15.

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«Gin?» rispondo al cellulare che mi squilla mentre sono persa tra mille appunti e riassunti che sto studiando disperatamente.
«Khvicha, dimmi» metto il cellulare tra spalla e guancia e lo mantengo in precario equilibrio mentre cerco la pagina che mi manca per finire l'argomento che sto studiando.
«Dove sei? Che stai facendo?»
«Ti ho scritto prima, ti ho detto che sto studiando...»
«Ancora adesso?»
«Sì, ma perché?» chiedo confusa, perché mi fa tutte queste domande dal nulla?
«Tra sette minuti sono da te, mi accompagni a prendere la mia famiglia in aeroporto? Tra meno di un'ora atterra l'aereo» dice eccitato ma anche agitato.
«Sette minuti? Ma se sono un disastro! Dove vuoi portarmi così conciata?»
«Dai vatti a preparare che sei perfetta sempre, sto arrivando» continua.
«Vuoi che tua madre e tuo padre mi conoscano così?»
«Assolutamente sì, più naturale sei più sei bella. Vai dai, a dopo» non mi lascia rispondere e stacca la telefonata. Lascio tutti gli appunti e i libri sparsi sulla scrivania e corro in bagno. Mi lavo velocemente, lego i capelli e metto una tuta comoda con le Nike. Labello sulle labbra, cellulare infilato nella borsetta e sono pronta proprio quando sento il suo clacson bussare. Scendo di corsa e lo raggiungo in auto.
«Non dovevi essere un disastro? Stai benissimo» mi dice mentre sta già guidando verso l'aeroporto.
«Ho fatto quel che ho potuto. Tu potevi avvisarmi prima però, conoscerò i tuoi senza un minimo di preavviso...» sospiro, sono un po' in ansia.
«Loro ti adoreranno, tranquilla.»
«Sì, speriamo. Dopo andiamo da te?»
«Certo, stavo pensando... ti va di fare le pizze per noi?» mi chiede sorridendomi.
«Che? E se non mi vengono bene?»
«Le hai preparate cento volte per me e sono venute sempre buonissime, verranno anche stavolta bene. Ho fatto già comprare tutti gli ingredienti e più tardi me le consegnerà il fattorino. Deciso allora?» si sporge verso di me baciandomi a stampo e mi sento un tantino assalita di responsabilità. Annuisco e faccio un respiro profondo. Lui appoggia una mano sulla mia coscia e continua a guidare tranquillo.
Arriviamo poco dopo all'aeroporto e dopo dieci minuti di attesa arriva la sua famiglia. Io mi faccio un po' da parte mentre si abbracciano calorosamente e poi Khvicha ci presenta. Il fratellino di Khvicha, Tornike, mi abbraccia fortissimo e mi dice di essere felicissimo di conoscermi finalmente. Fortunatamente parliamo tutti l'inglese e riusciamo a capirci abbastanza bene.
Arriviamo a casa del mio ragazzo e poco dopo arriva anche il necessario per le pizze.
«Ti aiuto volentieri io» mia suocera, (che cosa strana chiamarla così), si offre subito di aiutarmi.
«Certo, può tagliare i pomodori in questo modo?» le mostro come fare e lei subito dopo mi imita con ottimi risultati.
«Allora? Come è Khvicha come fidanzato?» mi domanda con un sorriso dolce stampato sul viso.
«Ha fatto un buonissimo lavoro, signora» rispondo sicura di ciò che sto dicendo.
«Chiamami Maka» inizia per poi continuare il suo discorso. «Lo so, Khvicha è un bravissimo ragazzo ma ha anche dei difetti, soprattutto nelle relazioni amorose...» mi lascia intendere qualcosa che però io, onestamente, non afferro.
«Cosa?»
«Mio figlio è un ragazzo molto geloso» dice guardandomi quasi spaventata da quella cosa.
«Con me no. È geloso il giusto, niente di più. Anzi, è un ragazzo molto dolce e presente, ripeto, è un bravissimo fidanzato» dico e lei annuisce.
«Mi fa piacere, se c'è qualche problema fammelo sapere, dopo ci scambiamo i numeri.»
Mi sembra di star vivendo in un film, è pazzesco tutto questo.
«Sì, certo va bene» rispondo e ci raggiunge Khvicha.
«Tutto bene qui? State sparlando di me?»
«Ovvio che sì» rispondo e gli faccio la linguaccia. Lui se la ride e poi ci raggiungono anche suo padre e suo fratello. Suo padre è un uomo molto silenzioso e serio, anche se con Khvicha lo vedo ridere spesso. Si vede che sono tutti molto orgogliosi di lui e soprattutto si vede quanto si amano.
Inforniamo le pizze e aspettiamo che si cuociano prima di metterle a tavola. Mi siedo accanto a Khvicha e guardo la reazione degli altri mentre assaggiano il loro primo pezzo di pizza.
«Mmmm buonissimo!» dice Tornike imitando l'accento e le movenze napoletane.
«Very good» dicono anche gli altri due decisamente compiaciuti.
«Grazie mille» rispondo solo e continuiamo la cena tranquilli.
«Che ti diceva prima mia madre?»
«Mi ha chiesto se ti comporti bene da fidanzato» gli spiego e lui fa un'espressione preoccupata.
«Ahia, che le hai detto?»
«Che ti comporti benissimo, la verità. Lei dice che di solito sei molto geloso ma io questa gelosia non l'ho mai notata» alzo le spalle incredula.
«Mia madre conosce il me innamorato a sedici anni. Diciamo che qualche sciocchezza l'ho fatta ma ora sono un'altra persona. Sono geloso, te l'ho detto anche io, ma non farei mai scenate o cose così» spiega e io lo ascolto.
Tornike ci raggiunge e ci fa sentire le parole in italiano che ha imparato visto che l'anno prossimo vuole venire a vivere anche lui qui. È molto bravo e Khvicha lo sta aiutando molto.
«Dormi qua con me stanotte?» mi domanda all'improvviso prendendomi alla sprovvista.
«Per i tuoi non è un problema?»
«No, assolutamente. Lascio camera mia ai miei genitori e noi dormiamo in una delle altre due camere da letto, ok?»
«Va benissimo» dico fingendo calma ma dentro di me sono super agitata.
Non abbiamo mai dormito insieme e non so se lui per dormire intende dormire o fare altro. Forse è arrivato il momento? Presto lo scoprirò e devo dire che se così fosse ne sarei felicissima.
Poco prima delle undici ci salutiamo e ognuno va nella sua camera. Khvicha mi dà una sua tuta pulita per dormire e ci mettiamo a letto. Io sono un po' in imbarazzo mentre lui non lo è per niente. Mi tira a sé e mi fa appoggiare sul suo petto aggrovigliando le nostre gambe sotto le lenzuola. Mi rilasso e cerco di godermi il momento ma quando dopo un po' vedo che non fa niente gli appoggio una mano sugli addominali e lentamente scendo verso il basso. Gli sfioro il cavallo dei pantaloni e lui mi ferma subito la mano.
«Godiamoci questa notte insieme» mi sussurra in un orecchio «buonanotte» conclude e capisco che vuole davvero solo dormire. Va bene, se è questo che vuole non mi farò prendere da paranoie e pensieri strani. Mi godrò la notte come ha detto lui, poi il nostro momento, arriverà.

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Ed ecco un capitolo bonus dopo la vittoria di stasera😁 buone feste a tutte/i 💙

Fidati di me | Khvicha KvaratskheliaKde žijí příběhy. Začni objevovat