22.

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Khvicha.

Basta, non riesco più a fingere. Devo iniziare ad agire e ho già escogitato tutto il piano. Stasera passerò a prenderla, fingerò che vada tutto bene e poi ad un certo punto inizierò a trattarla male e le farò capire qualcosa.
E quando siamo insieme è proprio quello che faccio. Al locale me la scopo come una troia qualunque, senza avere nessuno scrupolo. Lei con me non ne ha avuti e io sono stanco di essere il bravo ragazzo preso in giro da tutti. Ora prendo in mano la situazione, per davvero.
A fine serata la riaccompagno a casa e mi parla di vacanze. Vorrebbe andare alle Maldive o a Bora Bora a mie spese? Se lo sogna. Non immaginavo che potesse essere un'approfittatrice di questo livello. Più la guardo, più la ascolto parlare, più mi fa schifo. Sì, mi fa schifo. Non riesco più a tollerarla nella mia vita e devo liberarmene. Non prima di aver avuto la mia vendetta.
La lascio fuori al suo palazzo e sfreccio via. Arrivo da me e mando un messaggio alla prima persona che mi è venuta in mente quando ho pensato a come farla stare male come sto male io. Cerco il nome 'Elena' nella mia rubrica e le scrivo un semplice messaggio.
"Mi vieni a fare compagnia?"
"Khvicha, sono Elena. Hai sbagliato chat?"
"No, il messaggio era per te. Vieni da me? Sono da solo" le rispondo e aspetto. So che non rifiuterà mai. Anche stasera al locale l'ho vista che pende ancora dalle mie labbra. Ho buttato l'esca e ho sondato il terreno. Lei è ancora cotta di me.
"Che devo venire a fare?"
"Ti devo fare un disegnino? Dai vieni. Stasera eri bellissima e ho troppa voglia di stare con te" le scrivo, fingendo palesemente.
"Mandami l'indirizzo" bingo. Sapevo che con lei non dovevo neanche lavorarci troppo, è veramente alla mia mercé. Le mando l'indirizzo e aspetto che venga.
Quando arriva a casa mia si vede che è ancora un po' titubante, ma so come convincerla. La abbraccio e la faccio entrare dentro.
«Sicuro che non ci vede nessuno?»
«Non ci vede nessuno» allungo una mano e le accarezzo il viso. Arrossisce subito e mi sorride, mi rende il gioco troppo semplice.
«Okay. Cosa devi dirmi?»
Devo inventarmi qualcosa assolutamente.
«Ele, sono settimane che ti penso. Sei stupenda e a volte passo le ore a ripensare a quella nostra notte insieme» dico e lei spalanca la bocca.
«Ma davvero o mi stai prendendo in giro?»
«Sono serissimo, davvero. Sono molto confuso su ciò che sento e devo mettere alla prova i miei sentimenti prima di fare una scelta» mi avvicino a lei e punto i miei occhi nei suoi.
«Stai parlando di sentimenti?»
«Certo, io non sono uno che fa sesso senza provare nulla, tranne rare volte.»
«Ma tu sei sicuro che...»
«Shhh, basta parlare, ok? Ne parliamo domani mattina mentre facciamo colazione. Ora rilassati e lasciati andare...» azzero la distanza tra di noi e la bacio. La bacio perché sono stanco di dire stronzate e sono stanco di perdere tempo. Devo mettere in atto il mio piano prima di subito.
La trascino in camera da letto e lei non oppone nessuna resistenza. La spoglio, poi spoglio me. Lei è quasi in lacrime, mi fa tenerezza ma ormai il mio cuore è di pietra e non me ne frega un cazzo di ciò che provano queste troie. Sì perché per me ora le donne sono tutte troie e senza valori. Metto il preservativo e le entro dentro scopandola forte. Lei urla, trema, chiama il mio nome, mi chiede di andare più forte, la accontento. Poco dopo arriva e capisco che se non fosse per me non avrebbe mai scopato per bene in vita sua. Poco dopo arrivo anche io anche se devo sforzarmi di pensare ad altro e non a lei per svuotarmi.
«Sei fantastica» la tiro a me e dormiamo abbracciati per tutta la notte. È stato tutto così facile che mi viene da ridere.
La prima parte del mio piano è stata compiuta, ora non mi resta che mandare un messaggio a Ginevra ed invitarla qui a colazione.
«Buongiorno» la mattina dopo lei si sveglia e mi bacia, io ricambio.
«Buongiorno. Io scendo a preparare la colazione, tu scendi tra dieci minuti, ok? Se vuoi lavarti il bagno è lì» le indico la stanza e lei annuisce. La bacio ancora e scendo.
Ovviamente non ho nessuna intenzione di preparare la colazione, sto solo aspettando che Ginevra arrivi e che scopra tutto. Voglio vedere il dolore impossessarsi dei suoi occhi. Forse sarò cattivo, forse starò sbagliando ma onestamente non mi interessa.
Dopo qualche minuto mi scrive che sta parcheggiando e io dico ad Elena di scendere giù che è pronta la colazione. Bussano alla porta e io apro.
«Ehi, buongiorno. Passato il nervosismo di ieri?» mi chiede ma il sorriso che ha sul viso le muore quando vede chi è arrivata alle mie spalle.
«Buongiorno a te» dico con un sorriso soddisfatto.
«Gin, ti posso spiegare» Elena è in accappatoio ed è diventata paonazza.
«Non c'è nulla da spiegare, abbiamo scopato, ti abbiamo tradito» sputo cattivo.
«Khvicha... ma che ti sta succedendo?» si fa aria con le mani verso il viso come se le mancasse l'aria e gli occhi le si riempiono di lacrime.
«A me? A me è successo che ho smesso di essere il tuo fantoccio, da oggi, non sarò più il tuo premio, non mi farò più sfruttare da te e soprattutto non mi incastrerai facendoti mettere incinta» spiego ma lei sembra non capire. Mi fissa e scuote la testa.
«Non capisco di che stai parlando. E poi che c'entra Elena?»
«Elena è la mia vendetta, nient'altro. Mi fate schifo tutte e due» dico e Elena scoppia a piangere e va nella camera da letto a raccogliere le sue cose.
«Khvicha tu sei impazzito, mi spieghi che ti prende? Che hai?»
«Perché non lo ammetti? Vuoi ancora prendermi in giro?»
«Ma cosa?! Cosa!? Spiegati perché ti giuro che non sto capendo! Ti sei appena scopato la mia migliore amica ben sapendo che è una cosa su cui soffro e ho sofferto molto, ma che problemi hai?»
«Io avrò dei problemi, ma tu invece? Parliamo di te che non vuoi studiare più, non dai gli esami e speri che io vada a Madrid, a Londra o a Parigi per fare la bella vita a mie spese senza lavorare un giorno della tua vita! Ti sembra normale questo? E il tuo piano di farti mettere incinta da me per avere un figlio col mio cognome? Vogliamo parlare anche di questo o i problemi li ho solo io?» urlo e lei mi fissa ascoltandomi attentamente. Poi ad un certo punto fa dei passi verso il salone e si siede sul divano.
«Mi manca l'aria» dice con un filo di voce prendendo delle boccate d'aria profonde. Nel frattempo Elena si è vestita e scappa via da casa mia sbattendo la porta e sparendo nella sua auto.
«Non so di cosa stai parlando, come puoi pensare queste cose di me? Ti avrei usato, è questo di cui mi stai incolpando?»
«Sì. Sono cose che mi sto inventando o sono cose che pensi e di cui hai parlato con qualcuno?» le domando e i suoi occhi si spalancano come se avesse avuto un'illuminazione improvvisa.
«Simona?»
«L'ha detto ad Elif ed Elif da amico me l'ha confidato. Sei una stronza, mi hai solo usato fin dal primo momento» le punto il dito contro ma lei scuote la testa. Si alza e mi avvicina.
«Khvicha, te lo giuro che non è come pensi. Io non so cosa Elif ti abbia raccontato ma io a Simona ho solo detto che mi piacerebbe, se tu andassi in un'altra citta europea, venire con te. Sono la tua ragazza, è un pensiero giusto da fare. E non le ho mai detto che voglio restare incinta di te! Le ho solo detto che non usiamo protezioni e che nessuno dei due si è mai fatto problemi, tutto qui» cerca di spiegarsi ma non le credo, non credo ad una sola parola di ciò che mi dice.
«Allora perché non studi più? Perché non vuoi più lavorare? Perché vuoi organizzare vacanze a mie spese? Perché quando abbiamo scopato a casa mia l'ultima volta stavo venendo e non ti spostavi? Ti ho urlato che stavo venendo tre volte Gin, tre cazzo di volte!»
«Era solo divertente rischiare, tutto qui! Non volevo rimanere incinta, te lo giuro. Così come non voglio vivere sulle tue spalle. Il mio era un desiderio, un sogno, stavo solo volando con l'immaginazione e sfido chiunque a stare con uno come te e non fantasticare. Hai un futuro brillante e questo lo sai bene, mi avrebbe solo fatto piacere poterti accompagnare, tutto qui» dice, discolpandosi.
«Futuro che tu non mi rovinerai. È finita, non voglio più vederti, sparisci dalla mia vita e vatti a trovare qualcun altro da incastrare» le indico la porta e lei mi guarda con il viso ormai rigato dalle lacrime.
«Io ti amo Khvicha, ti giuro che non ho mai fatto nulla per convenienza con te. Te lo giuro» parla ancora e ora o la caccio via o mi lascerò convincere e non è proprio il caso.
«È inutile che ora trovi scuse, non serve a nulla. Sono stato io a sbagliare tutto con te, dall'inizio. Ti credevo sincera così come lo sono io ma non lo sei mai stata. Mi volevi solo usare questa è la verità.»
«Non è mai stato così, te lo giuro. Per favore Khvicha...»
«Vattene via» ripeto. Lei mi fissa ancora qualche secondo, poi annuisce e se ne va.
Se ne va e mi sento svuotato, inutile, stupido. Oggi più che mai. Mi ha sempre e solo usato mentre io con lei ci ho sempre messo il cuore, non me lo meritavo.

Ma ora basta pensarci, da oggi inizia la mia nuova vita senza di lei.

***
Ve lo aspettavate?😱

Fidati di me | Khvicha KvaratskheliaWhere stories live. Discover now