21.

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Sono passati giorni ma non riesco a togliermi dalla testa il sesso a casa di Khvicha sul suo divano. Se solo ci penso mi bagno, è stata la cosa più eccitante ed adrenalinica della mia vita, credo. Lui non ha detto niente in merito ma so che è piaciuto anche a lui. Agli uomini queste cose piacciono, adorano le donne che prendono l'iniziativa e amano vivere sul filo del pericolo. Da quella sera non siamo stati più insieme perché poi il giorno dopo ha giocato e i due giorni successivi avevamo entrambi altri impegni. Dovremmo rivederci stasera e non sto più nella pelle, quando non lo vedo per più di un giorno mi manca veramente troppo.
«Ma allora per le vacanze che farete?» mia sorella si affaccia nella mia stanza e mi fissa mentre sono seduta alla scrivania.
«Non lo so, non ne ho parlato ancora con Khvicha. Stasera ci vediamo e glielo domando.»
«Ma lui quando ha le ferie?»
«Non lo so, mi pare da metà giugno fino agli inizi di luglio.»
«E ce ne andiamo da qualche parte tutti e quattro insieme? Che dici?» mi domanda e io alzo le spalle incerta.
«Laura ti dico la verità, non lo so. Sarebbe la nostra prima vacanza insieme e forse sarebbe più carino farla da soli. Però, te lo ripeto, stasera ne parlo con lui e vedo che mi dice.»
«No hai ragione, non ci avevo pensato, tranquilla. Per il resto tutto bene con lui?»
«Sì tutto benissimo, stiamo sempre meglio insieme e io sono davvero felice» le sorrido e lei sembra contenta per me.
«Mi fa davvero piacere, lui si vedo che è pazzo di te. Ma resta a Napoli anche l'anno prossimo o ve ne andate da qualche altra parte?»
«Eh, magari! Mi piacerebbe molto seguirlo ovunque vada ma per il momento è molto concentrato su questa stagione e non si parla di mercato. Comunque credo che almeno un altro anno restiamo a Napoli» le dico e lei annuisce.
«Lo spero, mi devo abituare all'idea di non averti più tutti i giorni qui a casa» mi dice quasi commossa.
«Ma poi io e lui non ne abbiamo mai parlato di questa cosa, te l'ho detto, lui è molto concentrato sul Napoli e su questo fine di stagione. Non pensa ad altro...» le rispondo anche se vorrei davvero poterle dire altro. Non nego che mi piacerebbe tantissimo seguirlo in qualunque città europea lui vada. Già mi ci vedo a Parigi a fare colazione con i croissant, ad affacciarmi dalla finestra della nostra camera e vedere la Tour Eiffel, o vivere a Madrid o Londra. Mi piacerebbe ma per il momento è un mio sogno e nient'altro. Anche perché lui è molto propenso a firmare il rinnovo con il Napoli e a restare qui un altro paio di anni. Non dico che non mi piace la sua decisione, ma diciamo che mi sarebbe piaciuto più andare altrove. Così se mi avesse chiesto di seguirlo avrei potuto staccare dalla mia vita quotidiana ed iniziarne una completamente nuova altrove, ma vabbè, sto benissimo anche qui, mi basta stare con lui.
«Va bene, ho capito. Per la vacanza fammi sapere, ok?»
«Sì, ok.»
Esce dalla mia stanza e mi lascia da sola con i miei pensieri. Ero seduta alla scrivania per studiare perché devo davvero recuperare tanto ma non ne ho nessuna voglia. Ieri avrei dovuto dare un esame ma non mi sono presentata. Non lo so cosa mi sta succedendo, la mia vita scolastica e lavorativa sta diventando un vero disastro. E il bello è che non sto facendo niente per rimetterla in sesto. Non posso lasciarmi andare così, devo rimettermi in sesto e non fantasticare su improbabili vite parallele. Khvicha non mi ha mai detto che mi porterebbe con lui ovunque andasse, non mi ha mai detto nulla del genere. Non posso fossilizzarmi su questa cosa e soprattutto non posso pesare sulle scelte altrui. Io non sono mai stata così. Ho la mia vita, il mio percorso di studi, il mio lavoro e continuerò sulla mia strada, a prescindere da Khvicha.

Finalmente mi decido e studio per tre ore abbondanti, poi vado a farmi la doccia e mi preparo per vedermi col mio ragazzo. Mi vesto particolarmente carina perché stasera usciamo, andiamo a ballare al Meraviglia dopo non so quanto tempo che non ci andavamo. Mi passa a prendere e andiamo al locale. Ci piazziamo subito al nostro tavolo e ci sono anche Elena, Simona, Elif ed altri ragazzi che conosciamo. Khvicha raggiunge subito il suo compagno di squadra e si mettono a parlare in un angolo. Ogni tanto mi guarda, io gli sorrido e lui tona alla conversazione con Elif. Io resto con le ragazze fino a che i due ci raggiungono ed Elif invita Simona a ballare. Khvicha si siede accanto a me e ordina due drink, uno per me e uno per lui. Offre da bere anche ad Elena che lo ringrazia.
«Balliamo?» mi invita in pista e io accetto subito. Balliamo scatenandoci sulle note reggaeton di Bad Bunny. Il ballo diventa bollente e per poco non mi spoglia lì in pista. Infila le sue mani sotto la mia gonna e mi tocca ovunque. È eccitatissimo e me lo fa notare strusciandosi con l'erezione sulla mia coscia e poi ad un certo punto mi prende per la mano e mi porta verso i bagni.
«Khvicha, ma dove...» non mi fa finire di parlare che si gira verso di me che si porta l'indice sul naso e mi zittisce.
«Stasera comando io» mi dice e mi trascina dietro lo stesso corridoio dove mesi prima ci nascondevamo dagli altri. Ma le sue intenzioni ora sono diverse ed è chiaro. Mi spinge con la schiena contro il muro e mi alza la gonna infilandomi due dita negli slip ed entrandomi dentro. Io chiudo gli occhi e trattengo il respiro, sono già al limite. Tutta questa situazione è super eccitante e il modo in cui poi mi tappa la bocca e va veloce con le dita dentro e fuori di me mi fa impazzire. Mi guarda negli occhi mentre mi fa godere, non stacca mai i suoi occhi dai miei e rende tutto ancora più eccitante. Poi mi gira, mi spinge con una guancia contro il muro e mi entra dentro da dietro con un colpo diretto e secco. Do un urlo e lui mi tappa di nuovo la bocca.
«Zitta» mi dice in un orecchio mentre inizia a sudare e ad andare sempre più forte. Io zitta non riesco a starci, mugolo nella sua mano stretta sulla mia bocca e mi contorco dal piacere. Mi sta davvero facendo perdere la testa. Stasera non sembra lui, io così forsennato e selvaggio non l'ho mai visto. Di solito è più dolce e queste cose in un luogo pubblico non sono proprio da lui ma anche questa sua versione mi piace da morire.
Nel frattempo continua a scoparmi senza freni, sbattendomi contro il muro e tirandomi anche i capelli.
«Ci sono, ci sono» dico nella sua mano e lui sentendolo va ancora con più forza, i suoi affondi mi arrivano fin nello stomaco e sento di star per crollare. Passano pochi secondi e vengo. Un tremore diffuso si appropria del mio intero corpo e il respiro mi si spezza. Lui mi toglie la mano dalla bocca e mi prende per la vita affondando per le ultime volte dentro di me con sempre più veemenza.
«Inginocchiati» esce da me e fa un passo indietro. Io lo guardo confusa per un attimo e lui continua. «Inginocchiati ti ho detto» ripete e allora capisco. Mi inginocchio ai suoi piedi e tiro fuori la lingua mentre lui mi posiziona la sua erezione proprio sul viso e mi arriva lì, liberandosi preso dall'orgasmo. Mi fissa per qualche secondo, poi se lo rimette nei boxer e si alza i pantaloni.
«Vatti a sistemare in bagno, io ti aspetto di là che poi ce ne andiamo» dice per poi voltarmi le spalle ed andarsene.
Io vado in bagno, mi lavo la faccia e cerco di riprendermi. Mah. Ma era davvero Khvicha quello? Il mio Khvicha? Ma che gli prende? Scuoto la testa mentre mi sistemo il trucco e poi lo raggiungo al tavolo. Salutiamo tutti e ce ne andiamo. In auto lo guardo mentre guida concentrato e poi inizio a parlare.
«Va tutto bene? Mi sembravi un po' strano stasera» gli domando.
«Mi pare che ti sia piaciuto» risponde non considerando la mia domanda.
«Non ho detto che non mi è piaciuto, infatti. Dico a te tutto bene?» lo guardo ma lui non distoglie lo sguardo dalla strada davanti a sé.
«Sono solo un po' stressato per le prossime partite, niente di che» risponde.
«Okay. A proposito, volevo chiederti come ci dobbiamo organizzare per le vacanze estive. Tu quand'è che hai le ferie?» domando e lui ancora non mi degna di uno sguardo.
Si schiarisce la voce e poi parla.
«Ho l'ultima con la Nazionale il 14 giugno, poi penso che me ne sto in Georgia con la mia famiglia» mi dice spiazzandomi. Io in questo suo progetto non sono contemplata, mi sembra chiaro. «Tu hai gli esami a giugno, no?» termina senza minimamente pensare ad invitarmi con lui.
«Non lo so, probabilmente sì.»
«Ok allora ci rivediamo a luglio, non penso che sia un problema.»
«Okay» annuisco e non aggiungo altro.
Mi accompagna a casa e dopo un bacio a volo senza nemmeno scendere dall'auto sfreccia via.

C'è qualcosa che non va, questo non è il Khvicha di sempre. E a dirla tutta ci sono anche rimasta male per le vacanze. Sarebbe stata la nostra prima vacanza insieme e lui che fa? Se ne va a casa sua in Georgia senza nemmeno invitarmi? È troppo strano. E lo penso ancora quando la mattina dopo trovo un suo messaggio su Whatsapp. "Vieni qui a fare colazione? Ti aspetto" mi dice e credo che voglia chiarire ciò che è successo ieri sera. Così mi vesto e prendo l'auto per andare da lui convinta di sistemare la situazione, o meglio, che lui mi spieghi cosa lo rende così nervoso. Guido fino a casa sua e busso. Mi apre la porta ma ciò che poco dopo vedo mi spezza letteralmente in due.

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Sempre al tuo fianco, Khvicha💙

Fidati di me | Khvicha KvaratskheliaKde žijí příběhy. Začni objevovat