20.

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Khvicha.

«Ginevra?» gli domando spaesato. Che cosa può mai volermi dire di Ginevra?
«Mhmh» annuisce e cammina verso di me. Apre lo sportello della mia auto e si siede dal lato del passeggero accanto a me. Mi fissa e sento il suo respiro pesante fin dal mio posto, è agitato.
«Elif, tutto bene? Che succede?» gli metto una mano sulla spalla e lui inizia a parlare.
«Tu per me sei un amico e io devo dirtelo» continua a blaterare qualcosa che però non capisco.
«Certo che siamo amici. Che devi dirmi?»
Mi fissa ancora per qualche istante poi è lui ad appoggiare una sua mano sulla mia spalla.
«Sei più di un amico, sei un fratello e se tu sapessi qualcosa del genere su di me vorrei che tu me lo dicessi. È una settimana che ho i sensi di colpa e che voglio dirtelo, ora non ce la faccio più. Poi valuta tu, ma io devo dirtelo» continua.
«Che devi dirmi, Elif?» sto iniziando a preoccuparmi, lo vedo troppo, troppo serio.
«Ok, te lo dico» si ferma un attimo e fa un respiro profondo «tu lo sai, no, che io e Simona ci vediamo ogni tanto. Ecco, ultimamente oltre a fare sesso parliamo un po'. Parliamo di lavoro, di film, del più e del meno.»
«Sì, ok, quindi?»
«Quindi la settimana scorsa mi ha raccontato una cosa che devi sapere, anzi due» dice e si prende un'altra pausa.
«Okay.»
«Prima mi ha detto che Ginevra...» si ferma perché vede che io cambio espressione, poi continua «Ginevra ha come obiettivo fare la tua fidanzata in giro per il mondo, la tua cheerleader. Non vuole più studiare, non vuole lavorare, vuole farsi mantenere da te quando andrai a Parigi, Madrid o in qualsiasi altra città d'Europa. Vuole fare shopping con la tua carta di credito e viaggiare a tue spese. Io non so se per te va bene, magari sì, ma io dovevo dirtelo» spiega e il mio cuore rallenta, quasi non lo sento più.
Mi sta usando? Mi ha sempre usato? È questo che mi sta dicendo Elif? Non posso crederci, io mi ero davvero fidato di lei e lei stava fingendo in questo modo con me?
Non rispondo ma lui capisce dalla mia espressione che no, non ne sapevo nulla e che di sicuro non mi piace quello che mi sta raccontando. Ora tutti i suoi discorsi sul non rinnovare con il Napoli e andare altrove hanno molto più senso. Vuole vivere in giro per l'Europa a mie spese, è questo il suo obiettivo. E il bello è che Elif non ha nemmeno finito di parlare e infatti dopo qualche secondo si schiarisce la voce e continua.
«E non è solo questo, purtroppo...» mi stringe di nuovo la spalla e io annuisco dandogli il consenso per continuare. «Ginevra ha anche detto a Simona che fate sesso senza precauzioni e che non le dispiacerebbe, anzi spera, di rimanere incinta e avere un bambino da te così da avere la sicurezza di restare con te. Te lo ripeto, magari per te questo va bene, io non lo so, ma dovevo dirtelo» conclude.

Quelle parole mi dilaniano l'anima, mi fanno il cuore in mille pezzi, mi fanno sentire uno stupido.
Mi ha sempre usato e vuole anche incastrarmi? Vuole fare la bella vita sulle mie spalle e non contenta, vuole anche rendere impossibile il mio allontanamento con un figlio?
Mi manca l'aria.

Elif mi fissa ma non so che rispondergli.
«Khvicha...»
«Io di tutte queste cose non ne sapevo nulla e se sulla prima cosa magari potevo discuterne con lei e chiarire, sulla seconda non posso sorvolare. Mi sento tradito. Lei mi ha solo usato, fin dal primo momento...»
«Io questo non lo so e non voglio giudicarla, dico solo che devi stare attento. Perché non usate precauzioni quando fate sesso? Non sono affari miei, ma Khvicha, puoi davvero fare qualche casino e poi non si torna indietro. Stai con lei solo da quanto? Qualche mese? Non rischiare...» dice e ha ragione.
«Con lei mi sentivo al sicuro e poi sono io che mi tiro indietro, non dipende da lei.»
«Credimi, le donne se vogliono ti fanno perdere tutti freni e poi succedono i casini. E poi basta un minimo, lo sai. E ci sono donne che sperano in questo, che vogliono proprio questo. Una piccola distrazione, una serata in cui hai le difese basse e boom, è fatta. Stai attento.»
«Hai ragione. Grazie per avermelo detto, sei un fratello, davvero» lo abbraccio e lui mi stringe forte.
«Che farai ora?»
«Non lo so, ci devo pensare.»
Non posso andare da lei e dirglielo semplicemente. Voglio avere ancora più prove. Voglio sapere perché l'ha fatto, voglio sapere se quando fa l'amore con me finge, se tutte le cose belle che mi ha detto sono sentite o inventate.
Il cervello mi va in fumo ma devo essere lucido e non farmi prendere dal panico ora.
Saluto Elif e me ne torno a casa.
Ovviamente per tutta la notte non chiudo occhio e penso e ripenso a tutti i suoi comportamenti, ad ogni suo gesto e ad ogni suo discorso. Penso al fatto che ultimamente non sta studiando come prima, che spesso si prende giorni di ferie a lavoro, che posta in continuazione foto con me sui social. Niente di male in tutto questo, ovviamente, ma ora, visto da un altro punto di vista forse tutto quello che mi ha detto Elif lo sto intravedendo anche nei suoi comportamenti.
Come ho fatto a non accorgermi di nulla? Perché sono sempre così ingenuo? Mi succede sempre così, io do tutto me stesso e dall'altra parte c'è solo chi vuole approfittare di me.

La mattina dopo, avendo dormito solo tre ore, mi sveglio e vado agli allenamenti, poi il pomeriggio mi vedo con Ginevra a casa mia.
«Ehi» entra in casa e mi abbraccia forte, poi mi bacia sulla bocca.
Il suo profumo, che prima adoravo, ora mi disgusta. Le sue labbra, che prima amavo, ora mi rivoltano lo stomaco.
«Tutto bene agli allenamenti?»
«Sì, domani giochiamo e siamo pronti. A te a scuola?» non appena nomino la scuola cambia espressione. Sbuffa e si siede sul divano.
«Tutto normale, ho ancora le urla di quei bambini nelle orecchie. Che casino fanno mammamia, non li sopporto più» fa roteare gli occhi e poi mi guarda sorridendo. Si alza e mi raggiunge guardandomi maliziosa. «Domani giochi, lo so, ma possiamo farlo? Ho così tanta voglia...» mi sussurra all'orecchio.
Chiudo gli occhi e devo opporre resistenza al mio corpo per non respingerla immediatamente, ora non posso farlo. Faccio un respiro profondo e annuisco. Voglio guardarla negli occhi mentre facciamo sesso e vedere cosa mi raccontano.
Le prendo il viso tra le mani e la bacio cercando di non farle notare nessuna differenza con il me di sempre. Lei stasera è famelica, mi toglie la maglia, poi la toglie a se stessa. Non l'ho mai vista così. Mi abbassa i pantaloni e fa lo stesso con il suo. Mi spinge sul divano e inizia ad usare la bocca in un modo che mi manda fuori di testa. Dovrei odiarla ma in questo momento non ci riesco. Mi lascio andare, butto la testa all'indietro e mi godo la sua bocca calda e morbida intorno alla mia erezione. Dopo qualche minuto si ferma e mi sale sopra, facendomi entrare dentro di lei.
«Oggi comando io» mormora in un mio orecchio appoggiando il suo seno florido sul mio petto e facendomi l'occhiolino. Continua a muoversi su e giù su di me, io le mantengo i fianchi e accompagno i suoi movimenti ora lenti e ora più veloci. Va su e giù, non si ferma, anzi, sembra sempre più alla ricerca del ritmo giusto per arrivare al piacere. Ad un certo punto si butta con la testa all'indietro e si appoggia con le braccia dietro alla sua schiena, sulle mie cosce, spalancandomi la vista al suo corpo. Il suo seno mi rimbalza davanti agli occhi e quella vista mi cattura totalmente. Mi manda fuori di testa e mi manda ancora più fuori di testa quando torna con il corpo verso di me e avvicina il suo viso al mio.
Siamo fronte a fronte, respiro nel respiro. Cerco i suoi occhi e li trovo, devo osservarla per capire e solo così posso sapere la verità. Non riesco a decifrarli, non riesco a capire se sta fingendo o se è sincera. Torno a concentrarmi sul suo corpo e sul modo in cui si muove. I suoi movimenti continuano e ora sta andando più veloce, i suoi respiri sono pesanti e rumorosi, il sudore le imperla il viso e il collo. È bellissima e passerei ore a guardarla e a vederla godere per me ma tutto questo mi sta portando al limite della sopportazione e sto per venire più velocemente di quanto mi succede di solito.
«Gin sto venendo» le dico a bassa voce ma lei è troppo presa, nemmeno mi sente e anzi, va ancora più veloce. Le mie mani si stringono forti intorno alla sua vita, cerco di fermarla ma il piacere sta per sovrastarmi e non so come fare. Ho la vista annebbiata e il cuore mi va a mille.
«Gin sto venendo basta» alzo di più la voce ma niente... «Gin!» urlo ma lei sembra ancora sorda.
Sto per esplodere, sono al culmine ed è proprio in questo momento che lei si sposta e si lascia cadere sul divano in preda all'orgasmo. Io vengo qualche istante dopo come un fiume in piena e mi sento completamente svuotato. Non appena mi riprendo la guardo e la vedo che ricambia il mio sguardo con un'espressione soddisfatta.
«Che adrenalina... fantastico» dice sorridendo e alzandosi per poi raccogliere i suoi vestiti e andare in bagno.

Questa sta fuori di testa, ora l'ho capito davvero. Vuole incastrarmi, vuole davvero farsi mettere incinta. Sono fuori di me, mi ha sempre e solo usato. Sono indignato, distrutto. Se non avessi urlato probabilmente non si sarebbe spostata in tempo e chissà cosa sarebbe successo. Non riesco a crederci. Devo trovare un modo per fargliela pagare, pensava di fregarmi? Si sbaglia di grosso.

Fidati di me | Khvicha KvaratskheliaWhere stories live. Discover now