subito il cellulare a faccia in giù sul tavolo e continuo la cena normalmente. Non gli rispondo fino a quando Elena va via, verso le dieci e mezza.
"Grazie e scusa il ritardo, avevo ospiti a cena non potevo rispondere" scrivo con le mani che mi tremano.
"Tranquilla... buonanotte" mi saluta ma io non voglio passare per antipatica anche stavolta quindi continuo la conversazione.
"Non sono antipatica comunque" digito e lui legge subito.
"Lo so, solo con me lo sei".
Forse ha ragione. Non so perché con lui mi comporto così e mi trasformo in una che non sono io, forse perché non mi fido ancora di lui.
"Devo solo conoscerti meglio" rispondo e inizio a mordermi di nuovo le labbra in attesa che mi risponda.
"Avremo tutto il tempo... ti saluto, buonanotte" ok vuole andare, devo salutarlo anche io.
"Come si dice buonanotte in georgiano?"
"È difficile, te lo insegno da vicino" ogni sua parola è una promessa che mi fa agitare ma mi mette anche adrenalina in corpo.
"Promesso?"
"Promesso".
"Buonanotte" gli rispondo e la conversazione finisce lì.
Nei giorni successivi ci scriviamo sempre qualcosina ma mai niente di chissà che. Continuiamo a conoscerci blandamente e nonostante abbia una dannata voglia di vederlo domenica, mi chiedo se frequentandolo sto facendo la cosa giusta...

Fidati di me | Khvicha KvaratskheliaWhere stories live. Discover now